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Golden Retriever: dal riporto al salotto e molto altro!

Dall’origine Scozzese ai salvatori moderni. Perché il Golden Retriever conquista i cuori?

Morbido è morbido, infatti è tra i più abbracciati in assoluto e se magari non gradisce, tende a non farlo notare. Poi, ha un’espressione talmente rassicurante che persino le nonne cinofobe con nipotino annesso non vanno in ansia se si avvicina.

Inoltre, in media ha un’ottima capacità di apprendimento, molta pazienza e tanta, tanta voglia di farci felici (quella che gli “imparati” chiamano will to please, perché in inglese fa più figo), così da essere amato quanto desidera.

Cioè… tantissimo! 

Ma basta tutto questo a spiegare come mai il numero di cuccioli iscritti ai registri Enci sia più che raddoppiato, passando dai 5.000 circa del 2013 agli oltre 10mila del 2021 e facendo del Golden la terza razza più allevata d’Italia?

Certo che no: sotto quel mantello fitto, che di dorato alla fin fine non ha molto, c’è anche tanto altro, a cominciare da un cuore, quello sì, davvero tutto d’oro.

Ma intanto, da dove arriva il Golden Retriever?

Come tutti i Retriever, anche il Golden nasce dalla tradizione britannica della caccia agli uccelli acquatici, un’attività poi esportata anche Oltreoceano, dove non a caso troviamo il Chesapeake Bay Retriever negli Stati Uniti e il Nova Scotia Duck Tolling Retriever in Canada.

Per quanto riguarda il Golden, comunque, dobbiamo tornare indietro fino alla metà dell’Ottocento, in Scozia.

Lord Tweedmouth, Thomas Walker, con alcuni dei Golden originali allevati da Lord Tweedmouth a Guisachan.
il guardiacaccia di Lord Tweedmouth, Thomas Walker, con alcuni dei Golden originali allevati da Lord Tweedmouth a Guisachan.

Lassù, un certo Dudley Coutts Marjoribanks, poi divenuto Lord Tweedmouth, decise di creare una nuova razza di cani da riporto per la caccia agli uccelli acquatici.

Allo scopo fece incrociare Nous, un Wavy-Coated Retriever giallo che aveva acquistato a Brighton, con Belle, una Tweed Water Spaniel, razza oggi estinta che eccelleva proprio nel recupero di prede dall’acqua. Dall’unione nacquero quattro cuccioli, Cowslip, Primerose, Ada e Crocus, punto di partenza della nuova razza. 

La selezione proseguì negli anni successivi, coinvolgendo a quanto pare anche razze come il Setter Irlandese e il Bloodhound, per esaltare le capacità olfattive, finché nel 1920 si arrivò alla definizione della razza e alla denominazione di “Golden Retriever”, cioè “riportatore dorato”.

Strano a dirsi, visto il rapido successo che il cane ottenne tra i cacciatori inglesi e scozzesi, la razza venne riconosciuta dal Kennel Club soltanto quarant’anni dopo, nel 1960, quando Lord Tweedmouth era ormai morto da tempo.

Il Golden Retriever oggi.

Guardando un Golden nel suo “habitat naturale” più frequente oggigiorno, il salotto di casa, viene difficile pensare che sia stato selezionato in origine per un lavoro impegnativo come il riporto di selvaggina dall’acqua.

Eppure, quel dolce cagnone dal colore tranquillizzante e dallo sguardo tenero, un tempo passava lunghe ore a correre, superando ostacoli di ogni genere, per poi lanciarsi in acque gelide, nuotare vigorosamente, raggiungere l’anatra abbattuta, afferrarla delicatamente per non rovinarla e via a ritroso fino a consegnarla nelle mani del cacciatore.

d-ike Lumi’s Golden (d.Ike) di Rita Tofani

Ma ai Retriever questo lavoro in genere piace da matti e anche il nostro amico, che tanto ama starsene a pancia all’aria per farsi fare i grattini, potrebbe sorprenderci, se stimolato nel modo giusto.

Chi conosce bene questo cane, però, sa bene quanto il Golden sia generoso e versatile

Non a caso, si distingue da sempre in tante attività cinofile.

Tuttavia, poiché sono tantissimi quelli che scelgono il Golden perché considerato, non a torto, un “ottimo cane da famiglia”, qualunque cosa significhi esattamente questa qualifica, è importante mettere in luce anche l’aspetto “lavorativo” di questo Retriever scozzese, perché consente di apprezzarne davvero l’intelligenza e la grandezza d’animo. 

d-ike Lumi’s Golden (d.Ike) di Rita Tofani-foto di Mirko Barrera

Tra l’altro, fare attività è essenziale anche per il benessere psicofisico di tutti i nostri amici a quattro zampe e con il Golden abbiamo un’ampia scelta: sport vari, lavoro di riporto reale o simulato, soccorso su macerie e in acqua, Pet therapy. In pratica, può fare tutto e spesso lo fa con grande generosità e dedizione. 

Il Golden Retriever è un cane sportivo?

Per quanto riguarda gli sport cinofili, in Agility il Golden può far bene anche se, in genere, non ha il tipo di energia “esplosiva” richiesta per primeggiare in questa disciplina; però, un soggetto abbastanza leggero e tenuto in forma, se condotto come si deve potrà sempre dire la sua.

Tuttavia, è più probabile che sia in Obedience o in Rally Obedience che questo cane saprà darci il meglio, perché il desiderio di collaborare che lo anima per selezione e tipologia lo supporterà di sicuro e perché le doti richieste le ha tutte. 

Come è logico, poi, è soprattutto nel riporto sportivo che simula l’azione di caccia, il Riporto, ( da alcuni diffuso come Retrieving anche in Italia) che il Golden può mettere in luce le sue qualità originarie e rivelarsi assai determinato e fisicamente resistente: in fondo, è nato proprio per riportare la selvaggina e la memoria di razza spesso perdura, nonostante la selezione degli ultimi decenni, in Italia e non solo, sia stata orientata principalmente alla “bellezza” e alla “famiglia”, più che al lavoro.

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Il Golden Retriever è anche un cane di “pubblica utilità” tra soccorso e sociale.

Inoltre, il Golden Retriever è considerato da diversi addetti ai lavori uno dei cani maggiormente portati ad alcune attività di “pubblica utilità”, nelle quali spesso brilla come l’oro del suo nome.

Tanti infatti i soccorritori della sua razza e tante le vite che salvano ogni anno in caso di catastrofi, (ricerca su macerie) o di rischi di annegamento.

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E sì, perché il Golden ha una forza fisica notevole e ha anche una buona predisposizione al nuoto, quindi può diventare un eccellente specialista del salvataggio nautico, insieme al suo partner umano, e chi pratica questa specialità ne è letteralmente entusiasta. 

Infine, l’aspetto Pet therapy o Interventi Assistiti con Animali, come andrebbe definita questa importante sfera di intervento cinofilo.

Maya – amica della Redazione impegnata in un’attività – Foto e cane di Giada Sandri

In questo caso, molti tendono a pensare che le qualità caratteriali e la sensibilità del Golden facciano di lui il candidato ideale per gli IAA.

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Non è esattamente così, anche se il presupposto è sostanzialmente corretto, perché non tutti i soggetti appartenenti alla razza hanno il mix di doti necessarie allo scopo ed è per questo che è fondamentale passare attraverso un processo di valutazione del cane da parte degli specialisti.

Superato questo passaggio, allora si può pensare di iniziare il lungo percorso di formazione del cane e del suo conduttore. Ma si tratta di una cosa seria, impegnativa anche in termini di coinvolgimento emotivo, che non va certo vissuta come una qualsiasi “attività col cane”. 

Però, se c’è qualcuno con quattro zampe e un cuore d’oro pronto a dispensare amore, comprensione e dolcezza a chi soffre, spesso si tratta di proprio di un morbido Golden Retriever!

Andrea Comini

Educatore e istruttore cinofilo fisc da oltre vent'anni, consulente sui problemi comportamentali, si è formato con Carlo Marzoli, Inki Sjosten, David Appleby, Roger Abrantes, Joel Dehasse. Studioso di etologia del cane e del lupo, docente in diversi corsi di formazione per educatori. Giornalista professionista.

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