Cani da caccia

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Da non confondere con il Basset Hound o un particolare tipo di Segugio, il Bracco Italiano è uno dei cani da caccia più antichi di sempre, nonché capostipite di tutte le razze da ferma che insieme a lui compongono il gruppo 7 della classificazione FCI.


Di Giulia Del Buono, classe 1986toscana per natura, emiliana per amore, cinofila per sempre.

Bracco Italiano
Bracco Italiano

In qualità di prodotto made in Italy ante litteram, la sua origine e la sua evoluzione sono indissolubilmente legate a quelle del nostro Paese, col quale ha condiviso epoche di grande splendore ma anche di profonda decadenza.

Bracco italiano un po’ di storia

La presenza di un cane braccoide con la tendenza alla ferma si attesta già dal Medioevo, comparendo poi al fianco dell’uomo nelle opere d’arte più insospettabili – forse vi ricorderete di lui nel celebre ‘Autoritratto con cane‘ di Antonio Ligabue e poi a ritroso fino agli scritti di Dante e Senofonte, che a quanto pare ebbero già sottocchio il prototipo di quello che, dopo un tortuoso viaggio nel tempo, sarebbe diventato il Bracco Italiano come lo conosciamo: un cane di struttura robusta, largo di narici ed orecchiuto, disponibile in quattro colorazioni (bianco arancio, melato arancio, bianco marrone e roano marrone), docile, riflessivo, dall’occhio seren e lo sprone ai piedi

Sì perchè il Bracco Italiano è un po’ quello delle eccezioni, vedasi appunto lo sperone ovvero il quinto dito vestigiale degli arti posteriori che comunemente viene asportato, mentre nel suo caso rappresenta(va) caratteristica di razza – dato che un tempo si riteneva fosse l’unico dettaglio a fare la differenza tra i soggetti puri e gli incroci con il Pointer– e la controversa questione della caudotomia neonatale preventiva (taglio della coda) prevista in deroga dalla Legge in quanto necessaria a salvaguardare il benessere del cane durante l’attività venatoria, disciplina per la quale la razza è tutt’oggi accuratamente selezionata e che le consente di tutelare quelle caratteristiche morfo-attitudinali che la conservano sana, funzionale ed unica nel suo genere. 

Bracco Italiano

Approfondiamo le carattestiche del Bracco italiano raccontato da Bracchi Reggiani

I suoi cavalli di battaglia sono pernici, fagiani e lepri ma, con la canna nasale montonina che si ritrova, non fa fatica ad agganciare l’emanazione di qualunque tipo di selvatico, rivelandosi per questo un ausiliare versatile, prezioso e già che c’è, pure elegante

E’ sul terreno di caccia infatti che il Bracco Italiano ha occasione di sfoggiare l’andatura che lo contraddistingue e manda in estasi gli appassionati: il magnifico movimento al trotto, potente ed innato così come lo sono la cerca meticolosa, la resistenza, il riporto ma soprattutto, il collegamento con il proprietario/conduttore: il suo centro di gravità permanente sul campo come nella vita. 

Con lui il Bracco Italiano tende a sviluppare un legame al limite della simbiosi e della telepatia, diventando la sua ombra in tutte le attività in cui desideri coinvolgerlo, con la certezza di poter contare sull’energia inesauribile e la predisposizione all’apprendimento di un cane da lavoro, ma anche sull’adattabilità e l’intelligenza di quello che è a tutti gli effetti un italiano che scodinzola, abile nel destreggiarsi in ogni situazione con la veracità e la classe di casa nostra. 

Proprio queste doti, unite ad un’estetica d’altri tempi, all’espressività e al carattere mite, hanno consentito alla razza, in tempi relativamente recenti, di guardare ben al di là del semplice impiego venatorio, diffondendosi sempre più anche al fianco di chiunque desideri un compagno a quattro zampe che lo accompagni nello sport e nel tempo libero, ma soprattutto un Amico affidabile, affettuoso ed equilibrato da accogliere nella propria vita come insostituibile membro della famiglia. 

E’ qui che il suo cuore batte più forte: vicino a chi lo ama.


Se perso nei boschi col naso immerso nell’aria, trova se stesso riconciliandosi con l’indole primordiale, nel calore della casa il bracco italiano esprime al meglio la sua essenza di cane sensibile e socievole, capace di sviluppare un’intensa complicità con gli altri eventuali cani di casa ed un fortissimo attaccamento a tutte le persone della sua vita, ricercando con queste il contatto e la vicinanza continua, in barba agli ettari di giardino devastabile del quale i più fortunati potrebbero disporre.

Poco credibile come guardiano, nonostante qualche soggetto si senta in dovere almeno di provarci, è totalmente incapace di mostrarsi aggressivo con gli estranei i quali, il più delle volte, si allontanano spontaneamente, intimoriti dalle stalattiti di bava che fanno capolino dalle labbra cadenti, soprattutto quando c’è di mezzo del cibo – altra italianissima passione del bracco, alla quale peraltro è impossibile mettere un freno per via della sua infallibile capacità di raggiarti.
Soprattutto con lo sguardo

Perchè alla fine il bracco italiano è tutto dentro ai suoi occhi.
Che da mille anni cercano i nostri, aspettando di incontrarli per diventare lo specchio dell’anima di entrambi.

Giulia Del Buono

Giulia Del Buono, classe 1986, toscana per natura, emiliana per amore, cinofila per sempre. Nel 2014 ho richiamato all’ordine le mie più grandi passioni – scrittura, fotografia e braccofilia – e ne ho fatto BracchiReggiani: un diario di bordo, un progetto allevatoriale e una pizza margherita. Oggi Consigliere SABI.

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