Benessere del cane

Cosa ha in mente il tuo cane quando gli chiedi di prendere una palla, una corda o uno qualsiasi dei suoi giocattoli?

Rappresentazioni mentali multisensoriali di oggetti nei cani: approfondiamo l’argomento parlando di uno studio pubblicato su Animal Cognition.

“Prenderesti la penna che si trova sulla scrivania?”.

Quando senti questa domanda, e desideri assecondare la richiesta, inizi a costruire nella mente un’immagine di una penna: cilindrica, allungata, liscia o con delle scanalature, blu, nera o di altri colori.

Ti sei mai chiesto se il tuo cane, quando vi dedicate alla ricerca, faccia la stessa cosa?

Uno studio pubblicato dal gruppo di ricercatori del Dipartimento di Etologia dell’Università Eötvös Loránd di Budapest, guidato da Claudia Fugazza (“I cuccioli di cane ci imitano: studio scientifico apre nuove possibilità di addestramento e educazione” – dogsportal.it Blog cinofilo), ha cercato di capire cosa passa nella mente dei nostri compagni a quattro zampe quando chiediamo loro di trovare un oggetto.

Cosa accade nella nostra mente quando cerchiamo qualcosa o qualcuno? E in quella dei cani?

Come accennato prima, noi umani costruiamo una rappresentazione mentale dell’oggetto che cerchiamo basandoci sulle informazioni che raccogliamo attraverso tutti i nostri sensi.

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Nei cani accade la stessa cosa?

Alcuni studi descrivono modalità simili per gli stimoli sociali, ciò significa che riconoscono noi compagni umani mettendo insieme le informazioni che hanno raccolto su di noi: sviluppano nella loro mente una nostra rappresentazione multisensoriale.

Per quanto riguarda la ricerca di oggetti, in precedenti esperimenti, i cani hanno dimostrato di affidarsi alla vista o a una combinazione tra vista e olfatto per trovare il target. Del resto è qualcosa che osserviamo molto spesso quando giochiamo con loro.

I cani come usano i loro sensi per riconoscere un oggetto?

riconoscimento oggetti cani
Cosa ha in mente il tuo cane quando gli chiedi di prendere una palla, una corda o uno qualsiasi dei suoi giocattoli?

Nello studio Multisensory mental representation of objects in typical and Gifted Word Learner dogs (Multisensory mental representation of objects in typical and Gifted Word Learner dogs | SpringerLink), pubblicato su Animal Cognition, gli autori hanno fatto un passo avanti nella comprensione della capacità dei cani di integrare le informazioni ottenute attraverso i diversi sensi durante la ricerca, in cui devono riconoscere e discriminare degli oggetti.

Parliamo di discriminazione quando un individuo percepisce la differenza tra due (o più) stimoli/oggetti e si aspetta che si traducano in esiti diversi e di riconoscimento nella situazione in cui il soggetto identifica uno stimolo come uno già incontrato in precedenza.

In cosa consisteva l’esperimento progettato dagli studiosi?

Andrea Sommese, ricercatore post-doc e coautore dell’articolo, spiega: “Per questo esperimento abbiamo giocato per circa 10 minuti con ciascun cane utilizzando uno specifico oggetto/giocattolo. Dopodiché, abbiamo posizionato questo oggetto in mezzo ad altri in una stanza, mentre siamo andati con il cane e il/la loro proprietario/a in un’altra. A questo punto, il/la proprietario/a chiedeva al proprio cane di riportare l’oggetto che avevamo utilizzato in precedenza. Abbiamo poi ripetuto la procedura spegnendo tutte le luci e coprendo l’apertura fra le due stanze, di modo da esser sicuri che i cani si trovassero a cercare in condizioni di buio assoluto”.

Chiamalo con il suo nome: non solo vista e olfatto

All’esperimento hanno partecipato anche dei cani un po’ speciali.

Sono quelli che vengono definiti Gifted Word Learner dogs e sono pochissimi al mondo: sono cani capaci di identificare gli oggetti in base al loro nome (etichetta verbale) e sono in grado di impararne un gran numero.

Un esempio è Max (Max – Genius Dog Challenge) che è riuscito a imparare ben 100 nomi di giocattoli.

Ci saranno state differenze tra i risultati ottenuti dai cani comuni e dai Gifted Word Learner?

Sommese risponde: “Quello che abbiamo scoperto è che tutti i cani, sia quelli ‘geniali’ sia quelli comuni, erano in grado di riconoscere l’oggetto che veniva chiesto loro di riportare, ma si comportavano diversamente quando le luci erano accese o spente. Nella fattispecie, quando le luci erano accese i cani si fiondavano molto efficacemente e velocemente sul target. Invece, a luci spente, avevano bisogno di molto più tempo per cercare e, soprattutto, per annusare in giro. Infatti, soltanto quando era buio i cani si sono rivolti al loro naso per trovare l’oggetto”.

E gli altri sensi, come il gusto o il tatto?

“Un altro aspetto interessante è che, in entrambe le condizioni, i cani non utilizzavano spessissimo la loro bocca per riconoscere gli oggetti ma, appunto, preferivano usare la vista con le luci accese e l’olfatto con quelle spente”.

In base ai dati raccolti, sembra che tutti i cani siano capaci di formare una rappresentazione mentale degli oggetti, ma per i Gifted Dog Learner — in grado di comprendere il linguaggio umano — questa rappresentazione includa anche lo stimolo uditivo (il nome del giocattolo).

Raggiunta questa nuova tappa, ora la ricerca punta alla prossima, che potrebbe essere la comprensione di ciò a cui prestano attenzione i cani quando studiano un giocattolo o un oggetto (ad esempio, consistenza, colore, aspetto).

E chissà quali altre sorprese ci riserverà la mente dei nostri amati compagni di vita!

Alessia Colaianni

Dottoressa di ricerca in Geomorfologia e Dinamica ambientale, sono poi approdata sulle rive della comunicazione e divulgazione scientifica. Sono diventata giornalista e, un articolo dopo l’altro, mi sono ritrovata a raccontare le storie di animali umani e non umani e dell’ambiente in cui vivono. Sul mio cammino ho incontrato lo sguardo di molti cani e questo mi ha convinta a suonare ai cancelli di Dogsportal per poter curiosare nella loro storia e nel loro comportamento insieme a voi.

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