Lavorare in Pet Therapy
La volontà che muoverebbe i più a realizzarlo, sarebbe quello di unire la passione per gli animali al voler aiutare gli altri.
Lavorare in Pet Therapy.
Molto spesso questo sembra essere il desiderio di molti.
Basta l’amore per gli animali?
No, non basta.
Non basta non solo perché dal 2015 c’è una normativa che individua le figure professionali e la loro formazione, ma soprattutto perchè in Pet Therapy (o per meglio dire negli Interventi Assistiti con gli Animali) si lavora con e per le persone.
Quindi le motivazioni per lavorare in questo ambito, devono essere quelle di ogni altra professione sanitaria, socio-sanitaria e/o educativa. Certamente ci vogliono conoscenze, vedremo poi come acquisirle, passione verso gli animali, senza la quale è impossibile instaurare la relazione che è lo strumento sul quale si basa questa ‘terapia’, ma soprattutto dobbiamo voler occuparci di altre persone. I protagonisti delle terapie, o attività, sono sempre gli umani.
Quali sono le figure coinvolte negli Interventi Assistiti con gli Animali?
Come già detto l’ambito è stato normato (accordo Stato-regioni) attraverso un documento denominato Linee Guida sugli Iaa del marzo 2015.
In questo documento, sono chiariti:
- animali coinvolgibili (Cane, Gatto, Coniglio, Asino e Cavallo)
- ambiti di intervento
- tipologie di Intervento (terapia, educativa, attività)
- modalità di costruzione del progetto
- figure professionali (responsabile, veterinario esperto, referente e Coadiutore dell’animale)
- strutture idonee ad ospitare attività.
Per alcune di esse è previsto il possesso di un titolo di studio pregresso per poter accedere alla formazione specifica. Ovvero:
– Responsabile di Terapia è un medico specialista oppure uno psicologo psicoterapeuta iscritto all’albo,
– responsabile di Attività Educativa è un pedagogista, uno psicologo o un educatore professionale
– il Veterinario esperto in Iaa è un medico veterinario iscritto all’albo,
– il Referente di Terapia è una figura professionale in ambito sanitario (fisioterapista, logopedista, psicologo, terapista occupazionale ecc..) in possesso di laurea almeno triennale.
– Il Referente di Attività Educativa è un professionista socio-sanitario (sociologo, assistente sociale, educatore professionale) o persona in possesso di laurea almeno triennale in ambito psicologico o educativo.
Per il Coadiutore dell’animale non è previsto il possesso di un titolo pregresso. Anche se il livello della formazione specifica richiede, a mio parere, almeno una preparazione a livello di scuole superiori.
In breve i compiti assegnati alle varie figure sono:
– Responsabile: compone e coordina l’equipe, è responsabile della progettazione e della sua realizzazione.
-Veterinario: partecipa alla scelta della specie, da indicazioni sulle modalità di preparazione e salvaguardia dell’animale è responsabile dell’idoneità dell’animale e del suo stato di salute psico-fisica e caratteriale.
– Referente: accompagna l’utente in seduta, mette in pratica la progettazione, è corresponsabile del buon esito della stessa.
– Coadiutore dell’animale: si occupa della gestione dell’animale durante la seduta, è responsabile del suo benessere.
Quale formazione specifica?
La formazione si suddivide in tre livelli. Propedeutico (almeno 21 ore di lezione frontale) base (almeno 40 ore, per i coadiutori almeno 56), avanzato (ameno 72 ore di lezione più almeno 32 di esperienza pratica e 16 di visite guidate) per un totale di almeno 181 ore (196 per i coadiutori).
Il primo livello e l’ultimo sono comuni a tutte le figure, mentre il corso base si differenzia per responsabile e referente, veterinario, e Coadiutore di Cane, Asino, Cavallo ( per gatto e coniglio è prevista un integrazione).
Per capirsi, se vorrò essere, ad esempio, Coadiutore sia del Cane che dell’Asino dovrò frequentare 1 corso propedeutico, 2 corsi base e 1 avanzato.
Durante il corso avanzato è prevista l’effettuazione di almeno 50 ore di tirocinio.
Chi può organizzare i corsi?
Qui vi sono alcune differenze, per esempio, nella provincia di Trento ( dove vivo e lavoro) è stato approntato un registro apposito. In altre è stato scelto di usare quello degli Enti già accreditati per elargire formazione in altri ambiti.
Spesso, gli Enti, si appoggiano per la gestione pratica del corso, ad associazioni o altre organizzazioni già attive nell’ambito degli Iaa.
Quale corso scegliere?
È indispensabile verificare che chi organizza il corso sia accreditato a farlo.
Ovviamente non tutti i corsi sono uguali, anche se le materie sono fissate i corsi si caratterizzano per l’approccio, per la qualità dei docenti e per l’esperienza. Come sempre accade per i percorsi formativi.
Il mio consiglio a chi voglia intraprendere questo percorso, è quello di capire se questo impegno fisico, intellettivo, di tempo ed economico è per voi sostenibile.
Ricordatevi inoltre che, finito il corso, inizierà per voi il periodo di acquisizione dell’esperienza. Indispensabile per trasformare in professione la teoria imparata precedentemente.