Cani e società

Il “cane speciale” per la socialità e la salute: cani che aiutano le Persone

Un aiuto importante per i malati, le persone disagiate e i diversamente abili: il cane amico e competente che li affianca nel movimento e nello sport, nella convalescenza e nella quarantena 

Tutti i cani “da compagnia” sono di per sé una forma di sostegno nella nostra vita.

Ne parliamo su Dogsportal.it con un nuovo articolo di Aldo La Spina.

Il cane è una garanzia di salute fisica perché ha bisogno di muoversi con noi; ed è anche un aiuto psicologico perché allontana il malumore, distrae, diverte ed emoziona.

Ma alcuni cani fanno anche qualcosa di più per noi. Nel mio articolo precedente ho parlato dei cani “caregiver”, che ci aiutano vivendo con noi e si comportano come “parenti” che ci sostengono quotidianamente in molti campi: dall’educazione alle difficoltà di lettura e concentrazione dei bambini, dalla riabilitazione sociale ai ricoveri, sul lavoro e in casa.

E ho già parlato anche dei cani da allerta medica e da ricerca biologica.

Qui parlo invece di un altro campo nel quale i cani di famiglia ci “danno una zampa”: il benessere di chi ha disabilità o menomazioni fisiche o psichiche. 

Negli ultimi anni l’interesse per le molteplici capacità del cane “da compagnia” sta esplodendo, anche perché impiegare e valorizzare le loro doti naturali è un contributo al miglioramento della loro vita oltre che della nostra.

I cani riconosciuti e apprezzati nel loro ruolo sociale

Rendendosi utili i cani stanno meglio perché sentono di essere riconosciuti e apprezzati nel loro ruolo sociale, e la loro intera vita è più piena, attiva e soddisfacente.

Gli educatori e gli operatori cinofili provvedono perciò a insegnare loro come svolgere meglio compiti cui sono portati naturalmente, e supportano i loro proprietari affinché gestiscano bene la relazione. 

Un esempio importante delle doti naturali del cane non “professionista” è documentato da recenti ricerche scientifiche e confermato da testimonianze dirette:

almeno il 30% dei cani che vivono con un diabetico sono in grado di rilevare spontaneamente all’olfatto le crisi glicemiche e lo fanno usualmente, pur senza avere ricevuto un addestramento specifico. Con l’addestramento, ovviamente, si potenzia e si affina questa predisposizione e ci si può affidare al cane in sicurezza. 

Più noti e comuni sono gli esempi classici del cane che segnala pericoli e protegge o soccorre il proprietario o va a cercare aiuto in casi di emergenza sanitaria (in caso di cadute o perdita dei sensi) o di altro genere, come incendi o incidenti, senza avere ricevuto alcun addestramento. 

Socialità e olfatto del cane ci vengono incontro

Il cane prende spontaneamente l’iniziativa perché è una dote naturale caratteristica della sua specie: la socialità lo porta a cooperare e soccorrerei conviventi, in caso di pericolo, piuttosto che a fuggire per conto proprio.

E l’olfatto fa il resto: il cane avverte non solo la situazione insolita, ma identifica l’odore diverso che emettiamo se stiamo male, veicolato dai messaggeri chimici messi in circolo da ogni nostra emozione.

Il cane sa distinguere “a naso” se dormiamo semplicemente o siamo a terra svenuti per un malore.

Vivendo un rapporto molto intenso con noi, ci conosce bene e riesce a cogliere il pericolo o una situazione difficile dai cambiamenti fisiologici, dai movimenti e dai gesti che facciamo, dalle posture che assumiamo.

Spesso reagisce perfino se si tratta di una persona estranea che abbia per esempio una crisi epilettica: abbaia, si muove, segnala con le zampe. 

Il tipo di reazione dipende anche dalle predisposizioni di razza e dalla taglia.

I cani abituati a collaborare e confidenti si rivolgono ad altre persone per cercare aiuto. In genere i cagnolini piccoli si mettono ad abbaiare perché sono abituati a farsi notare in questo modo, mentre i cani di taglia più grande intervengono fisicamente, magari provando a tirare la persona per la maglia. 

Cura del prossimo, sensibilità e istinto di sopravvivenza di gruppo: al di là di queste doti naturali comuni quasi a tutti i cani, tuttavia, alcuni di essi hanno predisposizioni e attitudini speciali e imparano quindi facilmente a rispondere a bisogni speciali in modo adeguato. 

I cani “speciali” sono dei veri angeli custodi.

Sono cani non “professionisti” (come invece sono quelli da soccorso, assistenza o allerta medica), che però hanno acquisito competenze specifiche e operano per il nostro benessere.

Ci affiancano quando siamo malati o convalescenti, tristi o depressi, oppure quando abbiamo limitazioni sociali e nei movimenti, come è il caso dei diversamente abili e di chi ha subito incidenti. 

Questi cani ricoprono una pluralità di ruoli e svolgono diversi compiti allo stesso momento: sono degli amici affezionati e intelligenti, che ci conoscono bene e riescono a farci anche da tutori, custodi, protettori, sorveglianti, perfino a tratti da collaboratori familiari.

Sono semplici cani di famiglia ma al contempo validi sostegni per il benessere e la salute dei loro proprietari. Sono assimilabili ai volontari delle ambulanze e a chisegue corsi di primo soccorso: possono sostenerci in momenti di bisogno e in avvenimenti avversi, anche se non è il loro mestiere.

Con loro infatti si possono svolgere attività cinofile soft che aiutano a socializzare chi ha menomazioni e limitazioni nel movimento, a recuperare il tono fisico in convalescenza e a mantenersi in forma. Ciò vale soprattutto se la persona non ha sindromi particolarmente gravi, se è già assistita da persone fidate e competenti e se ha un buon rapporto con il proprio cane. 

È un campo ancora in definizione, vicino ma non coincidente con quello degli I.A.A., gli Interventi Assistiti con Animali; questi ultimi infatti hanno anche un carattere terapeutico e sono quindi riservati a cani e operatori preparati, sono strutturati e riconosciuti a livello istituzionale, fanno riferimento a linee guida nazionali, a una formazione specifica e a un’équipe composta oltre che dall’operatore del cane anche da personale sanitario e medico specializzato. In un certo senso i cani impiegati negli I.A.A. sono cani “dottori” e “infermieri”. 

Nel caso dei “cani speciali”, invece, non si tratta di cura ma di prevenzione, sostegno e promozione di uno stile di vita equilibrato. Sono cani “aiutanti” e “custodi”. 

Per semplificare diciamo che esistono tre livelli dell’impegno del cane nel campo dell’aiuto alla mobilità e alla socialità di persone svantaggiate o in difficoltà.

  1. Attività informali salutari da poter svolgere con il cane “da compagnia” “educato”, ma senza una preparazione specifica. Si possono fare con  un cane di qualsiasi razza ed età purché di carattere collaborativo. Ad esempio si possono fare la Mobility, una semplice ricerca olfattiva, piccole prove di esercizi di obbedienza ed alcuni tricks che aiutano in particolare bambini che abbiano ritardi cognitivi o siano molto introversi ad acquisire maggiore sicurezza e fiducia in se stessi. Il cane si comporta come un amico che viene a trovarti in ospedale e ti fa fare due passi, gioca e parla con te. 
  2. Livello ludico-amatoriale: “cani speciali” che hanno un’indole portata all’interazione e alla collaborazione non solo con i proprietari, ma anche con gli estranei. Questi sono cani che, se preparati adeguatamente e in modo ludico, possono essere coinvolti in attività ludico sportive con persone in situazioni di disagio, portatrici di disabilità e così via nell’ottica di attività volte all’aggregazione e all’integrazione, quali ad esempio le Special Social Activities (Special Agility).
  3. Livello “professionale” e specializzato con i cani d’assistenza: ad esempio i cani d’assistenza alla mobilità (“Mobility Dogs”) e i cani per allerta medica – autismo, epilessia, diabete e così via. Il cane d’assistenza è addestrato a svolgere compiti anche complessi, ha imparato delle procedure che ben conosce, come quelle di premere un pulsante per attivare un allarme o di andare a chiamare soccorso, e lo fa “per mestiere”. Ci si può affidare completamente al cane che oltre ad avere un ottimo rapporto con noi ha “studiato” e si è laureato nel suo settore di competenza. Per esempio, il cane per autismo è in grado non solo di controllare l’irrequietezza e le iniziative pericolose del bambino come andare a prenderlo se scappa, contenerlo e fermarlo e dargli un riferimento di sicurezza. 

Vediamo insieme che cosa fanno i “cani speciali” al secondo livello nel campo ludico-amatoriale.

Fanno movimento e sport con i disabili.

Paragility e Special Agility

La Paragility e la Special Agility sono i filoni dell’Agility aperti a chi ha una disabilità fisica o un disagio psichico (da una depressione fino a disturbi più importanti di origine genetica).

La Paragility è l’unica disciplina cinosportiva attualmente regolata e strutturata anche in campionati.

È molto diffusa e offre l’opportunità di gareggiare insieme al proprio cane a chi ha problemi sia motori sia psichici. È divisa in categorie secondo il tipo di disabilità delle persone (rotelle elettriche e rotelle a mano, sindrome di Down, amputati).

Si svolge su un terreno appropriato per consentire anche il movimento su carrozzina e con una carrozzina apposita che non si ribalta.

La persona in gara si sposta sulla carrozzina dietro al proprio cane. Possono partecipare anche persone con sindrome di Down allenate da un istruttore e capaci di gestire opportunamente il proprio cane o uno che è stato loro dato in conduzione.

Esistono campionati italiani e anche internazionali di Paragility, molto frequentati: ai Mondiali in Inghilterra di due anni fa parteciparono 120 persone. Non c’è una vera selezione, ma una commissione internazionale valuta la presenza dei requisiti per partecipare. Le regole sono le stesse dell’Agility: il proprietario-conduttore affianca il cane nel percorso. 

Anche senza partecipare a campionati, comunque, si può trarre giovamento da un allenamento e da gare a livello amatoriale anche in altre discipline cinosportive svolte in forma soft secondo le necessità e caratteristiche delle persone disabili.

Ad esempio, forme leggere di Dog Dance in cui è solo il cane a muoversi, ricerche olfattive di media difficoltà, esercizi tipici dell’Obedience e della Rally Obedience in modalità tranquilla, senza eccessivi spostamenti. 

Queste attività “speciali” sono svolte con moderazione, senza spingere alla competizione e contenendo l’eccitazione del cane entro livelli accettabili. In genere vengono svolte meglio con cani collaborativi, curiosi, socievoli ed equilibrati.

Si prediligono cani di taglia medio-piccola come Labrador e pastori tipo Border Collie e Shetland, perché i cani di taglia troppo piccola potrebbero avere difficoltà con chi si muove in carrozzina: faticherebbe a vederli e rischierebbe di travolgerli.

Quelli di taglia troppo grande in genere sono esclusi per motivi opposti, per tutelare il disabile che potrebbe faticare a gestirli e rischierebbe di essere ribaltato.

Sono state già realizzate esperienze con queste versioni “leggere” di attività cinosportive, che sono distinte dai veri e propri Interventi Assistiti con Animali. I risultati sono stati buoni e incoraggianti. Siamo ancora in una fase embrionale ma le positive esperienze hanno permesso di elaborare un regolamento ad hoc nell’ambito di A.P.N.O.C.S – Associazione Professionale Nazionale Operatori Cinofili per fini Sociali.

REGOLAMENTO DELLE S.S.A – SPECIAL SOCIAL ACTIVITIES

Si intendono con il termine di S.S.A – Special Social Activities – tutte quelle attività ludiche, sportive e sociali che possono essere praticate da bambini e/o anziani e/o persone in situazioni di disagio.

  • Le S.S.A possono trarre spunto ed origine dalle discipline cinofilo-sportive, ma sono private dell’aspetto agonistico. Sono attività intese a sviluppare le capacità fisiche e insieme psichiche, sono strumenti di carattere pedagogico, con una grande valenza educativa nella sfera ludico-ricreativa.
  • Le S.S.A non sono riconducibili all’interno degli I.A.A – Interventi Assistiti dagliAnimali, da cui si differenziano per la mancanza di obiettivi specifici volti al miglioramento delle funzioni di salute, fisiche, psichiche, cognitive e sociali, per quanto, in presenza dei suddetti obbiettivi, possono essere inserite negli I.A.A.
  • Le S.S.A possono avere una importante valenza nella sfera sociale in quanto svolte nello spirito dell’aggregazione e dell’integrazione di persone con disabilità fisiche e psichiche in attività normalmente riservate ai normodotati.
  • Una S.S.A può essere definita tale previa valutazione insindacabile della Direzione Nazionale A.P.N.O.C.S – Associazione Professionale Nazionale Operatori Cinofili per fini Sociali e a seguito della presentazione di una precisa descrizione e/o di un preciso regolamento o di un protocollo d’intervento.
  • Le S.S.A devono essere attività piacevoli per i cani, i quali devono avere gli stessi requisiti comportamentali dei cani per gli I.A.A ed essere preparati/addestrati con metodi non coercitivi, seguendo le loro attitudini naturali. È compito del cinotecnico delle S.S.A individuare le attività più idonee per il proprio cane e per sé stesso.

Altre info sulle S.S.A.: https://apnocs.it/

I cani “speciali” possono aiutare il benessere psicofisico anche in altri due ambiti.

  • Sostengono moralmente e fisicamente persone temporaneamente in difficoltà, come i malati, i convalescenti e le persone in quarantena. Chi deve rimanere a lungo in casa può proporre al cane giochi appropriati per queste condizioni come l’attivazione mentale e i giochi indoor di esplorazione dell’ambiente “domestico”. Sono attività che lo tengono attivo e stimolano anche il proprietario a muoversi per allestire percorsi adatti con passaggi da attraversare (con oggetti d’uso quotidiano o elementi d’arredo). I giochi indoor comunque vanno pensati e strutturati con criteri diversi da quelli all’aperto e seguendo accorgimenti particolari, per garantire la sicurezza e contenere l’eccitazione del quadrupede costretto a lungo fra le quattro mura. Per approfondire si può consultare la sezione dedicata ai giochi indoor il mio libro “100 idee per giocare con il tuo cane. Giochi educativi ed esercizi divertenti in casa e all’aperto” (ed. De Vecchi). 
  • Infine, i cani “speciali” aiutano i bambini, i ragazzi introversi e gli adolescenti in crisi a superare i propri timori e ad acquisire autostima e serenità. Sono molto indicate le prove di obbedienza e di ricerca olfattiva, che stimolano la comunicazione fra le persone e il cane e conferiscono fiducia e sicurezza al giovane che impara a interagire con un essere vivente. La soddisfazione è di entrambi i membri della “coppia”, che trovano piacere e sputi di crescita in queste interazioni semplici ma profonde. 

Aldo La Spina

Aldo La Spina Esperto di comportamento animale riconosciuto a livello internazionale da APBC (Association of Pet Behaviour Counselor), educatore cinofilo ed esperto cinofilo nell’area comportamentale, è docente presso università ed enti di formazione. Dirige il centro di formazione cinofila Pet Format Net e il Centro Cinofilo Europeo. Già fra i fondatori e vicepresidente nazionale di APNEC, Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili, è Presidente di APNOCS, Associazione Professionale Nazionale Operatori Cinofili per fini Sociali che si occupa di Interventi Assistiti con Animali (Pet Therapy) e cani d’assistenza, e direttore tecnico di MDDI – Medical Detection Dogs Italy onlus, che si occupa di cani d’allerta medica e per la ricerca biologica. È consulente per enti pubblici e privati. È autore dei libri Il cane nella pratica veterinaria (Edra), Manuale di educazione cinofila (Lswr), Emozioni a sei zampe (Terra Nuova), 100 idee per giocare con il tuo cane, In forma con il cane, Come calmare il cane, Come fare il Dog Sitter, I segreti per la lunga vita del tuo cane (De Vecchi), Gli straordinari talenti del tuo cane (Lswr).

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