Fuori dai DentiEducazione cinofila e relazione con il cane

Ed ecco “il dog sitter dei record”… non ce la faccio

Sull’autorevole, credo, Corriere della Sera di oggi 18 ottobre c’è un bell’articolino di costume, tutto allegria, alta società e sensazioni positive, che racconta la gioiosa storia di un tale che, giunto a Milano dall’Argentina, ha scoperto che la sua missione nella vita era portare fuori non meno di sette cani alla volta quattro volte al giorno, tutti ovviamente al guinzaglio, e diventare “il dog sitter dei record”, come titola appunto il quotidiano milanese.

L’articolo ci racconta anche che Ignazio, così si chiama l’accumulatore seriale di cani altrui deambulanti in massa stile mandria di gnu, è conteso assai dalla Milano che conta, cioè l’unica di cui si parla in genere sull’autorevole testata nazionale. Ed è fantastico osservare come, per l’ennesima volta, quando decidono di scrivere di cose canine i “grandi giornali” regrediscano al livello di approfondimento, competenza e informazione di Red Ronnie quando non parla di musica.

E sì, perché alla leggiadra collega che ha scritto il pezzo sul camminatore compulsivo (non saprei definire altrimenti uno che si sciroppa “almeno 25 km a piedi ogni giorno”, però lo pagano 12 euro l’ora a cane, eh), non è venuto in mente manco per sbaglio di sentire il parere, che so, di un veterinario esperto di comportamento o, magari, di un educatore cinofilo, per capire quale possa essere il punto di vista dei cani su queste “ammucchiate” di zampe, teste, orecchi e code che cercano di incastrarsi al meglio sui marciapiedi cittadini, anche se rigorosamente, scrive l’autrice, “in zona 1 – cioè pieno centro di Milano, dove abbondano i danè, ndr – dove commercialisti, avvocati e ballerine gli affidano i loro ‘preziosi’ componenti della famiglia”.

Se l’avesse fatto, forse le avrebbero spiegato che i cani tendono ad avere anche loro delle rigorose preferenze circa gli amici da frequentare e che stare fisicamente appiccicato a un altro cane su ogni lato, nonché davanti e dietro, non corrisponde minimamente alle esigenze etologiche di questa specie che, come noi, ha una “distanza intima” che vorrebbe preservare da intrusioni non sollecitate.

Avete presente quanto è piacevole stare su un autobus pieno zeppo con il prossimo che ci aderisce strettamente da ogni lato e con i suoi odori a una spanna dalla faccia? Ecco, all’incirca è la stessa cosa per i sette poveri disgraziati costretti a camminare incollati come se fossero una cosa sola.

Inoltre, i cani quando escono hanno un disperato bisogno di annusare le tracce olfattive che incontrano, perché il loro modo di “leggere” il mondo è questo e impedirglielo significa frustrare un altro bisogno etologico primario. Immagino come possano annusare in pace sette cani al guinzaglio del pur bravissimo Ignazio (che peraltro “ha seguito un corso per operatore cinofilo”, ci informa l’autrice: si vede che il giorno in cui hanno spiegato le esigenze etologiche dei cani era assente…).

Ok, mi fermo qui e attendo serenamente la querela dell’autorevole quotidiano.

O magari un’offerta di lavoro per scrivere di cani finalmente con cognizione di causa, perché sarebbe ora di finirla di fare disinformazione, anche in stile “fru fru” come in questo caso: le conseguenze ricadono sui cani, non sui miei colleghi giornalisti, purtroppo.

Andrea Comini

Educatore e istruttore cinofilo fisc da oltre vent'anni, consulente sui problemi comportamentali, si è formato con Carlo Marzoli, Inki Sjosten, David Appleby, Roger Abrantes, Joel Dehasse. Studioso di etologia del cane e del lupo, docente in diversi corsi di formazione per educatori. Giornalista professionista.

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