Benessere del caneEducazione cinofila e relazione con il cane

Istruttore in Riabilitazione Comportamentale

L’istruttore riabilitatore collabora con il Medico esperto in medicina comportamentale, a lui spesso sono affidati iter riabilitativi atti a promuovere nell’animale comportamenti differenti da quelli schedati come “problemi” coinvolgendo la famiglia in un’ottica sistemico-relazionale imprescindibile per la buona riuscita del percorso.

Terapia comportamentale e lavoro riabilitativo viaggiano pertanto sullo stesso binario e per questo è indispensabile che la riabilitazione debba essre considerata a tutti gli effetti un servizio sociale legato al benessere dell’animale e del suo nucleo familiare.

Articolo a cura della Dott.ssa Sabrina Brusa Istruttore Riabilitatore Comportamentale 

PERCHE’ LA RIABILITAZIONE COMPORTAMENTALE NON E’ E NON PUO’ ESSERE CONSIDERATA UN SERVIZIO NON ESSENZIALE.

L’Istruttore in Riabilitazione Comportamentale è una figura professionale che spesso collabora con il Medico Veterinario Comportamentalista e la famiglia in cui è inserito il cane e  il cui compito è quello di recuperare uno stato di “normalità” che l’individuo nel corso della sua vita per qualche ragione ha perso o non ha mai raggiunto.

Le problematiche per le quali ci si rivolge a un istruttore Riabilitatore sono diverse, ma possiamo provare a sintetizzarle con questo elenco non totalmente esaustivo:

  • AGGRESSIVITA’ INTRA ED ETEROSPECIFICA
  • FOBIE
  • ANSIA DA SEPARAZIONE E TUTTI I DISTURBI DI ANSIA
  • DISTRUTTIVITA’
  • VOCALIZZAZIONI ESAGERATE 

Il cane fa parte di un sistema interspecifico e come tale influenza ed è influenzato dall’ambiente relazionale ed emozionale che vive e in cui è parte attiva.

Il Riabilitatore interviene su sistemi relazionali fragili o compromessi, in cui il problema “del cane” si ripercuote inevitabilmente su tutto il sistema famiglia e in taluni casi ne mette a repentaglio la sicurezza e l’integrità.

Per questo riteniamo che sia necessario che i percorsi riabilitativi non si fermino durante la fase pandemica, perché individuali, perché spesso svolti all’aria aperta e in contesti ampi (centri cinofili)  e soprattutto perché uno stop a questi percorsi (spesso prescritti da veterinari comportamentalisti che in taluni casi decidono anche di mettere sotto terapia farmacologica alcuni soggetti) implica una sospensione che riteniamo ingiustificata nei confronti del benessere del cane e della sua famiglia.

Come sottolineato anche dall’avvocato Elena Frattini “L’evoluzione culturale, normativa e giurisprudenziale di questi ultimi anni ci porta quindi a concludere che per garantire il benessere degli animali d’affezione – e in particolare nello specifico quello del cane – non si debbano solo soddisfare quelli che sono i bisogni primari dell’animale in senso stretto (dormire, mangiare, bere, avere un riparo) ma si debba anche assicurargli una stabilità psico-fisica, nel rispetto delle sue esigenze fisiologiche, etologiche e individuali di ANIMALE SOCIALE.

Si deve quindi garantirgli quotidianamente il soddisfacimento dei suoi bisogni biologici, emozionali, sociali e cognitivi.

Se questi bisogni psico-fisici non vengono pienamente soddisfatti si rischia di comprometterne irrimediabilmente il benessere. “

Nel nuovo DPCM non si fa menzione a quelle che possono essere le problematiche di gestione e comportamentali che mettono in seria difficoltà le famiglie in cui vivono questi cani, con il rischio di un’incidenza incresciosa di abbandoni e cessioni di proprietà, nonché di incidenti domestici anche di possibile grave entità.

Come Istruttori Riabilitatori Comportamentali, consapevoli dell’importanza del nostro lavoro in termini di benessere psico-fisico dei cani con cui lavoriamo non possiamo non prendere una posizione antitetica a quella del DPCM e chiedere agli organi competenti di poterci mettere nelle condizioni di poter continuare a lavorare per il benessere dei sistemi relazionali su cui interveniamo.

Dott.ssa Sabrina Brusa

Istruttore Riabilitatore Comportamentale 

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