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Comodo farsi tirare dal cane: guida galattica per canicrossisti*

di Camilla Bottin

Comodo farsi tirare dal cane: guida galattica per canicrossisti*

*Trattasi di articolo ad alto tasso ironico, prendere i consigli “come chèl viene”. 

Se ti hanno detto almeno una volta “Comodo farsi tirare dal cane” ecco per te un prontuario di risposte da tenere in tasca per affrontare quella che è una delle espressioni che ritornano con maggiore frequenza nelle orecchie di chi fa canicross. 

Io sono un’arzarola per necessità. Cosa c’è nella nebbia in Valpadana cantavano Cochi e Renato. Io lo so, ci sono sei zampe. Le mie e quelle di Eva, la pelosa (però le zampe pelose sono le sue, sia chiaro!). 

Quando non hai uno straccio di sterrato decente vicino casa, l’alternativa è prendersi la torcia in cui i Kilowatt piovono come cavalli in un’auto da corsa, uscire di casa col buio e sperare che al termine della corsa – complice la nebbia – non ti porti a casa una pantegana al posto del cane. Nutriacross, suona bene, sarebbe da proporlo alla Brambilla.

Mia madre mi dice “Ma dove vai che c’è il CoronaVirus!” Prima era, ma dove vai che ci sono gli uomini che ti aspettano nell’ombra. Ecco, adesso queste due immagini si sovrappongono nella mente: il CoronaVirus è lì, acquattato nell’ombra, e io mi difendo con una ferocissima cagnetta tirabaci. Ma la verità è che quei dannati argini non se li fila nessuno. E non trovo NESSUNO. 

Ma quando nei fine-settimana esco alla luce del sole e scelgo di correre su percorsi frequentati anche dal resto dell’umanità, ecco che la considerazione scaturisce, puntuale come un orologio svizzero: “Comodo farsi tirare dal cane, eh!” E ogni volta non so cosa rispondere. Per questo ho deciso, forte della mia esperienza, di prepararvi un vademecum da usare all’occorrenza, a seconda del contesto. 

  • Prima risposta “Sì, ma bisogna stargli dietro!” (al cane), da usare quando a parlare è il tapascione della domenica

La mia degna compare pelosa è stronzetta. Sì, esatto, avete capito bene. 

Quando parte decide improvvisamente che deve scaricare tutti gli 800 cavalli motore che ha in corpo e ti trovi a fare compagnia a Bekele. Poi di colpo, dopo 2 km, decide che è a posto così e se ne va al trotto. È soddisfatta. Tu intanto te ne stai lì a boccheggiare dopo che hai assaggiato tutti i moscerini e fatto il pieno di proteine perché non riuscivi a chiudere la bocca da quanto forte andavi. 

Ma il percorso mica finisce dopo 2 km! Col ritmo spezzato e il battito a mille, provi a recuperare una parvenza di normalità cercando di tenere il passo delle fury road precedenti. Ma mancano ancora 4 km. Un’esperienza intensa di cambi ritmo che sarebbe bene far provare ai suddetti “parlatori”. 

  • Seconda risposta: “Vuoi provare in discesa?”

Questa risposta va usata in un contesto trail, quando il trail runner di turno ti guarda con aria di disapprovazione. Col cane è come essere su uno skilift, pensa lui. Le salite manco le senti. 

In parte può essere vero, ma dove c’è salita c’è anche discesa. E nel nostro caso la discesa è una pista nera. Sapete che si parla della “vista lunga” nel trail: si guarda avanti per immaginare già il passo successivo nella discesa. 

Col cane davanti fai fatica a mantenere il controllo, ti trovi a ruotare le gambe su sassi, radici, foglie a ritmo forsennato. E le curve te le fai così strette che ne esci con una corona d’alloro in testa. E se urli “stop” si ferma di colpo e tu ti ritrovi a proseguire sul sentiero a faccia in giù. 

Se c’è fango è come essere sullo snowboard. Io lo farei provare a quelli con la lingua lunga, tanto invidiosi.  

  • Terza risposta: “Il cane sta meglio di me!

Questa risposta è da usare quando a dirtelo è la sciura che ti guarda come un maltrattatore di cani. Lo stai sfruttando giusto per non fare fatica, sei una brutta persona. Un peso morto che si fa trascinare di qua e di là. 

Il cane, se non ha voglia, mica va avanti. È intelligente. Mica come te, che se c’hai la tabella da seguire, esci che la voglia è pari a zero. O ti tocca lavorare lo stesso, anche se staresti a letto. Questo dovete dire alla sciura, il cane corre perché LO VUOLE. Tu invece, se non hai voglia, le cose le devi fare lo stesso: chi è la specie più evoluta qui?

A parte gli scherzi, se alla fine del vostro giro avete modo di avvicinare la persona che ve l’ha detto, dovete assolutamente spiegargli che… la corsa in binomio è la cosa più bella che c’è.

Che ormai uscite di casa senza portafoglio ma mai senza cane perché diventa improvvisamente triste correre da soli. Il tempo non passa mai. Non avete nessuno che è contento di soffrire con voi. Che vi guarda con gli occhi brilluccicosi anche se siete su un argine del piffero. E che a fine giro vi ringrazia come non mai, lavandovi da capo a piedi. 

Con questo vademecum vi voglio ricordare che, se per caso avete un cane e volete correre insieme a lui, ci siamo noi dell’associazione Cerbero Team – Racing dogs, che siamo persone SERIE (il tono dell’articolo lo conferma!), pronte a sostenervi in questa avventura. Ad allenarci insieme, a fare terzi tempi insieme, a divertirci come matti. 

Basta ai “Comodo farsi tirare dal cane”, entra anche tu nel gruppo di quelli che si fanno tirare dal cane e sono consapevoli di aver fatto la scelta migliore del mondo!  

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