Notizie e curiosità sul caneEducazione cinofila e relazione con il cane

L’influenza delle notizie negative sul nostro rapporto con i cani e come i media influenzano la nostra percezione su di loro

L’effetto dell’impatto mediatico sulle razze canine

di Irene Maja Nanni, MSc, PhD 

Ad oggi circa il 90% degli articoli e notizie sul cane che coinvolgono incidenti di lieve o grave entità riportano molossi o terrier di tipo bull ,
queste ultime spesso non vengono sempre riportate correttamente o in modo molto approssimativo.

Robertson et al (2023)1 hanno evidenziato che sì, i media sono importanti per la società, ma è sempre la notizia con un effetto negativo che ci attira, i risultati di questo studio hanno dimostrato che per un titolo dalla lunghezza media, ogni parola negativa aggiuntiva aumenta la percentuale di clic del 2.3%. Spesso viene utilizzato il termine azzannare solo perché ha appeal, pur non avendo un significato corretto da un punto di vista scientifico.

I media online oggi sono fondamentali per l’informazione ed elaborazione di opinioni, sollevando però anche la questione di ciò che guida il “mercato” sulle notizie online.

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L’influenza delle notizie negative sul nostro rapporto con i cani

La tendenza degli individui a prestare attenzione a notizie negative riflette qualcosa di fondamentale nella cognizione umana, gli stimoli negativi iniziano nell’infanzia2 e persistono nell’età adulta, le informazioni negative rimangono maggiormente fissate nel nostro cervello e le persone valutano le informazioni negative più pesantemente delle informazioni positive 3.

Negli ultimi 10 anni, abbiamo visto un aumento di notizie che hanno come oggetto cani e accadimenti negativi, questo, determinato anche dal fatto che i cani stanno diventando “prodotti” per l’economia, inoltre la distribuzione della popolazione canina in Italia è aumentata e quindi l’interesse su queste notizie è notevole.

L’aumento della popolazione canina in Italia e il suo impatto sulle notizie

Sulla base delle anagrafi canine territoriali più complete e rapporti eurispes 2022 il numero dei cani in Italia ha raggiunto circa 10 milioni, ed è stato stimato che il 44.7 % degli italiani viva con un cane (Eurispes 2022)4.

Ci piace vivere con i cani, parliamo di emozioni, ma non sopportiamo le loro reazioni che spesso sono indotte da queste…c’è qualcosa che non capiamo o ci perdiamo ?

O non vogliamo andare oltre?

Queste sono alcune delle domande che ci si dovrebbe porre davanti ad  articoli online o su carta stampata, e non solo fermarsi al titolo, ci si dovrebbe sforzare nella lettura, dandone una connotazione più animale e meno “umana“ possibile, perché solo così potremmo essere in grado di elaborare un’opinione priva di influenze.

-Il cane dello zio la azzanna mentre gioca”

-“Pare che la bambina abbia cercato di togliere dalla bocca qualcosa al cane, che a quel punto si è difeso “

https://www.ilmattino.it/nordest/venezia/azzannata_cane_setter_inglese_zio_mentre_gioca_bambina_5_anni_ospedale_portogruaro-7365166.html 5

Questo ciò che si legge lungo il testo, quale delle due affermazioni dobbiamo prendere in considerazione?

La prima, la seconda o entrambe?

La comunicazione interspecifica e l’incomprensione del comportamento canino

Per chi si occupa di comportamento e di comunicazione interspecifica stiamo parlando di due eventi altamente probabili, considerando le variabili: bambino/a, età dello stesso/a, contesto (di gioco o altro), gestione, docilità del cane ed altre variabili,  e se effettivamente stesse cercando di togliere qualcosa di bocca al cane…

Non lo sappiamo ..solo poche righe ci devono bastare a trarre conclusioni?

Che cosa ci aspettiamo dai cani?

Cosa devono fare i cani per avere il nostro consenso ?

L’approccio sbagliato dei media nel descrivere gli animali

Perché un comportamento che non provoca effetti gravi, deve essere necessariamente riportato su di un giornale, e con un numero così limitato di battute?

Il cane è un mammifero appartenente all’ordine dei Carnivora, famiglia  Canidae, specie Canis lupus, sottospecie Canis lupus familiaris (Canis familiaris)6.

Considerando solo la classificazione tassonomica, anche ai meno esperti potrebbe essere abbastanza chiaro che la bocca con i denti, per questa specie è un organo fondamentale che svolge numerose e fondamentali funzioni. Senza addentrarsi nell’anatomia e fisiologia, il cane con la bocca esplora e ogni cane, razza è a se nelle sue peculiarità e soggettività.

Nel cavo orale troviamo i denti (decidui) che dalla prima eruzione, dove passano dall’essere delle vere lamette appuntite, fino alla dentizione definitiva, dei veri e propri “strumenti del mestiere”.

I cani con la bocca afferrano, rompono, riconoscono, portano, spostano…perchè se il cane porta il gioco va tutto bene ma se noi glielo strappiamo deve andare altrettanto bene ??? 

Il cane essendosi coevoluto con l’uomo ha avuto la necessità di adeguarsi, troppo spesso alle nostre modalità comunicative, ai nostri goffi movimenti, alle nostre richieste spesso poco chiare, e noi ?

Facciamo uno sforzo per comprenderlo?

O puntiamo il dito solo per qualche clic in più?

L’utilizzo della bocca nel cane è tutto fuorché problematico e analizzando oggettivamente le situazioni non lo è nella maggior parte delle situazioni che vengono descritte.

Il punto è: quando riteniamo che sia un problema?

E perché lo riteniamo sempre tale?

Il cane viene visto spesso un soggetto passivo, senza veramente pensare ad una relazione diadica e collaborativa nella quale debbano sussistere feedback comunicativi.

Spesso ci si intromette anche fra cani che interagiscono solo perché per noi l’utilizzo della bocca non è “normale”, semplicemente non l’accettiamo e non la riconosciamo come mezzo comunicativo.

Tutto ciò è molto grave pensando da quanti migliaia di anni ci accompagna questa specie, per soddisfare le nostre esigenze come coadiutore in tantissime  mansioni.

Con il passare degli anni ci si è allontanati ancora di più dall’animalità e dalle caratteristiche intrinseche del cane e di ogni specie che abiti il nostro ambiente. Il cane è si molto presente nelle nostre vite, ma davvero ancora molto incompreso, e la motivazione è il darlo per scontato e pensare che di lui sappiamo già tutto, ma ahimè vi devo informare che siamo ancora molto lontani dall’aver codificato tutto il suo sistema comunicativo.

Giunti alla fine di questo scritto…ebbene si anche un setter può stancarsi di giocare, può non comprendere un segnale che gli viene richiesto perché emesso da un bambino, perchè molte volte misinterpretati, ebbene si, il setter o la razza predonominate che sia….può reagire, come tutte….

In verità queste sono solo speculazioni che ci dovranno servire a mettere in dubbio, il cane, la relazione e il commentare senza sapere come siano i fatti realmente. Dobbiamo cercare di comprendere e accettare l’alterità non solo quando ci fa comodo ma anche quando si ribella ad un nostro volere.

Sta solo a noi decidere come interpretare una notizia, se saremo formati saremo anche pronti a comprendere, facendo un passo verso l’animalità, utile anche per altre notizie dell’ambito animale. 

Purtroppo anche la fauna selvatica negli ultimi anni è diventata PREDA di giornalisti spesso senza competenze tecnico-scientifiche, descrivendo spesso gli animali ferali in modalità inappropriate non rispecchiandone le abitudini e stili specie-specifici.

La necessità di giornalisti scientifici formati nel campo dell’etologia

L’impatto mediatico delle notizie riguardanti gli animali è un fenomeno che va preso in considerazione e sarebbe auspicabile esistessero più giornalisti scientifici formati in questo campo  e pronti ad informare per il mero valore della comunità e non per acchiappare clic.
Ne gioveremmo tutti, anche da un punto di vista emotivo, andando alla ricerca di notizie positive ed informative, per un’armonia globale, che tanto manca.

Il cane è il migliore amico dell’uomo, l’uomo è il migliore amico del cane ?


Bibliografia e materiale supplementare 

Robertson, C. E. et al. Nature Hum. Behav. https://doi.org/10.1038/s41562-023-01538-4 (2023).

Carver, L. J. & Vaccaro, B. G. 12-month-old infants allocate increased neural resources to stimuli associated with negative adult emotion. Dev. Psychol. 43, 54–69 (2007).

Müller-Pinzler, L. et al. Negativity-bias in forming beliefs about own abilities. Sci. Rep. 9, 14416 (2019).

Eurispes (2022)

https://www.ilmattino.it/nordest/venezia/azzannata_cane_setter_inglese_zio_mentre_gioca_bambina_5_anni_ospedale_portogruaro-7365166.html

https://www.itis.gov/servlet/SingleRpt/SingleRpt?search_topic=TSN&search_value=726821#null



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