Human hand is touching a cute little doggie paw through a fence of a adoption centre.
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Sbloccare le adozioni: gli animali assenti dall’agenda politica italiana

Adottati ma ancora fermi nei canili da due mesi.

Le adozioni tra le regioni sono ferme, non ci si può spostare, e quindi i cani, spesso vittime di maltrattamenti, restano nei canili.

La deputata del Pd Patrizia Prestipino, animalista da sempre, lancia l’allarme e chiede al ministro della Salute Roberto Speranza di consentire il transito: «Altrimenti sono pronta alla disobbedienza civile, li vado a prendere io di persona questi cani».

Le associazioni che si occupano di adozioni sono allo stremo: «Sono a Milano – spiega Sara Turetta, fondatrice di Save the dogs e cavaliere della Repubblica per l’impegno verso i cani in Romania – ma lavoro con i canili del Sud che dipendono dalle adozioni del Nord. Le Asl ci dicono che continuano ad arrivare cani ma che non ne può uscire nessuno. Serve una parola chiara da parte della politica, bisogna sbloccare le adozioni tra regioni, ovviamente seguendo tutti i criteri di sicurezza con tanto di certificato di un veterinario, altrimenti nei canili si corre il rischio di cannibalismo, di aggressioni o di comportamenti da stress che in futuro ne pregiudicheranno le adozioni».

Secondo l’ultimo rapporto della Lav sul randagismo sono circa 120mila i cani rinchiusi nelle strutture, la maggior parte si trova in Puglia, Campania e Sardegna:

«Non è possibile regolamentare le camminate dei cani più fortunati, ovvero quelli che vivono nelle nostre case, e non aiutare i più sfortunati. C’è mola delusione da parte del mondo degli animalisti verso un governo che aveva promesso un impegno su questi temi. Gli animali non sono nell’agenda politica».

Queste le parole del direttore sanitario del canile di Licola mare a Pozzuoli, il dottor Russo, (qui una sua video intervista de Il Secolo XIX), che si dice molto preoccupato per i 300 cani che si trovano nella struttura: «Viviamo continuamente in emergenza, arrivano cani randagi catturati e scatole di cuccioli abbandonati. Dobbiamo far muovere cani che hanno trovato casa. Siamo in attesa di una decisione del governo».

E c’è chi attende da due mesi l’arrivo di una cagnolina adottata nel giorno della decisione del lockdown: «Abbiamo adottato Tokio, perchè è così che la chiameremo – spiega Raffaele, di Roma – da un canile di Campobasso, ma non è mai arrivata perché nessuno si può spostare. Pensavamo che il maggio qualcosa si muovesse ma è tutto come prima. Ci arrivano i video di Tokio e ogni volta per me, mia moglie e i nostri due figli, sono lacrime: la vogliamo qui».

La deputata del Pd Prestipino spiega «i volontari non hanno paura della multa ma del sequestro del cane e quindo non si muovono. Conoscendo la sensibilità del ministro Speranza gli rivolgo un appello perché possa sbloccare il transito tra regioni dei cani provenienti dai canili: è una cosa che si può fare in tutta sicurezza. Si tratta di animali che hanno avuto la fortuna di trovare una famiglia che li accudisca. E poi per ogni cane che esce dal canile c’è un corrispondente risparmio per la spesa pubblica. Occuparsi di animali è una questione di cuore e giustizia perché loro non hanno voce. Sono pronta a un atto di disobbedienza civile, ci vado io a prenderli se non si muove niente». FONTE

(Simona Tagliaventi, Ansa)

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