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Dog beach: dieci cose da evitare per il vostro cane

Ci vuole poco per trasformare le vacanze dei cani nel peggior incubo che potessero immaginare.

Dieci modi per far odiare la Dog Beach al vostro cane e ai vostri vicini.

Elenco alcuni comportamenti tra il tragico e il comico a cui abbiamo assistito, durante quindici giorni di ferie in una bau-beach: spiaggia per cani, certi che tutto sia fatto pensando al benessere dei pelosi, ma anche certi del sollievo dei cani nel tornare a casa dopo una giornata di tortura marinara:

Dog beach: le dieci cose da NON fare!

  1. obbligare ad entrare in acqua cani palesemente idrofobi. Se già odiavano l’acqua ora la odieranno di più.
  2. spedire il combattivo Jack Russel contro onde alte un metro e mezzo “perché poveriiiinoooo lui vuole andaaaaare”. Sì! All’ospedale. Fate le debite proporzioni e affrontate un’onda alta cinque metri. Poi ne riparliamo al reparto ortopedia.
  3. buttare ripetutamente pietre in acqua ad un Golden Retriever per farlo tuffare. Comodo per voi, ma una infinita frustrazione per il cane che torna a riva senza trovare mai nulla in acqua se non  la speranza che il prossimo lancio sia quello buono. Peccato che quel lancio non arrivi mai.
  4. lanciare in mare la pallina al Border Collie per venti volte senza sosta. Ogni lancio venti metri di nuoto. Nuotate voi a stile libero senza pinne e occhialini fino alla boa dei 200m e tornate indietro senza mai fermarvi: se avete ancora fiato andate a chiedere scusa al cane.
  5. far tuffare il Labrador nel mare molto mosso con vento forte senza aver la capacità di entrare in acqua per aiutarlo ad uscire. Se avete l’acquaticità di una papera di gomma non gettate un cane tra le onde in cui non vi tuffereste mai.
  6. Prendere in braccio l’indifeso Cavalier King, portarlo a nuotare e impedirgli di uscire trattenendolo dal guinzaglio. Trattamento al limite della tortura. 
  7. Impedire al cane di riposarsi. Presi dall’eccitazione alcuni cani non si rendono conto della propria stanchezza e non è obbligatorio riportarli a casa in barella. Hanno diritto al recupero fisico, soprattutto se non sono abituati a sostenere lo stesso livello di attività per il resto dell’anno.
  8. Non considerare quanto sia difficile camminare sui sassi. Non tutte le spiagge hanno la sabbia meravigliosa della Sardegna, basta provare a camminare senza ciabatte per rendersene conto. Ogni ingresso e uscita dall’acqua valgono per venti metri nuotati.
  9. Tenere sempre libero il vostro Bulldog Francese “perché è piccolo e “taaaaanto buooooonoooooo” mentre va a stuzzicare in continuazione la pace e la tranquillità dei suoi simili, che dopo qualche ora sognano di mangiarsi un buon bulldog per pranzo. Il guinzaglio non è mai stato vietato, soprattutto quando il vostro maschio marca su zaini e asciugamani degli altri.
  10. Last but not least: non raccogliere le deiezioni. Le dog-beach sono una concessione, non un obbligo. L’imperante maleducazione rischia di farle ridurre o sparire. Molti cani non si meritano i padroni che li accompagnano.

Dovrebbero essere vacanze. Anche per loro!

E anche per i vostri vicini di ombrellone!

Andrea Varetto

Vigile del Fuoco in servizio al comando di Torino, da sempre amante dell’acqua e di tutto quello che ruota intorno al mondo liquido: nuoto, salvamento, apnea, stand up paddle, navigazione a vela e a motore. Da quando Watson e Curry - due Labrador - fanno parte della famiglia ogni momento è condiviso con loro, diventando parte insostituibile della nostra vita e delle nostre passioni. Da alcuni anni, io con Watson la mia compagna Sonia con Curry, abbiamo iniziato il percorso da unità cinofile da soccorso acquatico.

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