Cani in acqua: sport cinofili acquatici

CANI IN SPIAGGIA: il futuro dipende da noi proprietari

Come ogni anno, la primavera è periodo di dibattito, anche acceso, tra i sostenitori dei cani in spiaggia e gli irriducibili Dog-Fobici della riviera favorevoli ad una regolamentazione sempre più restrittiva all’accesso sull’arenile e in acqua di Fido nel periodo estivo. E’ questo il periodo in cui la Pubblica Autorità, più per sfinimento che per vero interesse (quale interesse poi?), si limita a fare un copia&incolla di ordinanze e regolamenti comunali sull’utilizzazione del litorale marittimo vecchi come il cucco, a mio avviso anacronistici rispetto alla crescente consapevolezza nella società civile del ruolo e dell’importanza dei cani (e degli animali d’affezione in genere) nella sfera sociale.

Qualche dato utile per capire il valore del pet nel nostro paese (Fonte: www.assalco.it):

– in Italia sono 60.400.000 gli animali d’affezione (dai cani ai conigli) che popolano le nostre case; 

– il 67% degli italiani hanno animali d’affezione che vivono in casa;

– il 53% delle famiglie dichiara di dedicare il proprio tempo libero al pet di famiglia;

– il 46% delle famiglie viaggia solo se può essere accompagnato dal proprio 4zampe;

– 7 milioni sono i cani e i gatti che viaggiano regolarmente con la propria famiglia;

– il tasso di incremento delle strutture per l’accudimento ed il benessere del pet negli ultimi anni è stato del 44%. 

Siamo riusciti a far salire Fido sui treni… conquisteremo tutte le spiagge, da nord a sud del Bel Paese!

Ma…siamo davvero sicuri di meritarci le libertà che reclamiamo come proprietari di cani?

E’ un dato di fatto:

l’evoluzione culturale umana corre più veloce dell’evoluzione biologica del cane ed il gap tra l’uno e l’altro processo gioca evidentemente a sfavore della nostra ombra con la coda.

Chi è chiamato ad amministrare una comunità non dovrebbe imporre divieti ai propri cittadini ma al contrario offrire opportunità e se manca cultura e senso civico dovrebbe adoperarsi per diffondere conoscenza.

In Italia abbiamo all’incirca 35.000 professionisti cinofili a cui affidare programmi formativi in materia.  

Sullo stesso piano dell’ involuzione culturale innescata, a mio avviso, dalla logica del proibire a prescindere metto lo stile anarchico con cui un buon numero di proprietari gestisce il proprio cane nel quotidiano, dando il meglio di loro stessi proprio in vacanza. Da che esiste il mondo se la carota non funziona allora si fa ricorso al bastone: multe salate a chi si dimostra incivile.

Qualche riflessione di buon senso aiuterebbe a fare di noi dei proprietari migliori:

– in vacanza il tuo cane non ha aspettative superiori a quelle che matura durante il resto dell’anno vivendo con te. Non desidera nulla di più. Domandati dunque se il contenuto della relazione tra te ed il tuo cane in termini di tempo speso assieme per le routines e le iniziative è davvero di alta qualità e lo soddisfa;

gli schemi corretti vanno insegnati al cane quotidianamente secondo modalità precise: non puoi pretendere che il cane sappia comportarsi (nello specifico in spiaggia) se prima non gli hai dato la possibilità di esercitarsi quotidianamente in luoghi sempre diversi, passando da situazioni con assenza di distrazioni a situazioni via via più complesse;

– lasciare che il cane vaghi senza controllo per la spiaggia non fa di te un proprietario illuminato.

Questo non è il modo giusto di soddisfare il bisogno di movimento del cane, semmai è il modo per mettere a tacere la tua coscienza e il rimorso per averlo  tenuto al guinzaglio durante il resto dell’anno. 

il tratto di spiaggia tra il tuo ombrellone e l’acqua, soprattutto se è affollato, va percorso al guinzaglio. Solo in prossimità della battigia ed accertandoti che non ci siano pericoli, è consigliabile liberarlo mantenendo tuttavia su di lui un adeguato livello di controllo;

sii onesto con te stesso e valuta oggettivamente il grado di socialità del tuo cane. Entro certi limiti è normale che possa non andare d’accordo con tutti gli altri cani. Usa dunque il buon senso se ti trovi nella condizione di dover scegliere tra libertà a tutti i costi e tutela dell’incolumità del tuo cane e dei cani che vi orbitano attorno;

è buona norma far scaricare sempre le energie in eccesso del cane prima di portarlo in spiaggia. In questo modo sarà desideroso di starsene tranquillo sotto l’ombrellone a riposare;

– ecco…ombra ed acqua, sempre! Al minimo segnale di insofferenza del cane termina anche la tua permanenza in spiaggia;

espletati i bisogni fisiologici, quelli impellenti, il resto sono “marcature seriali”. Non lasciare che il cane marchi sempre ed ovunque e a maggior ragione in una spiaggia affollata; 

– quando sei in spiaggia dedicati al tuo cane e non al tuo smartphone;

in presenza di altri cani sconosciuti evita di giocare al lancio della pallina: eviterai di innescare potenziali zuffe per il possesso del gioco.

Sintetizzando:

il superamento di una logica proibizionista nel sentire comune passa attraverso una crescita in consapevolezza di noi proprietari per il tramite anche delle strutture sul territorio che offrono percorsi di educazione cinofila ad hoc tutto l’anno.

Un proprietario responsabile è in grado di seminare senso civico semplicemente gestendo correttamente il proprio cane nella vita di tutti i giorni.

Vivere il cane con un’altra prospettiva garantirebbe a noi proprietari un ritorno immediato in termini di apertura dell’Autorità Pubblica alle nostre esigenze e di maggiore tolleranza da parte di chi ci osteggia. 

Ci sarà poi sempre qualcuno che continuerà a dire che il cane in acqua trasmette malattie.

Acqua e cani: FLUIDOG

In tanti anni di frequentazione delle spiagge, i cani che abbiano volutamente minto in acqua li conto sulla punta delle dita.

Con rammarico non posso dire altrettanto per gli umani…………


AUTORE:
PAOLO TOSO
Educatore cinofilo Apnec
Formatore cinofilo certificato FCC

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