Dodici cani in ipotermia e malnutriti per allenarli a caccia. Ma si preparano così i cani?
La recente scoperta a Niscemi di dodici cani malnutriti e in ipotermia, trovati durante un’operazione di contrasto alle corse e ai combattimenti clandestini, solleva questioni etologiche importanti.
Secondo quanto riportato da Ansa, questi cani erano tenuti in condizioni disumane, una pratica descritta dalla polizia come “tecnica per aumentare il rendimento nella ricerca delle prede” durante la caccia.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare l’assurdità e l’inefficacia di tali metodi dal punto di vista etologico.
Nessun cane da lavoro, in condizioni di salute ottimali, lavorerebbe meglio se malnutrito o in ipotermia.
Crediti immagine: ANSA
Al contrario, i cani necessitano di una cura attenta, di una nutrizione adeguata e di un ambiente stimolante e sicuro per esprimere al meglio le loro capacità naturali e addestrative.
La maggior parte dei cacciatori, che rispettano e amano i loro cani come inseparabili compagni di vita, non adotterebbe mai approcci così crudeli e dannosi.
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Studi scientifici hanno dimostrato che il benessere degli animali da lavoro è direttamente correlato alle loro prestazioni. Ma non solo, da un un punto di vista etologico, l’alimentazione è un parte fondamentale della nostra relazione con i nostri cani.
Ad esempio, la ricerca indica che i cani ben nutriti e in buona salute sono più attenti, reattivi e capaci nell’apprendimento e nell’esecuzione di compiti, rispetto a quelli che soffrono di malnutrizione o stress.
Inoltre, è essenziale citare un caso simile discusso su Dogsportal.it, dove un setter, ridotto in fin di vita per malnutrizione, è stato salvato e riportato a una vita dignitosa.
Questo esempio rafforza ulteriormente l’idea che il maltrattamento e la negligenza non solo sono eticamente inaccettabili ma anche completamente controproducenti per il benessere e le prestazioni dei cani.
