Pet Therapy e Tossicodipendenza: il libro e l’intervista
Intervista ad Aroldo Linari e Andrea Tarelli per l’uscita del libro :
Pet-therapy e tossicodipendenza
Esperienze di Interventi Assistiti con gli Animali in comunità.
In questi giorni è uscito un nuovo volume per la collana di Erickson dedicata agli IAA (Pet therapy).
Pet Therapy e Tossicodipendenza
Il volume ‘Pet-therapy e tossicodipendenza‘ presenta una disamina sulla tossicodipendenza e sull’importanza dei percorsi riabilitativi in quest’ambito.
In particolare, vengono messi in luce gli effetti positivi delle esperienze di Interventi Assistiti con gli Animali avviate presso la Comunità di San Patrignano a San Vito di Pergine Valsugana.
Quella della comunità di San Vito ha rappresentato un unicum in questo settore per quasi un ventennio, un esperienza che si è oggi trasformata evolvendosi in un nuovo progetto legato all’inserimento lavorativo e alla formazione.
Per farci raccontare il contenuto del libro e l’esperienza che nello stesso é raccontata, ho incontrato due degli autori che sono stati anche due protagonisti diretti di questa importante storia Aroldo Linari, attuale Presidente della Coop Sociale LavForLife, e Andrea Tarelli coadiutore del Cane in IAA.
Le dipendenze, anche oggi, sono un problema molto presente. Questo volume come affronta la questione?
Aroldo: Nel volume è approfondita, da parte del Dott. Antonio Boschini (Resp. Terapeutico della Comunità di San Patrignano) uno dei più grandi esperti nazionali del problema, la natura della Tossicodipendenza, le cause e le definizioni, in modo da avvicinare il lettore ad un mondo complesso, sia dal punto di vista scientifico che morale.
Il lavoro diretto con i cani, cosa aggiunge al percorso riabilitativo?
Andrea:
Sicuramente dopo tanti anni di tossicodipendenza la cura della mia persona era all’ultimo posto pertanto prendermi cura di un altro essere vivente con bisogni specifici mi ha insegnato anche ad avere un maggior rispetto per me stesso.
Questa esperienza porta con sé anche una proposta riuscita di Welfare generativo.
Ovvero il benessere dei ragazzi in programma e quello degli utenti delle attività di Iaa si autoalimentavano a vicenda.
Questo sicuramente ha rappresentato un elemento importante, ma penso che per i ragazzi non sia stato semplicissimo rapportarsi con persone così diverse da loro?
Aroldo: Per i ragazzi in programma di recupero, il poter godere per se stessi deglli IAA e poi, dopo aver acquisito le specifiche competenze professionali, poter erogare tali interventi a tutti i fruitori, ha prodotto grandi benefici.
In loro, prima prendendosi cura dei cani e poi con loro aiutando gli altri, si è sempre di più sviluppata la presa di coscienza relativamente ai loro problemi e agli sforzi da affrontare per superarli. Infine hanno acquisito la consapevolezza di poter essere utili, uscendo da quella condizione di assoluta auto commiserazione che li portava a sentirsi le uniche persone ad aver bisogno di attenzione ed aiuto.
In sintesi, prendendosi cura dei cani per aiutare insieme gli altri, hanno imparato a prendersi cura di loro stessi.
Andrea: sono cresciuto a contatto con la disabilità pertanto questo per me non è stato un elemento di difficoltà, anzi, come per i cani anche prendermi cura di altre persone mi ha aiutato a ad apprezzare maggiormente ciò che sono.
Negli anni sono tanti i cani che avete preparato e con i quali avete collaborato. Se doveste elencare le caratteristiche comportamentali e attitudinali maggiormente presenti negli stessi, quali sarebbero?
Aroldo: Negli anni, il gruppo cinofilo Cani da Vita di San Patrignano, ora gruppo operativo di LavForLife, ha avuto la fortuna di poter formare tanti individui a 4 zampe, di diverse e molteplici razze.
Per ognuna di queste andrebbe fatta una valutazione a se, ma l’esperienza ci ha portato anche a poter affermare che a prescindere dalla razza, andrebbe fatta una attenta selezione e valutazione dello specifico individuo a seconda delle personali caratteristiche, doti comportamentali ed attitudini specie specifiche di razza.
Fondamentalmente le caratteristiche più importanti dei cani da coinvolgere negli IAA sono: la propensione di essere attratto dall’uomo, la capacità di accettarne il contatto e le cure, la capacità di interagire con le persone, e le doti comportamentali quli la tempra, il temperamento e la curiosità.
Quando si parla di cani impegnati negli Iaa, si preferisce parlare di preparazione piuttosto che di addestramento.
Dov’è la differenza?
Andrea: Sentir parlare di addestramento mi da l’idea di attività stereotipata.
Nella preparazione per gli IAA si cerca di esaltare le caratteristiche di ogni singolo individuo, partendo ovviamente dal presupposto che ogni cane deve avere un’ampia base di preparazione conoscendo comandi elementari ed esercizi utili a tutto campo.
Negli anni anche la preparazione dei cani si è andata modificando. Quali sono le principali differenze tra la preparazione di oggi e quella che si faceva quindici anni fa?
Aroldo: A prescindere dalle tecniche e dalle modalità educative che ogni professionista può scegliere.
Oggi, a differenza degli anni scorsi, si da molta importanza alla preparazione del cane non più come collaboratore esclusivo del Coadiutore, ma come attore fondamentale, in grado di saper interggire “felicemente” con chiunque incontri durante una attività.
Cosa rispondete a chi vede uno ‘sfruttamento’ nel cane impiegato in attività sociali?
Andrea:
Per noi il benessere del cane è sempre e comunque al primo posto. Se la preparazione di ogni singola attività viene fatta loro passare come un gioco per loro sarà sempre piacevole interagire e collaborare.
Spesso si parla di stress nel cane che ‘lavora’ in Pet Therapy. Qual’è la realtà?
Aroldo: La condizione di Stress è presente in ogni essere vivente e positivamente vissuto diventa garanzia di efficacia e affidabilità.
Il problema quindi non è tutelare il cane dallo stress in generale, ma sicuramente da quello negativo che vissuto ripetutamente può diventare causa di problematiche comportamentali e cliniche, divenendo di fatto una forma di maltrattamento.
Quindi, secondo la nostra esperienza, lo stress negativo nei cani collaboratori negli IAA va prevenuto a partire da una corretta selezione dell’individuo. Nel percorso di preparazione andrà sempre messo in condizione di affrontare esperienze positive commisurate alle sue caratteristiche e peculiarità.
Infatti non tutti gli individui sono portati ad affrontare esperienze di vita e di intervento allo stesso modo, non tutti i cani sono idonei a tutte le tipologie di intervento.
Ora l’esperienza della comunità si è trasformata in una nuova impresa sociale. Di cosa si occupa LavForLife e come é nata?
Aroldo: La Coop. Sociale LavForLife è nata dopo la chiusura della sede trentina della Comunità di San Patrignano. E’ nata dalla ferma convinzione di tutti i soci fondatori di proseguire la mission imparata da San Patrignano rivolgendo attenzione a persone più svantagiate, dando loro l’opportunità di reinserirsi nella società per tornare ad essere positivamente protagonisti. Attraverso un lavoro che prevede come focus principale la cura e la collaborazione con gli animali. Ci occupiamo di pet therapy, cinofilia e attività di formazione senza tralasciare progetti educativi di ogni genere.
Cosa vi aspettate per il futuro?
Andrea:
Che la gente capisca valore di questo lavoro e la complessità che si cela dietro la preparazione di un cane. A differenza di qualsiasi altra disciplina cinofilo-sportiva un cane da Pet Therapy deve essere aperto a 360gradi.
Aroldo: In questo momento la nostra coop. si sta aprendo a nuove avventure e progetti innovativi, spero che il futuro possa portarci maggiori soddisfazioni per riuscire a sostenere quante più persone possibili.
Dove é possibile acquistare il libro?
Il nostro libro è di recente pubblicazione e pùo essere reperito o in libreria o ordinandolo sulla pagina dedicata di Erickson