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Selezione del cane: riflessioni

Allevare per la vita di tutti i giorni

C’è stato un tempo davvero lunghissimo – decine di migliaia di anni – nel quale i criteri della selezione entro cui abbiamo prima spinto e poi guidato i nostri primi cani erano tali da rendere gli animali d’aiuto per le persone o compagni, di caccia, di pastorizia, di casa.

Non ci faremo incantare: non era un paradiso per nessuno e la vita quotidiana difficile per tutti.


Ma è in questo Ambiente di Adattamento Evolutivo che ci siamo adattati gli uni agli altri, plasmando, in certo qual modo, parte del nostro e del loro essere animali sociali e cooperativi che, al di là delle ovvie diversità, riescono a sviluppare attaccamento, comprensione, sincronizzazione, parentela anche, lo sappiamo, ancorati su solide basi biochimiche (messaggeri e neurotrasmettitori e neuro-strutture vere e proprie).


Negli ultimi centocinquant’anni, prima occasionalmente poi diffusamente, l’allevamento del cane domestico prende altre vie e tutt’altre motivazioni che lo allontanano da quelle della nostra storia e se da un lato assistiamo a modifiche sostanzialmente fisiche che ne stravolgono il fenotipo al solo scopo di possedere un animale estremo (piccolissimo, gigantissimo, con muso schiacciatissimo o di colori “modaioli” prima alieni alla popolazione), dall’altro, essendo cambiate le condizioni di vita che guidavano comportamenti normali, di volta in volta affinati alle circostanze, ora assistiamo alla estremizzazione anche dei profili comportamentali. Con questo rendendo i cani sempre meno adattabili al tipo di quotidianità che le famiglie possono offrire.


Abbiamo sempre più cani, ma questi devono trovarsi un equilibrio in ambienti superaffollati, sia una pressione intra che interspecifica mai sperimentata prima (almeno dalla gran parte delle tipologie, pensiamo solo a quelle territoriali e guardiane o quelle originarie dei deserti, ma anche i pastori da conduzione); devono sopportare rumori forti improvvisi e imprevedibili estremamente frequenti (quante volte abbiamo affrontato le ricadute della ipersensibilità acustica) e adeguarsi alla solitudine e alla noia molte ore al giorno, pur se di personalità iper eccitabile, reattiva, dopaminergica (e diversi non ci riescono).


E allora certo occorre una maggiore informazione nelle persone in divenire proprietari-compagni di un cane ma anche dobbiamo allevare puntando alla plasticità e non alle estreme specializzazioni, esigenze, rigidità, se vogliamo favorire questa relazione e ridurre la probabilità di fallimento con tutto il disastro che ne consegue.


Allevare per la vita di tutti i giorni, appunto.

Di Barbara Gallichio

Dogsportal Redazione

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