La famiglia perfetta
Passeggiata al parco del sabato mattina. Gironzoliamo, annusiamo, giochiamo, puntiamo i merli e fingiamo di cacciare i piccioni. Mentre andiamo a zonzo vediamo una cagnolina bianco-arancio tutto pepe, che trotta allegra con al seguito mamma e due bambini. Bonnie ne intuisce subito le enormi potenzialità e aspetta speranzosa un via libera. Gesti di intesa in lontananza con la padrona: ok, dài!
Il feeling è immediato, e non solo per affinità cromatica. Il tempo di un’annusata ed è già grande Formula 1. Kelly è un fulmine ma Bonnie sta in scia. Battuti vari record della pista, si passa a qualche amichevole round di wrestling, poi si riaccendono i motori. Sono un piacere per gli occhi: sprizzano felicità da ogni pelo, giocano con fair play, si sportellano e si masticano con reciproco consenso e gratificazione.
E’ bello vedere due cani adulti sconosciuti entrare subito in sintonia, ed è ancora più bello vederli giocare nel modo “giusto”.
Kelly sembra essere un cane sereno e con un gran bel carattere. E ha anche una bella famiglia. Il nostro abituale scetticismo sull’umanità canemunita oggi svampa di brutto di fronte a una mamma che consiglia alla bimba di non tirare fuori la pallina della Kelly quando gioca con altri cani, e che manda il ragazzino a raccogliere la cacca perché oggi è il suo turno. Siamo ai confini della realtà.
Quando poi accade l’ultimo miracolo, ci sfiora il pensiero che costoro siano finti, replicanti, esseri sintetici perfetti: i bambini ci chiedono se possono accarezzare Bonnie (incredibile), e si fanno prima annusare le mani (non può essere vero), poi si accovacciano e la accarezzano piano sui fianchi e non sulla testa (stiamo sognando), e se la ridono di gusto quando ricevono in cambio superlappate da primato (oh meraviglia).
E niente, ragazzi, applausi. Le famiglie così ESISTONO.