Notizie e curiosità sul cane

Arezzo: cane scappa a causa dei fuochi d’artificio, dovrà farsi sei mesi di canile. L’appello sui social.

“Vorrei condividere con voi questa situazione che stiamo vivendo, che ha del paradossale! Ieri sera, a causa della paura provocata dai fuochi, è scappata la nostra cagnolina Kira che era nel giardino di casa completamente recintato. È riuscita a saltare (tre metri) nella proprietà vicina ed è uscita dal loro cancello.
Dopo averla cercata per tutta la notte, stamattina l’abbiamo ritrovata al canile. Speravamo che la triste avventura si fosse conclusa, e invece ci hanno detto che il cane non ci verrà restituito prima di 6 mesi o, nella migliore delle ipotesi, facendole un vaccino contro la rabbia, non prima di 2 mesi, a seguito dell’ordinanza emessa dal sindaco.
Vorrei sottolineare l’assurdità di questa situazione, che non dipende dalla nostra negligenza, ne dal non aver rispettato l’ordinanza, poiché come ripeto, il cane era in casa.
Il sindaco prima ha emesso un’ordinanza che vieta di lasciare i cani liberi e poi, nonostante le richieste da parte di Enpa e altre associazioni animaliste, ha deciso comunque di fare i fuochi d’artificio, sapendo bene quali fossero le conseguenze a cui si poteva andare incontro.
Tutto ciò non mi sembra affatto regolare, siamo al limite della legalità, non è possibile tenere “sequestrato” un cane padronale, che ha già subito un trauma, poiché proviene da un canile ed è stato da noi adottato .”

Questo è l’appello che circola sui social, di una cittadina di Arezzo che ha smarrito il proprio cane.

Come mai questo cane di famiglia non può essere prelevato dai legittimi proprietari?

La questione è delicata, a Giugno un gatto è morto dopo aver morso la proprietaria.

E’ stata diagnosticata una morte a causa di rabbia felina, Lyssavirus.

Da quel momento il Sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha emesso una stringente ordinanza in vigore fino al 27 Agosto.

L’ordinanza prevede regole ben precise riguardo il controllo di cani e gatti, tra cui:

  • Segnalazione di qualsiasi sintomo sospetto nell’animale (cambiamenti di comportamento, tendenza a mordere, difficoltà a deglutire, paralisi);
  • Vigilanza sanitaria rafforzata di tutte le colonie del Comune di Arezzo;
  • Controllo dei gatti da parte dei loro proprietari, specie se i felini sono abituati ad uscire fuori casa (come lo era il gatto morto per Lyssavirus);
  • Obbligo di portare il cane al guinzaglio, anche se provvisto di museruola;
  • Isolamento e osservazione per 10 giorni, nei locali scelti dal Servizio Ambiente del Comune di Arezzo, di tutti i cani e i gatti che hanno morso persone o altri animali e di tutti gli animali con sintomi sospetti.

L’appello dell’Enpa

Come riportato da arezzonotizie.it e da numerose altre testate, l’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, ha lanciato un importante appello per contrastare il Lyssavirus, riferendosi in particolare ai cani:«Non lasciate correre i vostri cani senza guinzaglio, è il momento dell’attenzione».

In effetti, in caso di cattura di cani erranti, gli animali verranno messi in isolamento per 6 mesi a spese del proprietario, riducibili a 2 nel caso in cui vengano sottoposti a vaccinazione antirabbica postcontagio.

Quindi chiunque per qualsiasi motivo perda il proprio cane, tecnicamente non potrà rivederlo prima di 2 massimo 6 mesi.

Ora, siamo convinti che debba prevalere la sicurezza di tutti, umani e animali, per questo motivo è corretto intervenire per isolare ogni caso sospetto.

Ma l’impressione è che ancora una volta la politica non tenga in nessun modo conto, del benessere animale e del benessere psico-fisico delle famiglie che questi animali non vedranno per mesi.

Immaginiamo un normale cane di famiglia, scappato come nel caso riportato in calce all’articolo, A CAUSA DEI FUOCHI ARTIFICIALI INDETTI DALLO STESSO COMUNE.

Le ripercussioni su questo cane possono essere gravissime. Da due fino a sei mesi di isolamento possono nuocere gravemente a qualsiasi cane, figuriamoci a cani abituati a stare sul divano di casa con la propria famiglia.

Non entriamo nel merito delle scelte sanitarie, lo ribadiamo. Ma ci auguriamo che chi di competenza, associazioni animaliste e non solo, verifichino che l’ordinanza non sia stata scritto in modo “esagerato” senza aver avuto cura di verificare casistiche precise e distinte

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