Cani da caccia

Quelli del gruppo 7: il Weimaraner

In ordine repentinamente crescente passiamo dal più piccolo esponente del gruppo, l’Epagneul Breton, al più grande: il Bracco di Weimar, anche noto come Weimaraner.

Prima di leggere l”articolo sul Weimaraner…
Ti sei perso l’articolo sull’ Epagneul Breton? Niente panico…comincia da qui: https://www.dogsportal.it/quelli-del-gruppo-7-lepagneul-breton/

Tutto quello che devi sapere sul weimaraner

Se non sulle vie dello shopping, lo avrete già visto in qualche reel del clan Ferragni e certamente in tv, protagonista di uno spot “sbagliato” che oggi scoprirete contenere un fondo di verità!

Tuttavia non è ai media che la razza deve la sua popolarità.

Weimaraner storia della razza

Un po di storia del Weimaraner

“Alla fine del diciannovesimo secolo il Weimaraner era il re dei cani da caccia e dava nobiltà alla caccia classica “(Paul Kleemann), questo per via della sua eleganza e del mantello eccentrico ma soprattutto per la straordinaria versatilità, figlia delle sue origini altrettanto eccezionali.

Si ritiene infatti che il progenitore più antico del bracco di Weimar fosse un Leithund, cioè un segugio per pista di sangue, meglio identificato nel Cane grigio di Saint Louis.


Oggi estinto ma utilizzatissimo in Francia sin dal medioevo per la caccia e il recupero della grossa selvaggina (orsi, lupi, ungulati), questo limiere, a differenza del resto della muta, viveva in casa col proprio conduttore sviluppando nei suoi confronti un profondo attaccamento, tendenza che insieme a numerose altre caratteristiche ritroviamo nel Weimaraner moderno.


In seguito però l’evoluzione della razza prese una piega inaspettata: l’invenzione delle armi da fuoco rivoluzionò la pratica venatoria e questa antica genetica segugista divenne la base per la selezione di un ausiliare diverso, più versatile, veloce, in grado di insediare anche piccole prede indicandole e riportandole al cacciatore.

Fu presso la corte di Weimar che il granduca Carl August noto come “il cacciatore tra i Re ed il Re tra i cacciatori”, attraverso incroci mirati riuscì a plasmare un cane da ferma color argento – in alcuni casi anche a pelo lungo – per poi rivendicarne l’esclusività.


Il Weimaraner come lo conosciamo prese forma agli inizi del secolo scorso e la sua consacrazione definitiva avvenne dopo la seconda guerra mondiale, tanto in Europa quanto soprattutto negli USA, dove i “grey ghosts”, così definiti dai soldati americani, si ritrovarono al guinzaglio di molte celebrità diventando un vero e proprio status symbol.


Mentre nel nord Europa il Weimaraner è ancora oggi largamente impiegato come cane da caccia polivalente e nel resto del mondo è apprezzato in ambiti anche molto diversi da quello venatorio, in Italia, con circa 1300 nuovi cuccioli l’anno, è sì una delle razze da ferma più popolari ma purtroppo, come molte sue omologhe, sempre più scelto come cane da compagnia.

Bisogna riconoscere che gli ingredienti per il successo di massa ci sono tutti.

L’aspetto del Weimaraner?

E’ un cane imponente – i maschi possono toccare i 70 cm al garrese pesando ben oltre i 30 kg – senza però essere né pesante né grossolano, è al contrario un atleta slanciato e muscoloso.

carattere e aspetto del weimaraner


A colpire di lui è certamente il mantello grigio lucente declinato in 3 possibili sfumature – argento, capriolo o topo – talvolta macchiato di bianco (non troppo e solo sul petto o a livello delle dita) e spesso caratterizzato dalla “linea d’anguilla”, una striscia di pelo più scuro che percorre un tratto della schiena.
Nonostante i Weimaraner a pelo corto siano in assoluto i più diffusi, ne esistono (pochini) anche a pelo lungo, di lignaggio ugualmente antico e rispondenti al medesimo standard di razza.


Oltre al colore del pelo, è di solito il suo sguardo a darci il colpo di grazia: gli occhi dei cuccioli sono di un azzurro cielo incredibile che col tempo vira ai toni dell’ambra comunque profondi, comunque affascinanti, taglienti e penetranti.

Il carattere del Weimaraner

Caratterialmente il Weimaraner è un cane facile da addestrare, molto intelligente, leale e giocherellone. Questo a patto che si sappia gestirne il carattere forte che, da scuola tedesca, lo rende determinato e permaloso, per non dire proprio testardo e cocciuto.


Può vivere in appartamento purché non sempre e solo in appartamento, cioè gli garantisca molto movimento quotidiano. E’ anche adatto a convivere coi bambini ed altri cani, per quanto possa mostrarsi inizialmente un po’ geloso, dato lo stretto legame che tende ad instaurare coi propri familiari.


In questo senso molti soggetti sono inclini a soffrire di ansia da separazione, mal sopportando la solitudine e la lontananza dal nucleo affettivo verso il quale sono particolarmente devoti e protettivi, rivelandosi quindi anche dei buoni guardiani.

Malgrado la crescente diffusione, il Weimaraner non è un cane per tutti.

E’ importante ricordare che l’indole docile e predisposta alla vita in famiglia non toglie a questi cani l’istinto predatorio, l’esigenza di sfogare le energie ed il bisogno di impegnarsi nel lavoro per il quale da centinaia di anni e ancora oggi, grazie alla tutela dei club di razza e dei tantissimi appassionati, vengono selezionati.

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La caccia resta l’obiettivo finale di un allevamento consapevole della vera indole del bracco di Weimar, che sul terreno offre grandissima qualità sia come cane da ferma che nel riporto e nel lavoro dopo lo sparo.


PS. Hai già letto il primo di tanti articoli sul Bracco Italiano?

Giulia Del Buono

Giulia Del Buono, classe 1986, toscana per natura, emiliana per amore, cinofila per sempre. Nel 2014 ho richiamato all’ordine le mie più grandi passioni – scrittura, fotografia e braccofilia – e ne ho fatto BracchiReggiani: un diario di bordo, un progetto allevatoriale e una pizza margherita. Oggi Consigliere SABI.

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