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Dogo argentino e Pit Bull allevati per combattere tra Pavia, Imperia e Serbia

L’Ente Nazionale Protezione Animali è stata ammessa come parte civile insieme ad altre 4 associazioni al processo sui combattimenti clandestini tra cani ad Imperia, Pavia e Serbia che vede imputate 18 persone per i reati di associazione a delinquere, maltrattamento di animali, divieto di combattimento tra cani, falso e ricettazione.

L’indagine era partita da un blitz della polizia di Ventimiglia a Pavia dove in un casolare gli agenti avevano trovato un  allevamento di cani con individui in precarie condizioni di salute a causa di ferite riconducibili a combattimenti. I poliziotti tornarono proprio nel bel mezzo di un combattimento clandestino che bloccarono subito ponendo sotto sequestro i video girati dagli “spettatori”, i farmaci e le attrezzature per l’allenamento dei cani al combattimento. L’indagine ha portato anche alla scoperta di un giro di scommesse clandestine sui combattimenti e alla compravendita di video e immagini.

Tra le persone coinvolte cinque, in particolare, sono accusate di aver organizzato la compravendita o lo scambio di cani di grossa taglia (Pitbull e Dogo argentino), prevalentemente senza micro-chip, su tutto il territorio nazionale, ovvero alla loro importazione dall’estero, per poi allevarli e addestrarli alle illecite competizioni. Il gruppo avrebbe anche allevato, in varie località del territorio nazionale (tra cui le provincie di Imperia, Teramo e Pavia), cani di grossa taglia per impiegarli nei combattimenti, sottoponendo gli animali a condizioni di isolamento, a diete rigide, a continua tensione psichica, nonché alla somministrazione di sostanze stupefacenti o vietate, del tipo nandrolone (in particolare, Decadurabolin), condotta complessiva finalizzata a potenziarne la muscolatura, ad aumentarne in modo innaturale l’aggressività, a desensibilizzarli rispetto all’anomala attività di allenamento, nonché causa di un danno alla salute degli animali e della morte di un numero indeterminato di esemplari.

Pende anche un’accusa per aver organizzato e aver partecipato, in varie località del territorio italiano (tra cui le province di Imperia e Pavia) e all’estero (Serbia), a combattimenti tra cani che, in alcuni casi, provocavano il decesso o la “scomparsa” degli animali, scambiandosi, attraverso piattaforme informatiche, informazioni circa i luoghi degli eventi; i contendenti e i risultati ottenuti negli incontri dagli altri associati, nonché materiale audio-video degli animali e dei combattimenti.

Non paghi di provocare tanta sofferenze, i cinque avrebbero organizzato anche scommesse clandestine sui combattimenti tra i cani degli associati e di altri soggetti non identificati; combattimenti svoltisi in diverse parti del territorio nazionale (tra cui le province di Imperia e Pavia) e all’estero (Serbia) e che, in alcuni casi determinavano il decesso degli animali o la loro “scomparsa”.

La prossima udienza è fissata per il 30 marzo nel foro idi Imperia.

Dogsportal Redazione

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