Educazione cinofila e relazione con il cane

Non tutti i cani giocano allo stesso modo

I meccanismi di gioco

Non tutti i cani giocano allo stesso modo?
Cerchiamo di capire il perchè?

Alcuni amano mordere e combattere. Altri amano inseguire ma non gradiscono particolarmente lottare con l’oggetto in bocca e non apprezzano il “gioco duro”.

Definiamo tutto questo “Lo Stile di Gioco” ed è compito nostro stabilire, attraverso un processo diagnostico, l’attività che soddisfa il cane e, di conseguenza, dobbiamo farci un piano di lavoro che ci consenta di portare in atto quelle che sono le potenzialità del nostro allievo.

Non tutti i cani giocano allo stesso modo ma vediamo 7 punti che possono aiutarci…

1 – Le preferenze del cane: la differenza nel modo di relazionarsi attraverso il gioco ha origini genetiche o legate all’apprendimento.

Mordere

Ci sono razze come il Pastore Tedesco o il Pastore Belga Malinois che hanno la tendenza a usare la bocca per mordere le cose.

Altre razze non hanno nel repertorio questi comportamenti.

Vi sono poi cani a cui è stato insegnato a non usare la bocca.

Non favorendo un’attività di questo tipo, il cane che va a crearsi, nel periodo sensibile, le sue mappe cognitive ed emotive, quando è di fronte alla possibilità di mordere e contendere qualcosa non lo fa.

Tira e molla

Questo scenario è tipico laddove il tira e molla viene scoraggiato perché inteso come attività che stimola comportamenti aggressivi.

Chiaramente non possiamo forzare un cane a fare il tira e molla, ma, tutto sommato, non è un problema.

Riporto

Con quei cani che non amano mordere e combattere, possiamo fare un sacco di giochi di riporto.

Se questi, poi, non amano nemmeno inseguire e riportare un oggetto, possiamo fare gli stessi movimenti giocando con il cibo in mano come fosse qualcosa da inseguire.

2- Devo adattarmi allo stile di gioco del cane così da renderlo felice.

Considerando che il gioco come evento interattivo tra me e il cane verrà usato anche come premio per i comportamenti di obbedienza, il cane deve amare l’attività.

Se, per esempio abbiamo, un cane che lotta e noi non lo assecondiamo, arriviamo a demotivarlo.

Se, diversamente, stiamo interagendo con un cane che non ama lottare e noi ci mettiamo a fare un gioco duro, andiamo a vanificare il premio.

Ricorrendo ad un esempio “umano” è come se, avendo due figli, uno che ama giocare a scacchi e l’altro che ama il rugby, ci mettessimo a giocare a rugby con lo scacchista e a scacchi con il rugbista.

3- Introdurre le regole.

La questione non è semplice.

Non tutti i cani giocano allo stesso modo.

Le regole sono necessarie perché il gioco sia “produttivo”, ovvero sia utilizzabile come interazione soddisfacente da usare come premio per un buon comportamento. I

Inoltre è un ottimo strumento per controllare l’impulso del nostro amico.

Se il cane ama inseguire, dobbiamo insegnargli a riportare, altrimenti gli lanciamo una volta la pallina e poi possiamo andare a casa.

Se Fido ama lottare, dobbiamo insegnargli a lasciare, altrimenti l’unico ricordo che gli rimarrà è il conflitto che abbiamo creato per farci ridare il salamotto.

Il problema sta nel fatto che se introduciamo le regole troppo presto rischiamo di demotivare il cane.

Diversamente, se troppo tardi, rischiamo il conflitto.

La scelta va fatta in base alle risposte del cane, senza aver paura di fare dei passi indietro in caso di difficoltà.

Il movimento

4- Il coniglio suicida non esiste: dobbiamo muovere l’oggetto che utilizziamo e, magari, muoverci anche noi, sempre allontanandoci dal cane.

5- Colpire il bersaglio. Il cane deve sapere dove andare a colpire.

Il target deve essere prevedibile così che il cane non rallenti per indovinarne la traiettoria. I nostri movimenti devono essere fatti in linea retta, sempre in direzione opposta al cane.

6- Fatelo vincere.

Alcuni dicono “non giocate al Tira e Molla”. Altri dicono ”Se giocate, dovete vincere voi”.

In questo modo il cane smette di divertirsi.

Intanto, per come abbiamo impostato l’attività noi, la vittoria non consiste nel possedere l’oggetto, ma nell’attività attraverso l’oggetto.

Abbiamo insegnato al cane che quando ha qualcosa in bocca può giocare ancora con noi appena ce lo riporta.

Allora lasciamoglielo pure questo oggetto.

Il cane sa che non è quello il premio.

Quello è solo un mezzo per rigiocare con noi.

Non tutti i cani giocano allo stesso modo.

L’eccitazione

7- Nel quotidiano.

Alcune scuole consigliano di mantenere il cane sempre calmo così da controllarlo meglio.

Vi consigliano esclusivamente attività olfattive.

Vi dicono di buttare crocchette per terra così che il cane sia occupato a recuperarle invece di manifestare un comportamento inappropriato.

Guardate che tutto questo non funziona perché la natura prima o poi vi chiede il conto.

Allora, o avrete preparato il cane a controllarsi nei momenti di eccitazione, o né voi né il cane saprete come comportarvi.

Allenatelo quindi all’eccitazione attraverso il gioco per canalizzare tutta quell’energia in un comportamento “civile”: nello sport avrete un esercizio più rapido che vi porterà più punti e nella vita di tutti i giorni avrete un cane che, sebbene eccitato magari per l’arrivo degli ospiti, canalizzerà tutta quell’energia facendo il terra che gli avete chiesto.

Davide Cardia

addestratore ENCI Sezione 1° Dog Trainer Professional riconosciuto FCC Direttore Tecnico del centro cinofilo Gruppo Cinofilo Debù Docente in diversi stage con argomenti legati alla cinofilia e alla sua diffusione Docente corsi di formazione ENCI per addestratori sezione 1 Ospite in radio e trasmissioni televisive regionali Preparatore/Conduttore IPO e Mondioring Autore del libro “Addestramento con il premio” edizioni De Vecchi Curatore del libro “Io e il mio Bullgod” edizioni De Vecchi

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