Educazione cinofila e relazione con il cane

Scusi, mi cambia il cane? Quello che chiediamo all’educatore.

Questo è, ultimamente, il motivo conduttore di una buona parte delle valutazioni che faccio al centro cinofilo e, onestamente rimango sempre sconfortata e basita, nonostante non abbia iniziato proprio ieri questa professione.

Mi chiedo sempre cosa spinga una persona a decidere di prendere una determinata tipologia di cane per poi chiedere ad un professionista di “cambiarlo”, dove nel cambiamento solitamente troviamo le seguenti richieste:

– Un cane più calmo ma hanno un Malin

– Un cane che non tiri al guinzaglio ma vive in giardino ed esce una volta a settimana

– Un cane che non abbai e hanno un Bassotto

– Un cane che giochi con i suoi conspecifici ma hanno un TTB

– Un cane che non distrugga casa ma sta da solo 12 ore al giorno

Tutto questo possibilmente senza intaccare la routine del proprietario che ha ovviamente mantenuto invariate le proprie abitudini nonostante l’arrivo del cane, aspettandosi un adattamento da parte sua impeccabile.

Potremmo parlare per giorni interi di quanti binomi o “branchi misti” male assortiti valuto.

Potremmo parlare per altrettanti giorni di quanto sia fondamentale valutare la scelta del cucciolo o del soggetto PRIMA di portarlo a casa, di quanto sia necessario valutare oggettivamente quanto la nostra vita e la nostra quotidianità si sposi con la gestione di un altro essere vivente come il cane lasciando da parte quell’egoismo (poco sano a parere mio) che caratterizza molte adozioni.

Potremmo parlare di quanti genitori prendono cani per i figli adolescenti che, passata la fase del cucciolo puccioso, smollano la patata bollente perché “hanno altro da fare” e per il cane tanto voluto non c’è più tempo, non c’è più spazio.

E i genitori, che già hanno le loro cose da fare e magari il cane nemmeno lo volevano, si trovano ad aggiungere lavoro extra perchè “che ci vuoi fare, ormai mi sono affazionato/a”

Potremmo parlare di tutte quelle persone che prendono cuccioli dai famosi margari (termine per definire in Piemonte un allevatore di bestiame bovino e ovino – NdA) portandoli a vivere in città ritrovandosi un cane ingestibile nell’arco di pochi mesi, cadendo dalle nuvole.

Come se il cane fosse un ingrato non apprezzando le comodità di un appartamento in centro.

Parliamo di un cane che è nato e cresciuto in alpeggio con i genitori che lavorano su bestiame.

Potremmo parlare di tutte quelle persone che prendono cani da lavoro (leggi grigioni, olandesi, rotttweiler, border collie, etc) seguendo la moda del momento senza conoscere razze, qualità e doti caratteriali che arrivano sconcertati dal fatto che “il cane morde”, “il cane salta”, “il cane è iperattivo, non si spegne mai”.

Alla fine di tutto c’è una sola cosa che fa la differenza tra una convivenza piena di conflitti e problemi e una convivenza serena e collaborativa: l’impegno che il proprietario decide dimettere per cambiare in meglio la gestione del proprio cane, che ricordiamo, si trova a casa nostra perchè lo abbiamo cercato e voluto noi, non si è presentato da solo alla nostra porta.

Il mio ruolo (e quello dei colleghi) non è quello di cambiare il vostro cane, ma quello di permettervi di vivere una vita serena con lui attraverso comunicazione, collaborazione, educazione e gestione volti al miglioramento delle vostre conoscenze e quindi al miglioramento del vostro rapporto interspecifico.

Naomi Visioni

Tecnico Veterinario ed Educatore e Addestratore Cinofilo

Naomi Visioni ha 5 articoli e più. Guarda tutti gli articoli di Naomi Visioni