Cani in acqua: sport cinofili acquaticiBenessere del cane

Ipersodiemia nel cane e avvelenamento da sodio: come comportarsi al mare?

Che cos’è l’ipersodiemia nel cane? Cerchiamo di parlarne su Fluidog, la rubrica dedicata al cane in acqua, per capire come prevenirla con il buon senso e l’osservazione del nostro cane.

In parole povere: l’assunzione di una quantità eccessiva di sale in breve tempo causa una disidratazione delle cellule del corpo le quali rilasciano acqua per diluire il sale in eccesso e ripristinare di conseguenza il corretto livello di sodio nel sangue (nel cane la concentrazione fisiologica di sodio sierico varia tra 135 e 155 mmol/L.).

Ipersodiemia nel cane, comunemente descritto come avvelenamento da sodio. Cerchiamo di capire come evitarlo, osservando il nostro cane in acqua
Ipersodiemia nel cane, comunemente descritto come avvelenamento da sodio. Cerchiamo di capire come evitarlo, osservando il nostro cane in acqua

Ipersodiemia che cos’è?

Come spesso accade, le prime cellule a subire danni da questo stato sono quelle cerebrali e le manifestazioni cliniche di tipo neurologico (letargia, debolezza, vocalizazioni, rigidità muscolare, crisi convulsive) se trascurate possono portare l’animale alla morte per rottura vascolare e conseguente emorragia cerebrale. 

I sintomi

Dunque l’eccessiva ingestione di acqua marina con contestuale perdita di fluidi ipotonici (acqua) causata da diarrea e vomito, disturbi piuttosto frequenti dopo una giornata trascorsa in spiaggia, può dare ipersodiemia nei nostri cani. 

Che cosa fare in caso di ipersodiemia nel cane?

L’intervento di primo livello da parte del proprietario sarà quello reintegrare i liquidi dissetando il cane a piccoli sorsi e poi subito di corsa dal veterinario. 

Ma come dice un vecchio adagio: prevenire è meglio che curare.

Cerchiamo allora di capire…

possiamo insegnare al cane a non bere l’acqua di mare e di fatto ad ignorarla.

Dal mio punto di vista occorre agire su due fronti:

Abilità natatorie del cane

Corretta gestione del gioco

Regola generale:  non arrivare in spiaggia col cane assetato.

Dunque facciamolo bere frequentemente soprattutto se deve affrontare un viaggio per arrivare a destino. Continuiamo poi a farlo bere in spiaggia con cadenze regolari. Con altrettanta regolarità portiamo il cane a fare pipì (non in spiaggia): mingere infatti è la modalità con cui viene eliminato il sodio in eccesso da parte dell’organismo.

Prevenire l’ipersodiemia nel cane

ABILITA’ NATATORIE: istinto o apprendimento?

Se il cane si affida solo all’istinto di muovere le zampe, lo farà in modo non efficiente ai fini dell’avanzamento in acqua e prima o poi finirà per stancarsi, per essere in balia della corrente e delle onde e a ingerire acqua.

Insegnare al cane il corretto assetto di nuoto

Il movimento scoordinato degli arti superiori genera schizzi d’acqua e per quei soggetti meno timorosi e di maggiore temperamento quelle bordate d’acqua sul muso diventano un gioco divertente,   sono da “beccare al volo” a bocca spalancata.

E’ indispensabile dunque insegnare al cane ad acquisire il corretto assetto di nuoto e la consapevolezza del lavoro che sta compiendo. 

La facilità con cui un cane acquisisce un corretto assetto di nuoto dipende anche dalla conformazione fisica del cane, dalla sua preparazione fisica e dalla capacità del proprietario di guidarlo nell’acquisizione di questa abilità.

Osservare il cane in acqua

Denota un corretto assetto di nuoto il posizionamento orizzontale del cane con muso e coda, a filo d’acqua ed il dorso leggermente sommerso.

L’avanzamento è garantito dal movimento sincrono di tutti e quattro gli arti.

La testa mantenuta in avanti (con la mascella a pelo d’acqua) consente al posteriore di rimanere in asse rispetto alla superficie dell’acqua e alle zampe anteriori di restare costantemente immerse durante tutto il ciclo della “zampata”.

Diversamente la testa mantenuta alta fa affondare il posteriore ed il cane inizierà ad annaspare, a ingerire acqua, a verticalizzare,  ad andare in panico e….lascio a voi immaginare le conseguenze. 

Correggere l’assetto del cane per evitare l’ipersodiemia nel cane

Per correggere l’assetto di nuoto appoggiagli una mano sulla pancia ed agisci in modo da sollevargli il posteriore.

La correzione è facilitata se il cane indossa una pettorina dotata anche dell’ anello inguinale che permette al conduttore di sollevare proprio la parte compresa fra il dorso e la groppa del cane.

L’acqua è un elemento da sfruttare per ampliare le competenze della nostra ombra con la coda.

Nuotare insieme al cane

Nuotare insieme al cane è un’esperienza bellissima ma ha senso  se è finalizzata a costruire qualcosa di utile dal punto di vista della relazione e della fiducia, dell’ascolto e dell’attenzione.

Alcuni cani insicuri quando nuotano col proprietario vanno in frustrazione, tentano di assalirlo e a  dissipare questo stato di stress “lappando” l’acqua.

Le “regole del buonsenso” per la prevenzione dell’ ipersodiemia nel cane

Con questi soggetti o comunque con cani alle “prime armi” userei molto buon senso.

  • Evita dunque di portare il cane a largo.
  • Rimani invece dove tocchi e hai la possibilità di “correggere” il cane.
  • Insegnagli a rispettare le giuste distanze da te e ad affiancarti.
  • Inizia a camminare parallelamente alla battigia chiedendo al cane una condotta mentre nuota.
  • Esegui ripetutamente questo esercizio avendo il cane una volta esposto verso riva ed una volta esposto verso il largo in modo da abituarlo anche alla visuale dello spazio aperto, alle correnti e alle onde dirette.
  • Man mano che la confidenza con l’acqua aumenta, inizia ad abituarlo al tuo assetto di nuoto e alle tue bracciate fino a raggiungere gradualmente il largo in uno stato di completa tranquillità, tua e del tuo cane.

Gioco in acqua con il cane: strumenti e modalità 

Riporto in acqua?

Nell’immaginario collettivo il gioco principe in acqua è il riporto.

Secondo il mio punto di vista il riporto in acqua ha senso se lo insegno esercitando anche la staidness e non semplicemente lanciando qualcosa in acqua e lasciando che il cane dia da matto per recuperarlo affondando spesso la testa sott’acqua col rischio di ingurgitarne una buona quantità, scopriamo come fare per prevenire l’ipersodiemia nel cane

Questo modo di fare è a mio avviso uno stereotipo sul gioco assai limitante se non addirittura dannoso che va assolutamente criticato.

Regole di buon senso per giocare in acqua con il cane e prevenire l’ipersodiemia nel cane

  • in tutti i contesti acquatici risulta di fondamentale importanza per la sicurezza insegnare al cane ad entrare in acqua solo su nostro segnale.
  • nella quotidianità è utile insegnare al cane che non tutti gli oggetti sono “recuperabili”. Evita  di lanciare sassi, bottiglie di plastica, legnetti al tuo cane invitandolo a riportarli. In mare spesso abbondano detriti di questo tipo ma se il tuo cane ha imparato ad ignorarli diminuirà la probabilità che beva acqua nel tentativo di “abboccarli”;
  • “abboccare” un oggetto in maniera corretta è un insegnamento consigliato. Insegnare al cane a “prendere” delicatamente l’oggetto in acqua e tenerlo in bocca nel modo opportuno evita anche il rischio di bevute indesiderate;
  • non tutti i “riportelli” acquatici sono adatti per il mare.
    Quelli da retrieving sono testati principalmente per il riporto su terreni paludosi e dunque con presenza di acqua dolce. Hanno la caratteristica di avere una forma allungata, di essere di un materiale spugnoso che galleggia, morbido tra i denti ma col difetto di trattenere l’acqua e di rilasciarla in bocca nel momento della presa.
    Meglio dunque utilizzare riportelli rigidi o una cima raccolta a treccia, di materiale plastico forse meno piacevoli da tenere in bocca ma che non si impregnano d’acqua.
  • la tanto amata pallina ha una forma poco adatta al riporto in acqua. Non consente infatti un abbocco a tenaglia e di conseguenza  espone il tratto orofaringeo all’acqua marina.

Quanti casi di ipersodiemia ho visto?

Nella mia esperienza ultradecennale di lavoro in acqua con i cani non mi è mai capitato di assistere a casi di cani colpiti da ipersodiemia.

Neanche il mio compagno a 4zampe  che da aprile a ottobre si addestra costantemente anche con condizioni meteo marine non ottimali ha mai avuto sintomi associabili a ipersodiemia ( e la mia golden, con cui tutto è iniziato nel 2002, mi ha lasciato all’età di 16 anni). 

Esiste tuttavia un rischio da avvelenamento da sodio per i nostri cani che non va sottovalutato ma che con gli opportuni accorgimenti e insegnamenti è possibile azzerare quasi del tutto.

Per questo motivo è importante diffondere buoni contenuti per prevenire l’ipersodiemia nel cane, senza creare allarmismo pericoloso.


Nota:  non sono medico veterinario pertanto mi sono limitato a sintetizzare qualche informazione reperibile in rete e basarmi sulla mia esperienza.

Paolo Toso

Preparatore Tecnico Unità Cinofile di Soccorso in mare dell'Associazione SEA RESCUE SCHOOL K9 di Fano

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