Educazione cinofila e relazione con il cane

Viaggio nell’intelligenza del cane.

Cosa intendiamo per intelligenza? 

La capacità di “obbedire” o di ascoltare o la capacità di trovare soluzioni a problemi?

Stanley Coren, psicologo umano e ricercatore, sul tema ha scritto libri interi, creando graduatorie e definendo in classifiche i cani più o meno intelligenti.

Stanley Coren Docente di psicologia alla University of British Columbia, ha pubblicato numerosi libri fra cui Cani e padroni (1999) e Il tuo cane per negati (2011).

Il difetto di tale classifica risiede sul fatto che si basa principalmente sull’obbedienza e sull’adattabilità dei diversi cani allo sport.

Naturale quindi che il primo gradino del podio, in tal caso, sia occupato dal Border Collie, cane dall’alta addestrabilità grazie alla sua altissima sociabilità, dote caratteriale che lo contraddistingue nel lavoro con l’essere umano; al contrario, Levrieri e Bulldog si ritrovano ultimi della classe, in quanto capaci di indipendenza rispetto all’umano che li accompagna o incapaci di essere “obbedienti” con costanza nei confronti del proprietario.

foto  di archivio

Insomma, dipende dai punti di vista.

Fondamentale a questo punto è capire cosa intendiamo per intelligenza nei cani:

da definizione

l’intelligenza è la capacità di percepire informazioni e di ricordarle sotto forma di conoscenze, da applicare alla risoluzione di problemi. Quindi, la “capacità di imparare in fretta” potrebbe essere presa come un segno di intelligenza, ma bisogna sottolineare che tale capacità può essere

facilmente influenzata da:

  • Efficacia delle ricompense
  • Motivazione
  • Livello di attività del cane
  • Memoria di razza
  • Appetibilità del cane (nel caso usiamo come rinforzo il cibo)
  • Preparazione del conduttore

L’intelligenza dunque va al di là della disponibilità di un cane di obbedire ad un ordine, e si spinge verso la capacità di osservazione, di comprensione, di adattamento e non per ultimo, le capacità geneticamente determinate dalla razza in questione.

L’intelligenza inoltre, può venire sviluppata e coltivata, o addirittura limitata, dai fattori ambientali, esperienze vissute o non vissute e dipende molto dal tipo di umano con il quale il cane ha la fortuna di vivere.

Il rapporto Uomo-Cane è un parametro fondamentale: al di là della razza, un proprietario con “capacità cinofile” in grado di stimolare il proprio cane in maniera corretta, fargli vivere esperienze e situazioni diverse, proponendogli attività diversificate e interessanti, con motivazione ed interesse, di certo avrà un cane “più intelligente” rispetto ad un proprietario che “non vive assieme al proprio cane”, ma che vede l’amico a 4 zampe non come un amico/compagno di avventure,

ma più come un “nano da giardino”, giusto per citare la grande Valeria Rossi.


Se prendiamo il concetto di intelligenza umana, vedremo che nella storia si è tentato molto spesso di dare una definizione univoca e standard senza troppo successo. Il motivo di tale insuccesso risiede nel fatto che

l’intelligenza non è qualcosa che si possiede o non si possiede, ma è un mosaico di elementi che trovano espressione in tutti i nostri comportamenti e pensieri (Dott. Lorenzo Magri – Psicologo).

Quindi, per ritornare ai cani, è lo stesso Stanley Coren ad individuare diverse forme di intelligenza:

  • Intelligenza istintiva: ciò che il cane è in grado di fare fin dalla nascita
  • Intelligenza adattativa: ciò che il cane impara a fare solo attraverso l’esperienza
  • Intelligenza funzionale: ciò che il cane impara a fare solo attraverso l’educazione e l’insegnamento
  • Intelligenza spaziale: si riferisce alla capacità di un cane di ritrovare ad esempio la strada di casa

È fondamentale affermare, che il cervello è l’organo più importante nella costruzione dello stile comportamentale di una specie; si tratta di un organo di coordinamento che dà luogo al modo in cui una specie si comporta nella sua relazione con il mondo. Questo vale per molteplici campi dell’essere animale, dall’aspetto predatorio a quello riproduttivo fino al procacciamento del cibo.

Il cervello è quindi una struttura che, pur avendo condizioni simili, ha specializzazioni differenti per cui è corretto parlare di una pluralità cognitiva: specie differenti presentano intelligenze differenti

(Roberto Marchesini – Il cane è più intelligente del gatto?).

Anche secondo lo psicologo Howard Gardner di Harvard, si dovrebbe seriamente guardare all’intelligenza come ad un insieme di abilità mentali primarie, ciascuna delle quali considerabile come una facoltà a sè stante o una dimensione separata dall’intelligenza, definendole Intelligenze Multiple. Nonostante la teoria di Gardner fosse intesa per descrivere l’intelligenza degli esseri umani, essa comprende alcune specifiche abilità che il cane sembra possedere:

  • Intelligenza spaziale: è caratterizzata dalla capacità di avere in testa un modello dell’organizzazione del mondo circostante, ad esempio, un cane che ricordi dove si trova il gioco preferito o dov’è la sua cuccia
  • Intelligenza corporeo-cinestetica: corrisponde alla capacità di muovere e coordinare il corpo
  • Intelligenza intrapersonale: auto-cognizione, ossia conoscere le proprie capacità e i propri limiti; rivela questo tipo di intelligenza un cane che eviti o rifiuti di saltare una barriera o un fosso troppo alti o larghi
  • Intelligenza interpersonale che comprende tendenze sociali come la capacità di accompagnarsi ad altri o di assumere il comando e altri ruoli

(Stanley Coren – L’intelligenza del cane)

Si potrebbe inoltre aggiungere anche l’intelligenza “empatica”, ossia la capacità, che molti di noi notano nel loro amico a 4 zampe, di immedesimarsi e comprendere gli stati d’animo degli altri tramite il linguaggio non-verbale.

L’inserimento di competenze e sensibilità sociali all’interno della cerchia dell’intelligenza ci collega al concetto di coscienza.

Nicholas Humphrey è uno psicologo britannico, conosciuto per i suoi lavori sull’evoluzione dell’intelligenza e della coscienza umana.

È lo psicologo Nicholas Humphrey ad affermare che la coscienza e gran parte dell’intelligenza superiore si sono evolute per permettere agli animali, in questo caso ai cani, di affrontare situazioni sociali.

Foto di archivio

Alla luce di tutto questo, mi pare riduttivo affermare che un Border Collie sia più intelligente di un Levriero, basandosi solo sul piano dell’apprendimento tralasciando tutti i fattori che abbiamo elencato e descritto.

L’intelligenza è un mosaico di fattori, abilità e conoscenze che collaborano e trovano espressione nei comportamenti della vita quotidiana, il tutto spesso al di la dell’apprendimento funzionale.


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Ylenia Zampieron

Nata a Bassano del Grappa il 4 Febbraio del 1986, Dog Trainer Professional riconosciuto FCC, Educatore CSEN e Istruttore Cinofilo presso il Centro Borgocinofilo Mikamale di Padova. Da sempre affascinata dal mondo animale e in particolare da quello cinofilo. Comincia il percorso assieme al suo AustralianCattleDog in Protezione Civile come Unità Cinofila da Soccorso, per ampliare in seguito le sue conoscenze del mondo dei cani. Amante della montagna coordina il progetto MountainDogWalk.

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