Educazione cinofila e relazione con il caneNotizie e curiosità sul cane

“I cuccioli di cane ci imitano: studio scientifico apre nuove possibilità di addestramento e educazione”

Uno studio appena pubblicato su Scientific Reports mostra la tendenza dei cuccioli di cane a imitare le nostre azioni rispetto a quelli di lupo e gatto. Questi risultati potrebbero essere la base per nuovi approcci di educazione e addestramento.

Sarà capitato anche a voi, mentre cercavate di insegnare un gioco ai vostri cani, di mostrare loro in prima persona cosa dovessero fare.

Imparare imitando fa parte del nostro comportamento, ma è una possibilità concreta quando cerchiamo di insegnare qualcosa ai nostri compagni animali?

I ricercatori del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University di Budapest hanno cercato una risposta a questa domanda e i risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports (https://www.nature.com/articles/s41598-023-28959-5 ).

I nostri cuccioli ci imitano? L’esperimento

Gli scienziati hanno analizzato il comportamento di 42 cuccioli di cane, 39 cuccioli di gatto e 8 cuccioli di lupo.

Tutti gli esemplari coinvolti erano socializzati e vivevano in famiglie umane. Durante l’esperimento, gli animali potevano interagire con un oggetto per loro nuovo posto in una stanza, ad esempio toccandolo con il naso o con la zampa.

In seguito, mentre il proprietario tratteneva il proprio cucciolo, lo sperimentatore mostrava un’azione diversa: se l’animale aveva precedentemente toccato l’oggetto con il naso, lo sperimentatore lo toccava con la mano.

Alla fine i ricercatori hanno osservato se il cucciolo eseguiva la stessa azione dello sperimentatore: più che di vera e propria imitazione, sarebbe corretto parlare di corrispondenza tra le azioni.

Tutto questo senza un precedente addestramento e senza ricompense in cibo.

Tra domesticazione e socialità

I cuccioli di cane e di lupo hanno copiato le azioni mostrate dagli sperimentatori in circa il 70% delle prove, il doppio rispetto ai cuccioli di gatto.

Solo i cani, però, tendevano a imitare l’azione con la stessa parte del corpo (ad esempio con la zampa quando il ricercatore aveva usato la mano).

I risultati sono in linea con ciò che conosciamo delle caratteristiche di questi animali: cani, gatti e lupi hanno differenti storie di domesticazione e una diversa socialità innata e questi elementi possono influenzare la loro tendenza a osservare gli umani e imparare da loro socialmente. 

Claudia Fugazza, prima autrice dello studio pubblicato su Scientific Reports, specifica: “Riteniamo che i risultati riflettano sia la natura sociale delle specie ancestrali, l’antenato di cani e lupi era un animale sociale, mentre l’antenato dei gatti era un cacciatore solitario”. E c’è di più perché è coinvolta anche “la storia specifica della domesticazione– continua la ricercatrice –, infatti solo i cani, ma non i gatti, collaboravano con l’uomo in diversi compiti”.

Come noi umani sappiamo bene, imitare gli altri in situazioni nuove è un buon modo di conoscere il mondo per chi è giovane e inesperto. La tendenza a copiare il comportamento degli altri non è solo utile per apprendere nuove abilità o informazioni, ma serve anche a promuovere l’appartenenza a un gruppo sociale.

Nella relazione tra uomo e cane l’imitazione giocherebbe, quindi, un ruolo importante.

Márta Gácsi, coautrice dello studio, aggiunge: “Sia il cane che il gatto sono specie addomesticate che oggi vivono nelle famiglie umane, ma il cane è stato addomesticato molto prima del gatto (tra 20.000-40.000 anni fa il primo, 10.000 anni fa il secondo) e i cani sono stati selezionati per diverse forme di cooperazione con gli umani. I gatti hanno attraversato un diverso processo di domesticazione: cacciavano topi e ratti nell’ambiente umano, ma non dovevano cooperare o comunicare con gli umani”.

Non dovrebbe sorprendere, quindi, che i cani copino le nostre azioni anche senza una ricompensa.

Verso nuovi metodi di educazione e addestramento

Per quanto ci sarà necessità di consolidare e approfondire i risultati ottenuti, questa ricerca è interessante non solo dal punto di vista teorico ma anche da quello pratico.

Lo conferma Ákos Pogány, lo studioso che ha coordinato la ricerca: “Riteniamo che i nostri risultati possano costituire la base per lo sviluppo di nuovi metodi di addestramento che si basano sulla tendenza dei cuccioli ad apprendere attraverso l’osservazione e imitare le azioni umane. In questo modo, l’addestramento del cane può essere meno dipendente dall’uso di ricompense alimentari e più in grado di sfruttare la naturale propensione dei cani all’apprendimento sociale”.

Fugazza aggiunge: “Alcuni addestratori che collaborano con noi stanno già utilizzando metodi basati sulla naturale tendenza dei cuccioli ad apprendere socialmente dagli umani e pensiamo che sarebbe un’interessante linea di ricerca per gli studi applicati indagare sulla loro efficacia”.

Una capacità che già gli educatori cinofili sfruttano, ma chissà che le nuove conoscenze non spianino la strada a strategie più efficaci e, soprattutto, più vicine all’indole e alle aspettative dei nostri compagni di vita.

Alessia Colaianni

Dottoressa di ricerca in Geomorfologia e Dinamica ambientale, sono poi approdata sulle rive della comunicazione e divulgazione scientifica. Sono diventata giornalista e, un articolo dopo l’altro, mi sono ritrovata a raccontare le storie di animali umani e non umani e dell’ambiente in cui vivono. Sul mio cammino ho incontrato lo sguardo di molti cani e questo mi ha convinta a suonare ai cancelli di Dogsportal per poter curiosare nella loro storia e nel loro comportamento insieme a voi.

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