Educazione cinofila e relazione con il cane

Io, Nina il disc dog e tutto il resto…

Già, è un lusso avere un cane che puoi portare in gara…per il disc dog

Perché non è che prendi un cane di 2 anni e sei connesso…

Non è che arrivi in gara e quello che succede in campo, in allenamento, sia uguale.

NO…non proprio…

Non è che con un cane inesperto puoi uscirtene e fare esperimenti in pieno bordello come se nulla fosse. NO…decisamente no…

I primi due anni di Nina chi li conosce?

Io no; ho potuto ricostruirli, piano piano lanciando ipotesi, leggendo le sue reazioni ed i suoi comportamenti nei primi periodi di convivenza.

E su quella lettura sono andata a lavorare…

Sì, lavorare…

Gioco, ingaggio, obbedienza…tutto questo diventa lavoro quando davanti hai l’obbiettivo di riportare il TUO cane a vivere bene la vita…perché lo ami e il suo benessere è il tuo obbiettivo.

Così prima del disc dog c’è stato tutto un percorso di crescita sia per Nina che per me.

Dicevamo che io per Nina non esistevo, ma gli estranei…quelli…quelli si che esistevano e non gli piacevano;come la città, la macchina, le persone attempate, i rumori, ma la cosa positiva (oltre alla predazione su bici, moto, corridori, ma questo è un altro discorso) era la CURIOSITÀ.

Non era fobia la sua: da cucciola aveva avuto probabilmente una buona socializzazione…era più un discorso di ignoranza…mancanza di esperienza…

Esperienza che aveva nell’ aprirsi le porte esterne ed interne, rovistare nella pattumiera sotto il lavandino della cucina, bere dal wc, insomma …si poteva ricostruire la sua precedente vita a grandi linee…lo spirito di sopravvivenza non le mancava…

Ora bisognava sfruttare la sua curiosità in maniera costruttiva .

Così dopo il primo percorso di educazione di base con il lavoro con il  premio in campo; l’acquisizione di una comunicazione chiara tra me e lei in campo e tra le mura domestiche, ABBIAMO dovuto affrontare la vita al di fuori del contesto sicuro e tranquillo.

E in città eravamo da sole, a 60 km. Di distanza dal campo di addestramento…Capperi!!!…

Così inizia il lavoro “vero”…tu ed io… ed il mostro…

Una donna ed un cane che, tra desensibilizzazione, controcondizionamento, abituazione, B.A.T. e chi più ne ha più ne metta; a secondo della situazione, della distrazione e della reazione; inscenano un balletto, un gioco, uno spettacolo che i vecchietti da cantiere

…ZITTI e MUTI…

Già, è un lusso avere un cane che puoi portare in gara…più che altro…nel nostro caso è stato un gran lavoro, dedizione, testa bassa e pedalare ed ancora oggi, quando ci si perde per le strade contorte della vita che volenti o no ci impongono degli stop o delle deviazioni, è un ricominciare, tornare indietro e riprendere…

Così, se in una gara di free style non siamo perfette, se io sembro uno zombie perché paralizzata, se non rido, se tutto non è perfetto come dovrebbe in mezzo al caos, alla musica, alla gente,ai cani, ai ragazzi che giocano a tamburello a pochi metri del campo gara, ai fuochi artificiali e ancora…

…sai che c’è?…

Tu Nina sei sul pezzo e per me è la cosa più bella del mondo.

Per la perfezione, volendo, c’è tempo…

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