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Sindaco vieta di sfamare cani e gatti randagi, interviene Oipa per annullare la delibera

BOLOGNOLA, MACERATA – L’ordinanza del sindaco di Bolognola, Cristina Gentili, che vieta l’alimentazione di cani e gatti, inclusi quelli randagi, in aree pubbliche o aperte al pubblico e nel centro abitato, ha scatenato un’ampia controversia. La decisione ha sollevato interrogativi sulla responsabilità dei sindaci nei confronti degli animali randagi, un argomento complesso regolato da normative specifiche.

Secondo la legislazione italiana, cani e gatti, inclusi quelli randagi, sono considerati beni mobili e quindi ricadono sotto la responsabilità dei comuni, rappresentati dal sindaco in carica.

La Legge 281 del 1991, una normativa quadro, stabilisce le linee guida per la gestione di cani e gatti senza proprietario privato, lasciando poi alle singole regioni e comuni il compito di dettagliare ulteriormente queste disposizioni.

Per quanto riguarda specificamente i gatti liberi o le colonie feline, la legge nazionale prevede che siano sterilizzati dalle autorità sanitarie e riammessi nei loro gruppi d’origine. Viene inoltre precisato che i gatti liberi possono essere soppressi solo se gravemente malati o incurabili. Le associazioni protezionistiche possono, in accordo con le unità sanitarie locali, gestire le colonie feline, assicurando la salute e la sopravvivenza degli animali.

L’ordinanza di Bolognola, che proibisce di alimentare cani e gatti randagi, è stata contestata dall’OIPA, che ne richiede la revoca per presunta illegittimità. L’organizzazione, riferendosi a norme nazionali e regionali, sostiene che l’ordinanza sia in conflitto con la legge n. 281/91 e la legge regionale delle Marche n. 10/97. Il presidente dell’OIPA, Massimo Comparotto, ha evidenziato come decisioni simili siano state in passato annullate dalla giustizia amministrativa.

Questo caso sottolinea l’importanza della comprensione del ruolo dei sindaci e delle amministrazioni locali nella gestione del benessere degli animali randagi. Mentre l’OIPA invita Bolognola a collaborare con i volontari per creare punti di alimentazione controllati, la situazione attuale mostra la complessità delle normative e la necessità di un equilibrio tra salute pubblica e benessere animale.

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