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Acepromazina: farmaco da evitare contro ansie e paure del cane

Uso dell’acepromazina in caso di ansia e paura 

COMUNICATO AVEC

Per molti anni, l’acepromazina (Killitam) è stata l’unico farmaco approvato in Italia, per l’utilizzo al bisogno, allo scopo di ridurre i comportamenti di agitazione durante il trasporto nel cane e nel gatto.

Il farmaco è poi diventato di uso comune anche in altre situazioni che inducono comportamenti di agitazione, generalmente legati all’ansia e alla paura, quali l’esposizione a temporali o fuochi d’artificio.

Tuttavia l’acepromazina, un derivato fenotiazinico, non ha alcun effetto benefico sullo stato emotivo (ansia o paura) dell’animale (Sümegi et al., 2014), ma si limita ad indurre un’inibizione di tipo motorio.

Il meccanismo d’azione di questa molecola consiste infatti nel blocco dei recettori dopaminergici nei gangli basali e nel sistema limbico, associato a depressione del SNC, con sedazione e incoordinazione motoria.

In seguito alla somministrazione di acepromazina, l’animale è quindi sedato dal punto di vista motorio, mentre continua a percepire (anche in modo amplificato) gli stimoli associati all’evento scatenante, e quindi ad esserne impaurito, senza però riuscire a mettere in atto alcun tentativo di fuga. 

Questo può comportare un forte rischio di peggioramento della risposta emotiva e comportamentale conseguente, un processo chiamato di sensibilizzazione (Clough, 1982).

Secondo alcuni autori (Landsberg, 2003; Overall, 1997; Overall, 2002) le fenotiazine possono addirittura incentivare la reattività dei cani ai rumori. Infatti, essendo un agente dissociativo, l’acepromazina altera la capacità del cane di processare e comprendere quello che sta succedendo e la sua risposta allo stesso, rendendo il cane di conseguenza più ansioso (Overall, 2013). L’intensità e la durata dell’effetto delle fenotiazine sono inoltre variabili e possono dipendere dalla razza (Thompson, 1998).

Ulteriori possibili complicazioni date dai farmaci neurolettici fenotiazinici sono l’eccitazione parossistica e l’effetto disinibitorio sull’aggressività, che può rendere il cane pericoloso anche per i proprietari stessi (Crowell-Davis,Murray & de Souza Dantas, 2019). Le fenotiazine non sono quindi farmaci di scelta nel trattamento di paure e fobie, poiché hanno attività ansiolitica limitata e un marcato effetto sedativo (Thompson, 1998). L’uso dell’acepromazina in situazioni legate ad ansia o paura non solo non porta alcun miglioramento a lungo termine del comportamento del paziente, ma provoca un peggioramento del benessere dell’animale durante l’esposizione allo stimolo scatenante. 

Per questi motivi AVEC sconsiglia categoricamente l’utilizzo dell’acepromazina, soprattutto quando usato come intervento unico o addirittura preventivo nel caso animali che mostrano reazioni comportamentali avverse ad un certo evento, per esempio durante i viaggi in macchina, treno, aereo, nave, durante l’esposizione a rumori forti, quali temporali, fuochi d’artificio, o durante le visite veterinarie.

Similmente, AVEC sconsiglia anche tutti i metodi basati su punizioni fisiche e sul flooding, ovvero imporre al cane di permanere a contatto con lo stimolo che induce uno stato emotivo negativo. Sono invece indicati i farmaci ad azione ansiolitica, associati ad interventi di tipo preventivo e a terapie comportamentali che tengano conto dei principi dell’apprendimento (quali la desensibilizzazione sistematica e il controcondizionamento). 

Panoramica sui comportamenti di ansia e paura nel cane e nel gatto 

I comportamenti che sono considerati indice di malessere (generalmente legati ad ansia e paura) e sono manifestati da cani e gatti durante il viaggio in macchina, in aereo o in treno o durante l’esposizione ai rumori forti sono diversi, con intensità variabile a seconda dell’individuo e possono essere: vocalizzazioni, tremori, midriasi, polipnea, tachicardia, scialorrea, ipercinesia con tentativi di fuga o ricerca di luoghi nascosti, minzione e/o defecazione (Anon, 1998; Beaver 1999; Bergeron, 2002; Blackwell et al., 2005; Bower and Youngs 1994; Crowell-Davis, 2019; Dale et al., 2010; O’Farrell 1992; Mariti et al., 2012; Mugford, 1991; Schwartz, 1997; Storengen & Lingaas, 2015). 

Viaggio in macchina 

Molti proprietari si trovano nella condizione di dover trasportare il loro animale domestico in automobile. Questi viaggi possono essere di breve durata (es. pochi minuti per recarsi al parco) o di lunga durata (es. svariate ore per recarsi al luogo delle vacanze). La risposta comportamentale di cani e gatti può avere cause diverse: alcuni animali possono soffrire il disagio legato alla cinetosi, mentre altri possono mostrare uno stato di agitazione poiché anticipano l’evento che segue il viaggio o il viaggio stesso (Anon, 1998; Beaver, 1999; Bower and Youngs, 1994; O’Farrell, 1992; Mugford, 1991; Schwartz, 1997). 

Viaggio in aereo 

Il viaggio in aereo è un’altra situazione dove è stata a lungo prescritta l’acepromazina, nonostante sia riportato che gli indici di stress rimangano invariati nei cani che hanno ricevuto l’acepromazina durante il trasporto (Bergeron, 2002). Inoltre, l’International Air Transport Association invita a non utilizzare l’uso di tranquillanti e sedativi durante i viaggi aerei. 

Sensibilità ai rumori forti 

Circa un cane su due mostra comportamenti ascrivibili ad ansia e paura in presenza di rumori forti, come ad esempio temporali o fuochi d’artificio (Blackwell et al., 2005; Crowell-Davis, 2019; Dale et al., 2010; Mariti et al., 2012; Storengen & Lingaas, 2015). Oltre ad essere un problema frequentemente sottovalutato, gli animali affetti da sensibilità ai rumori possono mettere in atto anche tentativi di fuga, rischiando di ferirsi anche gravemente o andare persi. 

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