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Il “Patentino” per Cani senza pratica? Come una patente o un porto d’armi senza competenze reali.

Secondo un recente comunicato di Ivan Schmidt, l’ASL 1 Imperiese, in collaborazione con l’Ordine Veterinari e il Comune di Sanremo, ha proposto un corso formativo mirante a istituire un “patentino” per i cani.

Questa certificazione, come racconta a Dogsportal.it Ivan Schmidt, noto professionista in ambito cinofilo, ha lo scopo di educare i proprietari sulle leggi attuali e le caratteristiche fisiologiche ed etologiche del cane, cercando di promuovere un possesso responsabile del pet.

Ma si pone una domanda: quanto è realmente efficace questa iniziativa?

Il Gap Teoria-Pratica

Uno dei principali punti sollevati da Schmidt nel suo comunicato riguarda la mancanza di una componente pratica nella formazione.

La teoria, sebbene essenziale, potrebbe non essere sufficiente in assenza di un addestramento pratico sul campo e in un contesto urbano.

Dopotutto, affrontare le sfide della vita reale con un cane in un ambiente urbano può differire notevolmente da quanto appreso teoricamente.

Il ruolo delle associazioni Locali

Schmidt sottolinea anche l’assenza di coinvolgimento delle associazioni locali nella decisione.

Queste entità, spesso al fronte di situazioni canine complesse, portano con sé una vasta esperienza pratica. Il loro know-how potrebbe essere fondamentale per garantire una formazione completa e contestualizzata.

Confronto con altri Modelli

Al di fuori della Liguria, Schmidt fa riferimento al “patentino” proposto dai Comuni di Cremona e Mantova.

Quest’ultimo, basato su sole quattro lezioni online, solleva interrogativi sulla responsabilità.

Concedere un patentino in assenza di una solida formazione pratica potrebbe rendere l’ente certificatore responsabile per eventuali danni causati da una formazione carente.

Questa situazione è paragonabile, come suggerisce Schmidt, al rilascio di un porto d’armi a chi non è in grado di maneggiare un’arma o di una patente di guida a chi non ha le competenze per guidare.

Verso una soluzione nazionale

Dall’analisi di Schmidt emerge l’urgente necessità di un approccio standardizzato a livello nazionale. Un patentino unico che integri formazione teorica e pratica potrebbe essere la chiave per garantire proprietari di cani adeguatamente formati. Inoltre, come suggerisce Schmidt, ulteriori misure come il controllo delle cucciolate casalinghe e la regolamentazione degli spostamenti di cani potrebbero farci avvicinare a una gestione più responsabile del possesso di cani.

L’iniziativa del “patentino” per cani rappresenta un passo nella giusta direzione.

Tuttavia, come Ivan Schmidt ci ha fatto notare, è essenziale che tale certificazione sia tanto completa quanto efficace. Solo con una formazione adeguata e una chiara visione normativa potremo garantire un possesso di cani responsabile e sicuro.

Dogsportal Redazione

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