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Il comportamento alimentare del cane: raccontato dal veterinario nutrizionista

Dopo le doverose premesse sul comportamento alimentare del lupo e del protocane, proseguiamo con la linea genealogica che ci porta ai giorni nostri, approfondendo il comportamento alimentare dei cani odierni e commentando i risultati di alcuni studi scientifici.

Iniziamo a parlare del comportamento alimentare del cane, nella rubrica del veterinario nutrizionista su Dogsportal.it

La rubrica del veterinario nutrizionista

Le tematiche principali di questo nuovo articolo sono:

  • La fisiologia digestiva
  • La gerarchia durante il pasto
  • Le scelte e le preferenze alimentari
  • Il cibo come motivazione. 

LEGGI ANCHE: PANORAMICA SULL’EVOLUZIONE DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE DEI CANIDI, DAL LUPO AL CANE. 

Tutte le razze canine digeriscono allo stesso modo?

Il numero di geni che codificano enzimi in grado di digerire gli amidi non è fisso in tutte le razze canine.

Questo suggerisce che alcune razze abbiano avuto un adattamento genetico e alimentare più marcato rispetto ad altre.

Risultano geneticamente più facilitate a digerire gli amidi quelle razze che per un lungo lasso di tempo hanno convissuto con l’uomo agricoltore, nutrendosi in maniera continuativa di prodotti agricoli di origine vegetale. 

È stata scientificamente validata la correlazione tra la capacità dei cani di digerire gli amidi (direttamente proporzionale alla presenza del gene AMY2B) e la provenienza geografica della razza di appartenenza.

Nella foto a sinistra un Saluki, a destra un Siberian Husky

Facciamo due esempi estremi: il Saluki, antica razza originaria della Mezzaluna Fertile (la culla dell’agricoltura), presenta 29 coppie di geni; il Siberian Husky, nato in quelle terre dove l’agricoltura non era certamente sviluppata, mostra solo 3,4 coppie. 

La gerarchia dei cani è uguale a quella dei lupi?

Nello studio di Range e colleghi (2015) sono stati presi in esame cani e lupi cresciuti e gestiti nelle stesse condizioni.

Ogni animale è stato testato in coppia con un altro membro del suo branco; a ciascuna coppia veniva offerta una ciotola con dei pezzi di carne oppure un grosso osso, entrambi facilmente condivisibili o monopolizzabili.

Gli animali sono stati osservati con lo scopo di studiare la loro tolleranza, un prerequisito sociale che facilita la cooperazione di successo all’interno del branco.

Sono stati quindi osservati, contati e valutati i comportamenti di monopolizzazione, di co-alimentazione, di agonismo e la loro distribuzione tra i membri subordinati e quelli dominanti di ciascuna coppia.

In questo studio, i lupi si sono comportati in modo più tollerante, mentre i cani hanno mostrato una gerarchia più rigida.

Nel gruppo dei lupi, sia i soggetti subordinati sia i dominanti monopolizzavano il cibo, presentando comportamenti agonistici simili tra loro. Accadeva diversamente nel gruppo dei cani, dove solo i membri dominanti hanno monopolizzato la risorsa alimentare, minacciando i conspecifici.

Quando veniva loro permesso, i cani subordinati si alimentavano silenziosamente e si ritiravano non appena venivano redarguiti dai soggetti dominanti.

I cani si condizionano reciprocamente nelle scelte alimentari?

Questo fenomeno è stato ampiamente studiato in diverse specie come roditori, uccelli, uomini. Si tratta di una forma di apprendimento sociale in cui un soggetto sceglie una fonte di cibo e, tramite meccanismi olfattivi, trasmette l’informazione ad un altro soggetto, che sarà portato a consumare lo stesso alimento. Si pensa che si tratti di una strategia finalizzata ad evitare alimenti potenzialmente tossici: se un conspecifico ha appena assunto un alimento e sta bene, il secondo soggetto si sentirà ragionevolmente tranquillo per consumarlo a sua volta.

Nel cane le evidenze sono contrastanti: uno studio del 2007, infatti, (Lupfer-Johnson e Ross, 2007) aveva dimostrato la presenza di questo tipo di condizionamento tra i cani.

Come è stata condotta questa ricerca?

Sono state prese in esame 12 coppie di cani.

All’interno di ciascuna coppia, un cane fungeva da dimostratore e uno da osservatore. Al cane dimostratore veniva offerto un alimento aromatizzato al basilico o al timo, in una stanza separata. Successivamente i due cani venivano lasciati interagire per 10 minuti nei quali il soggetto osservatore ha annusato la bocca del dimostratore, alcuni si sono impegnati in indagini più approfondite, leccando ed esaminando il cavo orale del conspecifico.

Al termine di questa interazione olfattiva che potrebbe suggerire la presenza di un’influenza sociale, il cane osservatore sceglieva l’alimento da mangiare. È emerso che i cani osservatori esibivano una preferenza per l’alimento precedentemente consumato dai dimostratori. 

Un lavoro più recente (Mendez et al.,2021), ha avuto invece risultati opposti. Sono state replicate le indagini dello studio di Lupfer-Johnson e Ross ed è stato valutato se, oltre al condizionamento tra cani, ci fosse qualche tipo di condizionamento tra cane e proprietario. Dai risultati non sembra esserci trasmissione sociale delle preferenze alimentari, né da cane a cane, né da uomo a cane. Esperimenti futuri sono quindi auspicabili per fare chiarezza su questo tema e per esplorare se alcune molecole presenti nell’expirium o nella saliva dei cani siano coinvolte o meno nella trasmissione sociale di una preferenza alimentare.

Il cane è in grado autonomamente di regolare la quantità di alimento da assumere?

Secondo uno studio del 2019 (Kersbergen et al.) la risposta è no: se al cane, infatti, venissero offerte porzioni maggiori di cibo, tenderebbe a mangiarne di più rispetto alle sue necessità, analogamente a quanto accade anche alle persone! 

comportamento alimentare del cane
comportamento alimentare del cane

Una delle ipotesi validate indica che si tratti di un meccanismo evolutivo: come abbiamo già illustrato relativamente al comportamento alimentare del lupo, la presenza del cibo era imprevedibile e spesso scarsa, per cui massimizzarne l’assunzione, quando era disponibile, rappresentava una strategia di sopravvivenza vincente.

Oggi però i cani vengono alimentati tutti i giorni, più volte al giorno, di conseguenza questo comportamento di iperalimentazione potrebbe predisporre a stati di sovrappeso e obesità.

Per far sì che il cane mantenga il suo peso corporeo ideale, è importante somministrargli un dosaggio adeguato di cibo, in base al suo fabbisogno energetico giornaliero.

L’utilizzo del cibo durante l’addestramento rappresenta una valida motivazione?

Durante l’educazione e l’addestramento, la motivazione risulta una delle più importanti leve in grado di influenzare la riuscita dell’apprendimento. Senza di essa, l’apprendimento potrebbe non avvenire affatto.

LEGGI ANCHE: CIBO E ALIMENTAZIONE NELLA RELAZIONE CON IL NOSTRO CANE

Sebbene il comportamento sia già stato appreso e interiorizzato, potrebbe non essere eseguito a lungo senza una costante motivazione.

I rinforzi alimentari utilizzati nel mondo cinofilo servono a fornire una motivazione al cane, in merito a questo esiste però molta varietà tra gli individui. Alcuni cani sono più motivati a imparare se in cambio ottengono del cibo, mentre altri preferirebbero stimoli diversi come oggetti, gratificazione, inclusione sociale, ecc…

Come capire a quale categoria appartiene il nostro cane e migliorare quindi la relazione con lui?

Un modo potrebbe essere quello di osservare come si alimenta!

Nello studio di Okamoto e colleghi (2009) è stata dimostrata l’associazione tra il livello d’interesse per il cibo di ciascun gruppo di cani e il grado di risposta alle richieste dei proprietari.

In pratica, 34 cani sono stati divisi in 3 gruppi sulla base del loro comportamento verso il cibo: mangiatori rapidi, mangiatori lenti o tendenti ad avanzare cibo. Il gruppo dei mangiatori rapidi ha mostrato, oltre all’interesse verso il cibo, anche un’elevata responsività ai comandi quando il cibo veniva usato come rinforzo. Il contrario è stato rilevato invece per il gruppo di cani che avanzavano parte del cibo, mentre i mangiatori lenti mantenevano la stessa risposta ai comandi, indipendentemente dal tipo di rinforzo utilizzato.

Se un cane che mostra grande interesse per il cibo viene educato o addestrato ricevendone come rinforzo alle sue azioni, potrebbe avere difficoltà ad accettare un rinforzo diverso dal cibo, talvolta rifiutandosi di partecipare se ne sospettasse l’assenza.

A tal proposito, bisogna fare una riflessione: il cibo risulta spesso una moneta di scambio comoda e vantaggiosa per il proprietario ma non bisogna correre il rischio di creare un legame cane-persona basato solo su quello.

L'immagine mostra un cane premiato con il cibo...elemento centrale nel comportamento alimentare del cane di cui non abusare, secondo le autrici dell'articolo
comportamento alimentare del cane

Molti proprietari lo sfruttano quotidianamente, a mo’ di esca, per fare richieste ai propri cani.

Risulta infinitamente più difficile, ma preferibile, ottenere risultati senza la presenza costante del cibo come ricompensa, basandosi sulla costruzione di una sana relazione, sulla condivisione di momenti e sullo scambio reciproco.

Per concludere, nella nostra società odierna si conosce e si accetta il comportamento alimentare dei cani?

I cani, in quanto discendenti dei lupi, sono motivati a cercare attivamente cibo.

Questa esigenza innata non sempre viene soddisfatta appieno nella nostra società, che anzi, disincentiva diversi atteggiamenti: la ricerca di rifiuti potrebbe essere guidata dal bisogno di supplementare l’alimentazione, l’accattonaggio e il furto potrebbero essere legati alla motivazione innata di ricercare attivamente il cibo tramite attività investigative territoriali (controfreeloading), citate già nei precedenti articoli.

LEGGI ANCHE: L’accoglienza del lupo nella società umana: per capire l’alimentazione del cane oggi.

Si ipotizza che questo comportamento alimentare potrebbe essere stato mantenuto evolutivamente dai lupi fino ad oggi in quanto aumentava la chance di sopravvivenza, fornendo agli animali informazioni sui siti di alimentazione più redditizi e sulla distribuzione e abbondanza del cibo. È interessante sottolineare che i lupi studiati, pur avendo la possibilità di accedere senza alcuno sforzo a risorse alimentari gratuite e liberamente accessibili, sceglievano comunque di svolgere attività performanti di ricerca di cibo, pagando un prezzo quantificabile in energia e tempo spesi per accedervi.

Riferimenti bibliografici:

Arendt, M., et al., Diet adaptation in dog reflects spread of prehistoric agriculture. Heredity 117, 301–306 (2016). https://doi.org/10.1038/hdy.2016.48

Freedman et al., Genome Sequencing Highlights the Dynamic Early History of Dogs (2014). PLoS Genet 10(1): e1004016. https://doi.org/10.1371/journal.pgen.1004016

da Silva Vasconcellos et al., Contrafreeloading in maned wolves: Implications for their management and welfare. App Animal Behavior Sci 2012;140:85-91. https://doi.org/10.1016/j.applanim.2012.04.012

Stahler et al., Foraging and feeding ecology of the gray wolf (Canis lupus): Lessons from Yellowstone National Park, Wyoming, USA. J Nutr 2006; 136(7);1923-1926. DOI: 10.1093/jn/136.7.1923S

Okamoto et al., The Feeding Behavior of Dogs Correlates with their Responses to Commands. J. Vet. Med. Sci. 71(12): 1617–1621, 2009. DOI: 10.1292/jvms.001617

Mendez et al., Evaluating and re-evaluating intra- and inter-species social transmission of food preferences in domestic dogs. Behavioural Processes 191 (2021) 104471. https://doi.org/10.1016/j.beproc.2021.104471

Lupfer-Johnson, G., Ross, J. Dogs acquire food preferences from interacting with recently fed conspecifics. Behav. Processes 2007, 74 (1), 104–106. https://doi.org/ 10.1016/j.beproc.2006.09.006

Hai delle curiosità sull’alimentazione del cane? Proponici degli argomenti scrivendo a info@dogsportal.it

LE AUTRICI DI QUESTA RUBRICA

Dottoressa Monica Burroni
Medico Veterinario nutrizionista e autrice di Dogsportal.it
Dottoressa Diana Vergnano
Medico Veterinario nutrizionista e autrice di Dogsportal.it
DMV, EMNDPFTDMV, Dipl. ECVCN
E-mail: vetmonicaburroni@gmail.comE-mail: d.vergnano@nicetofeedyou.it
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