Sport cinofili

I sentimenti e l’intelligenza del cane: dove sbagliamo?

L’aneddotica che racconta di come l’intelligenza e i sentimenti del cane siano altro rispetto a quello che dice la scienza, fa sì che chi li racconta e li porta come prova del fatto che il nostro amico a quattro zampe abbia un suo valore intrinseco, paradossalmente adotti una prospettiva antropocentrica nella definizione di intelligenza e nella descrizione dei comportamenti, descrivendo quegli episodi che accomunano le azioni del cane alle nostre e raccontando di quanto simili siano le sue capacità a quelle di chi le osserva.

Di fatto, questo comportamento, invece di aiutare ad avere chiarezza sul comportamento del cane, ne danneggia l’immagine.

 Le milioni di specie sulla terra riflettono milioni di anni di adattamento al medesimo ambiente ed alla vita.

Le diverse soluzioni adottate riguardano sicuramente il comportamento ed i processi mentali e pensare che le altre specie condividano i nostri processi mentali è come aspettarsi che noi sapiens condividiamo le strisce delle zebre. 

Nella storia del pensiero troviamo due correnti 

  1. quella di continuità tra noi e il mondo animale
  2. quella dualistica in cui si pone una distinzione netta tra noi sapiens e gli altri animali.

Questo punto di vista è tipico delle religioni monoteiste, in cui il principio di Creazione pone l’uomo al top del creato e gli altri esseri viventi come subalterni. 

Darwin invece rappresenta la pietra angolare, con la tesi dell’evoluzione, della continuità.

La vita è immaginata come un fiume che nel suo percorso incontra gli ostacoli e si dirama, o come un albero le cui ramificazioni rappresentano le evoluzioni delle specie.

Un’immagine di questo tipo è ben diversa da quella che ci veniva proposta sui libri di testo in cui l’evoluzione umana veniva rappresentata come una catena costruita da anelli che andavano dal meno perfetto al più perfetto: l’immagine, insomma, di una lunga serie di tappe che portano ad un miglioramento continuo, verso un progresso in cui l’anello della catena che segue è migliore di quello che precede.

Ma la natura non funziona così: essa è piena di cose inutili e ridondanti e il concetto di lunga catena è sbagliato.

Come è sbagliato cercare l’anello mancante che congiunga due specie.

L’anello mancante non esiste perché non esiste la catena. 

Rispetto ai processi mentali degli animali un bel passo avanti è stato fatto con la grande rivoluzione cognitiva degli anni 70 e con gli scritti di Griffin, ma il pericolo di guardare il cane non attraverso l’occhio della scienza, ma attraverso un punto di vista aneddotico che confronta, per rendercelo più vicino al nostro modo di sentire, il comportamento degli animali al nostro, rischia di danneggiare gli animali stessi. 

L’esempio forse più famoso è quello di Clever Hans, il cavallo che sapeva far di conto.

Sappiamo che Hans non sapeva affatto contare.

Quello che sapeva fare era cogliere i cambiamenti di chi gli faceva le domande.

Ma noi eravamo impegnati a notare la sua capacità di far di conto, invece di comprendere la sua intelligenza sociale e la sua abilità nel cogliere le sottili modificazioni degli atteggiamenti di chi gli stava intorno.

Hans certamente aveva imparato qualcosa, ma non quello che avevamo in mente noi. 

A complicare le cose sta anche il preconcetto culturale di chi osserva. 

Thorndike nei suoi esperimenti descrive le prove fatte da un gatto per tirarsi fuori dalla gabbia. Kohler racconta di come lo scimpanzé Sultan, per risolvere il problema delle banane non raggiungibili, pensa ad una soluzione che arriva attraverso l’insight

Bertrand Russell commenta: gli animali osservati manifestano le caratteristiche del loro osservatore: gli americani fanno mille prove caotiche, i tedeschi si seggono e pensano.

Forse la vera via è conoscere gli altri per quello che sono.

Davide Cardia

addestratore ENCI Sezione 1° Dog Trainer Professional riconosciuto FCC Direttore Tecnico del centro cinofilo Gruppo Cinofilo Debù Docente in diversi stage con argomenti legati alla cinofilia e alla sua diffusione Docente corsi di formazione ENCI per addestratori sezione 1 Ospite in radio e trasmissioni televisive regionali Preparatore/Conduttore IPO e Mondioring Autore del libro “Addestramento con il premio” edizioni De Vecchi Curatore del libro “Io e il mio Bullgod” edizioni De Vecchi

Davide Cardia ha 66 articoli e più. Guarda tutti gli articoli di Davide Cardia