Educazione cinofila e relazione con il cane

Proviamo a capire come si crea il carattere del cane

Di Graziano Gentileschi

Il carattere del cane è argomento molto dibattuto e spesso ci si trova in mezzo a discorsi che lo trattano in modo quasi estremista: “nessun cane è cattivo se non gli viene insegnato”, “questo cane scappa/morde/ha paura perché è fatto così”… 

Proviamo a capire come nasce e si crea il carattere del cane, che ruolo ha l’uomo, dove si posiziona l’educazione di base e dove l’addestramento più avanzato.

Il cane, come ogni altro animale, (in misura ridotta anche l’uomo) nasce con una serie di comportamenti che potremmo definire come “preimpostati”, ovvero schemi innati più o meno complessi che fanno in modo che l’organismo risponda in modo istintivo a determinati stimoli interni (fame, sete) o esterni (fuga davanti a un predatore).

Se questi schemi di risposta coinvolgono un singolo gruppo muscolare normalmente vengono detti riflessi, se vengono attivati più gruppi muscolari o  l’intero organismo si parla di tassie.

I comportamenti innati sono privi di giudizio, non inteso come buono/cattivo ma come analisi della situazione: l’organismo reagisce in modo istintivo a uno stimolo in particolare, spesso isolandolo dal contesto. Per fare un esempio, il pettirosso reagisce con un comportamento aggressivo alla vista del piumaggio rosso di un esemplare maschio avversario. Studiando questo comportamento si è scoperto che lo stimolo è talmente specifico che il pettirosso reagisce in modo aggressivo al piumaggio rosso, anche se non associato a un volatile. Il fattore scatenante è il colore e l’animale non svolge un’analisi della situazione prima di mettere in atto il comportamento aggressivo. 

Altri fattori innati che possono interessare il carattere del cane sono le “doti naturali”:

  • docilità;
  • socialità;
  • temperamento;
  • curiosità;
  • vigilanza;
  • tempra;
  • aggressività;
  • possessività;
  • combattività.

Queste doti sono tutte presenti, in misura differente da razza a razza e singolarmente tra un individuo e l’altro.

Alcune di esse non sono modificabili tramite l’addestramento, su altre si può intervenire direttamente o indirettamente.

La tempra, ovvero la capacità di affrontare e superare stimoli spiacevoli o dolorosi, non è per esempio modificabile. 

La combattività è la dote grazie alla quale il cane risponde con la lotta a una minaccia o uno stimolo spiacevole. Grazie all’addestramento è una dote che può essere modificata, incrementata e controllata.

rottweiler puppy

Un esempio di intervento indiretto su una dote non modificabile (o poco modificabile se non in eccesso) è invece il lavoro sulla possessività.

Un cane molto possessivo trarrà sempre piacere dall’impadronirsi di un oggetto e portarselo via, ma un buon intervento addestrativo e di relazione può far capire che si ha un vantaggio maggiore rinunciando al possesso.

In questo caso si dovrà essere molto efficaci nel convincere il cane che lasciando l’oggetto in questione, o riportandolo a noi, la ricompensa sarà maggiore della gratificazione data dal soddisfacimento del bisogno di possessività.

Altro insieme fondamentale ed estremamente complesso di fattori che creano il carattere del cane è quello che riguarda l’apprendimento.

Ogni azione attiva o passiva (escluse quelle che hanno origine da comportamenti istintivi), ogni situazione vissuta o osservata, dalla nascita alla morte, dà vita a un processo di apprendimento. Il risultato di questi processi incide in modo decisivo su come il cane vede il mondo e come risponde alle situazioni a cui è sottoposto.

Anche importanti doti naturali possono risentire in positivo o in negativo delle esperienze vissute. Si pensi alla capacità di collaborare con altri cani e di creare una partnership di lavoro con l’uomo (socialità).

Un esemplare con una spiccata dote innata che venga sottoposto a maltrattamenti da parte di umani e altri cani, imparerà a essere meno collaborativo e più schivo, mentre un cucciolo che dimostri meno abilità di questo tipo può essere invogliato a collaborare maggiormente se noterà un vantaggio nel farlo.

Per quanto riguarda la gestione del cane, è importante riuscire a non giustificarsi con frasi come “il mio cane è fatto così”, perché se è vero che una parte del carattere è frutto di doti e comportamenti innati, è altrettanto vero che la relazione instaurata tra cane e proprietario, comprensiva di addestramento, vita quotidiana, svago e lavoro, mette in atto processi di apprendimento che modificano in modo sostanziale la struttura comportamentale, andando spesso a sopperire a carenze nella parte innata.

Il carattere del cane è quindi formato dalle caratteristiche e doti innate dell’animale, da ciò che la natura ha strutturato nei suoi schemi di comportamento a livello di specie e dall’insieme di delle esperienze vissute, che comprendono le interazioni con altri individui della propria specie, di specie diverse (l’uomo primo fra tutti) e con l’ambiente. 

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