Canicross e corsa con il caneLe interviste di Dogsportal.it

TDM: intervista a Camilla Bottin e Silvia Serugeri

In queste ore si sta svolgendo sulle Alpi Francesi , nella zona dell’Oisans, il piu’ grande evento di Canicross Europeo il Trophee des Montagnes TDM, 10 gare emozionanti di canicross in 9 giorni .

Italo Orru’ , Mattia Minori , Luca Dolci , Andrea Piras e David Piras sono presenti per tutta la durata del Trofeo . 

Nicoletta Cogoni, già veterana della competizione , ha scelto di partecipare ad alcune gare random.

La mia scelta di intervistare qualcuno è caduta su Camilla Bottin e Silvia Serugeri, assolute debuttanti di quest’anno , che hanno scelto le tre gare centrali dell’evento .

Salve ragazze !!!! Volete fare una vostra piccola presentazione

C. Se ci fosse una coppa da vincere per affiatamento non ce la leverebbe nessuno! Sono Camilla Bottin, 29enne padovana e corro con la mia Eva, border collie di 3 anni da poco più di un anno e mezzo. Già padrona di Joy, border collie pazzo per l’agility dog, avevo in mente di far proseguire la tradizione del “vai hop” alla piccola di casa ma il caso volle che a soli sei mesi successe una disgrazia: due fratture alle zampe in poco tempo. Non vi dico la disperazione di pensare alla prospettiva per una cucciola così vivace di restare zoppa a vita… Eppure, grazie a veterinari bravissimi, Eva ha recuperato al cento per cento tanto che è stato naturale sfogare la sua voglia di fare nella corsa. Ho scoperto il canicross per caso come alternativa all’agility e da quel momento ce ne siamo innamorati, Eva mi ha trasformata in una podista, facendomi amare la bellezza della corsa. Nulla equivale la complicità che si crea mentre siamo insieme, lei è effettivamente la mia spalla, la compagna di squadra che vorresti sempre a fianco. Abbiamo vissuto due stagioni Csen e una UISP, di cui siamo campionesse italiane della nostra categoria. Lo scorso anno abbiamo avuto la fortuna di essere convocate agli Europei Ecf in Italia come membri della nazionale azzurra. Anche se non siamo potenti o veloci, abbiamo indossato con orgoglio la maglia italiana. Ora siamo al TDM… Che dire, un’altra avventura insieme!

S.Sono Silvia 38 anni bresciana, ho adottato maya che aveva sette mesi, conquistata dalla dolcezza del suo sguardo in un appello di Facebook. Quando è arrivata da me era una “bracca” di ossa, non conosceva nulla del mondo esterno, anche una semplice passeggiata al guinzaglio diventava motivo di paure ed ansie. Sono dovuta diventare la guida di questa cucciolona, filtrare le esperienze e darle sicurezza…e lei piano piano è sbocciata. Il nostro ambiente sono la montagna e i boschi dove i ruoli si invertono e Maya guida me in un mondo di odori. L’evoluzione dalle passeggiate alla corsa in montagna è diventata una cosa quasi naturale e così poi scopriamo il canicross. Il nostro impegno agonistico inizia un anno fa con allenamenti più regolari. Tentiamo poi la selezione per la nazionale per i mondiali canicross 2018 e partecipiamo al campionato csen e uisp. Come quelle cose belle che quasi non ti aspetti arriva la convocazione per la Polonia. Guardo Maya e mi stupisco di quanto sia cresciuta in questi anni, diventando una nobile e fantastica kurzhaar, la “bracca” di ossa è un lontano ricordo e mi dimostra ogni giorno come si possa sempre migliorare se ci si impegna sodo.

Cosa vi ha spinto a provare questa esperienza ?

S.Camilla mi ha proposto la follia di spararsi sei ore di auto per tre gare del tdm, per provare una gara internazionale di canicross in montagna. Ho accettato subito, poi arrivata la notizia della convocazione ho pensato che fosse giusto vedere come si sarebbe comportata maya in un contesto più grande delle solite gare. Vedere se la tranquillità e la concentrazione acquisite nella stagione agonistica erano consolidate.

C. Cosa mi ha spinto? Scopro di avere delle ferie inaspettate a inizio agosto e son da sola. Ecco che serpeggia in me l’idea di una Grande Avventura… Volevo fare qualcosa di divertente che coinvolgesse anche la mia cucciolotta. Ad un certo punto arriva la folgorazione, sono i giorni del TDM! Ho letto talmente tanti articoli e post degli atleti italiani che ci son stati che mi ero creata un immaginario mitico, quasi eroico. Ho voluto far parte pure io della magia del TDM (confermo, esiste!) e ho coinvolto in questo mio progetto Silvia, già mia compagna di stanza durante la stagione di canicross, nella speranza che mi dicesse di sì visto che da sola non avrei mai affrontato un viaggio così lungo. Inutile dire che non ha nemmeno dovuto pensarci ! sai com’è, tra matte ci si capisce

Come sono stati questi 3 giorni di gara? Perché solo 3 gare e quelle centrali?

S.Abbiamo scelto le tre centrali sia perché un po’ più vicine tra loro, sia perché permettevano arrivo e partenza in Francia con la speranza di non beccare le code di vacanzieri…donne pratiche siamo . Inoltre non volevo aumentare il rischio di infortuni per me e Maya in previsione della Polonia (NDR: a ottobre in Polonia si svolgeranno i mondiali ICF )

C. Abbiamo scelto le gare centrali per motivi pratici, per evitare le colonne del weekend. Un po’ di agitazione c’era, Villard Reculas e le sue discese mi erano rimaste impresse dalle letture dell’anno precedente… Vuoi che siamo state così pirlotte da scegliere proprio quella più pericolosa? Ma tutte le ansie si sono dissipate al vento appena ho attaccato Eva alla linea. Siamo qui per divertirci e ci divertiremo! Ci siamo impegnate certo (che gara sarebbe altrimenti!) ma sempre con lo spirito di portare a casa un nuovo bagaglio di esperienze. Così è stato e torniamo alla stagione italiana cariche di grinta.

Come si sono comportati i vostri cani ?

S. Maya è stata magnifica. Mi ha regalato tante emozioni, ha affrontato il casino e le attese alla partenza con tranquillità ma anche con grinta. È instancabile e potente, nonostante la sua taglia da bracca piccina, pesa solo 20 kg e rispetto ai bracchi e greyster presenti è minuta. Ma ha messo cuore e testa in ogni metro fatto insieme.

C. Eva è una cagnetta perfetta, al momento della partenza sembra quasi estraniarsi da tutto il casino che la circonda. Solo lo sguardo ha fisso su di me. Lei ama tantissimo correre perché è un’attività che possiamo fare insieme e me lo fa capire in tutti i modi, è attentissima ad ogni mio movimento e comando. Poi, nei momenti dove era concesso sganciare il cane in free per discese pericolose, è stata una bomba. Scendeva un po’, mi aspettava, mi spronava, ripartiva restando sempre a mezzo metro da me. È lì che si è vista la sua natura di cane pastore, mi ha letteralmente guidato all’arrivo. Sono davvero orgogliosa di lei! Queste tappe sono state un’ulteriore conferma che il nostro legame è saldo e cominciamo ad essere un binomio maturo, pronto per alzare il tiro. Ma per questo devo ringraziare Davide Alessio che ci aiuta e ci ha aiutato tantissimo a crescere standoci sempre vicino negli allenamenti e dandoci gli strumenti per fare sempre meglio

Cosa portate a casa come bagaglio di esperienza cinofila e tecnica?

S. Le discese! Sono il mio tallone d’Achille, mi facevano molta paura, mai affrontate serenamente. In previsione del tdm ho insegnato a maya a correre accanto o dietro di me a seconda della necessità senza dover tenere linea imbrago o collare così mi concentro sugli appoggi e la corsa e personalmente ho visto i risultati. Abbiamo anche fatto esperienza sui sorpassi, nelle nostre gare non capita così spesso di farli ma qui sì e quindi abbiamo affinato la tecnica.

C. Innanzitutto abbiamo capito che l’imprevisto è dietro l’angolo, a partire dalle persone scorrette che su sentiero stretto non ti danno il trail e rischi l’effetto tappo. Il TDM è meraviglioso perché ti offre un ventaglio davvero ampio di salite e discese tecniche in cui l’importante è tenere i nervi saldi e restare concentrati. Basta un attimo di disattenzione e finisci con la faccia spalmata a terra. Per noi è stato un ottimo allenamento, una palestra di canicross considerando anche che si svolgeva in un contesto internazionale. È diverso dalle gare a cui siamo abituate ma sono sicura che la testa, intesa come capacità di concentrazione in ambienti gara diversi, ne avrà tratto di sicuro beneficio.

Rispetto ciò che vi sembrava da casa come vi è sembrato nella realtà il tdm , anche se solo relativamente alle 3 gare disputate

S. Mi immaginavo un’organizzazione Svizzera…invece è simpaticamente francese e quindi all’inizio pare un casino e poi invece si risolve tutto. Temevo terreni super scoscesi e accidentati, invece bei fondi, segnalati bene, insomma da godere.

C. Il TDM ha un’atmosfera di “festa”, non saprei proprio come spiegarlo… La gente gareggia ma sempre con il sorriso, si è tutti abbastanza rilassati. I percorsi erano stupendi e sempre ben segnalati ma riguardo all’essere rilassati anche gli organizzatori lo erano, forse troppo . Credo che comunque la logistica un po’ naif faccia parte anch’essa del clima “selvaggio” del TDM. Per due come noi, provenienti dal Lombardo Veneto ex austriaco, precisetto e puntiglioso, è stato un po’ straniante ma siamo sopravvissute senza problemi e questo grazie al supporto del team Italia che ci ha affiancato e supportato anche nella gestione della “burocrazia”

Qual è stato il vostro momento/ricordo migliore che vi portate a casa ?

S. Momento migliore…correre nel verde e nel vento a più di 2000 metri io e maya…felicemente selvagge!

C. Il momento migliore? Senza dubbio durante la tappa di Allemont. Le gare a cui siamo abituate sono molto più sprint per cui, appena uscite dal sottobosco, ci siamo trovate in una leggera discesa che sfociava nel piano. In quel momento, trovandoci nel nostro percorso “ideale”, abbiamo acceso i motori e abbiamo fatto l’ultimo km in volata facendo un sacco di sorpassi.

È quello peggiore?

S. Momento peggiore…la salita finale della gara di Villard Reculas…non finiva più!

C. Il momento peggiore? La caduta poco dopo il Lac du Pontet, per guadagnare posizioni abbiamo aumentato la velocità in discesa ma il terreno infido mi ha fatto scivolare. Nulla di grave per fortuna, solo un paio di botte. Eva mi è saltata addosso preoccupata ma siamo riuscite a ripartire subito senza danni. Abbiamo la scorza dura! Poi le salite in stile vertical… Ecco, quelle credo che non le ami nessuno

A livello di binomio c’è stato un momento di complicità ? Se sì, quale?

S. Io e maya complici nelle attese alle partenze dove lei scalpitava ma comunque si riferiva a me con piccole musate, come a chiedere quando era il nostro turno. E poi nessun bisogno di chiacchiere o comandi inutili, mi sono affidata a lei, solo nelle discese tecniche ho gestito io la situazione.

C. Durante la gara dell’8 agosto a Villard Reculas era molto caldo perché c’erano dei tratti esposti al sole tanto che temevo per la salute di Eva. Ho lasciato che si regolasse lei trottando o camminando quando era stanca o accaldata, senza mai sforzarla. Complicità è anche questo, capire quando non puoi chiedere di più al tuo cane, rispettando il suo benessere.

Cosa avete apprezzato dei vostri compagni di avventura italiani?

S. I veterani italiani ci hanno accolto e guidato con pazienza soprattutto nella mia ansia di non trovare il punto di partenza ( qui si ritorna all’organizzazione un po’ naif francese). Hanno condiviso la loro esperienza sui percorsi aiutandoci nella strategia di gara senza segreti, ben coscienti che la differenza la fanno gambe e polmoni, non il tenersi per sé l’esperienza. È segno di umiltà e spirito sportivo vero. Questo atteggiamento mi ha aiutato a vivere le emozioni più serenamente.

C. I nostri compagni di avventura italiani sono stati davvero carinissimi, ci sono stati sempre a fianco con consigli e supporto (e validi alleati di mascelle nel terzo tempo!) Quando ti trovi all’estero, avere un gruppo con cui respirare “aria di casa” fa veramente la differenza, ti dà la carica. Poi i podi di atleti come Mattia e Italo li abbiamo sentiti davvero come “nostri”… L’Italia sul tetto del mondo!!

Ora che avete “assaggiato” l’esperienza , ripetereste il prossimo anno? Perché ?      

S.Sarebbe bellissimo, magari altre gare rispetto a quelle fatte, forse saremo mature io e maya per farle tutte chi lo sa… Comunque è stata una sferzata di energia in un periodo di intensi allenamenti ritrovare la gara, l’intesa con maya, il confronto con gli altri, tornare a correre semplicemente insieme nei boschi come è stato fin dall’inizio della nostra storia

C. Di sicuro il TDM è un’esperienza che mi piacerebbe ripetere, sarei curiosa di provare anche le altre tappe. Poi a distanza di un anno mi auguro che saremo ancora più allenate per poter essere maggiormente competitive e mettere un po’ di “pepe” ai sederi delle “cavallone” straniere che corrono con cani giganti, noi così piccole e tappe. Del resto Bottin, nella botte piccola sta il vino buono

Grazie ragazze e buon rientro!


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Sara Gualco

Educatore cinofilo presso Zampa dopo Zampa

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