Educazione cinofila e relazione con il cane

Allenare il cane come stile di vita: il campo non basta

Allenare il cane come stile di vita…

“Quando siamo al campo il cane lavora benissimo ma quando siamo fuori, nel mondo reale, non ci dà retta”

è un’affermazione sbagliata.

Sarebbe più corretto dire che quando si è al campo di addestramento, non è il cane ma il conduttore a comportarsi in un certo modo.

Infatti durante l’allenamento, il conduttore presta attenzione al cane, ci lavora insieme, si preoccupa di “leggere” il suo amico e di farsi capire da lui. L’interazione è continua e la supervisione dell’addestratore agevola soltanto il lavoro che sta facendo il binomio, ma non lo sostituisce.

Diversamente, quando ci si trova nel mondo reale, la situazione cambia: il conduttore è al cellulare che parla con qualcuno o pensa ai fatti suoi ed il cane è abbandonato a se stesso, spesso in un contesto che non conosce, senza ricevere indicazioni.

Nonostante questo, nonostante cioè che il cane non sia preparato ad affrontare questa prova, vogliamo che si comporti civilmente.

Allenare il cane come stile di vita… non basta un’ora al campo

Lo portiamo allo zoo di domenica mattina e abbiamo la pretesa che ci presti attenzione.

La situazione è paradossale: infatti l’ora passata al campo viene pagata e il conduttore mette impegno nell’attività che gli viene proposta o nella soluzione di un problema che si manifesta, mentre portare il cane in giro, sebbene sia gratuito, non viene colto come momento in cui si debba insegnare qualcosa al nostro amico.

Crediamo che basti quell’ora alla settimana per gestire il cane in ogni situazione che ci si trovi ad affrontare.

Ci sono dei professionisti, solitamente persone che fanno agonismo, che hanno insegnato al loro cane a fare un solo lavoro, ossia l’attività per cui li hanno preparati, ad esempio, ci sono cani che fanno Utilità e Difesa e sanno fare solo quello.

Altri fanno Mondioring o Agility e si sanno comportare perfettamente in campo.

Nel “mondo reale” questi cani non ci vanno e passano la loro vita tra box, campo di allenamento e campo di gara.

Ma se non vogliamo far vivere il nostro cane in questo modo, dobbiamo prepararlo per diversi lavori.

E insegnargli come comportarsi in gara è un lavoro, insegnargli ad andare al bar è un lavoro, andare a passeggio in città è un lavoro. Persino andare in spiaggia è un lavoro.

Tutti queste attività, rispetto alle prove agonistiche e ludico-sportive, a mio modo di vedere, sono più complesse, perché in una gara c’è un regolamento molto preciso, lo spazio è limitato, c’è un giudice e ogni attore presente in scena ha un copione e sa come comportarsi.

Nel quotidiano invece ci sono una serie di variabili che non possiamo controllare: c’è il passante esperto di cani che fa pat pat sulla testa del vostro Cane Lupo Cecoslovacco, c’è l’animalista di turno che vi riempie di improperi perché il cane è al guinzaglio ma non indossa la pettorina, c’è il cane che si trascina il suo umano nel tentativo di attaccare briga con il vostro e così via.

Eppure, nonostante tutto questo, abbiamo la pretesa che il nostro cane sappia fare tutti questi lavori.

Abbiamo un campo di addestramento gratuito che possiamo utilizzare tutte le volte che usciamo con il nostro cane: è il mondo.

Non chiediamoci allora perché il nostro cane al campo si comporta bene mentre fuori non ci dà retta. Chiediamoci piuttosto, cosa stiamo facendo per far si che Fido sappia come comportarsi in diverse circostanze, per far sì che Fido conosca tutti questi lavori.

Davide Cardia

addestratore ENCI Sezione 1° Dog Trainer Professional riconosciuto FCC Direttore Tecnico del centro cinofilo Gruppo Cinofilo Debù Docente in diversi stage con argomenti legati alla cinofilia e alla sua diffusione Docente corsi di formazione ENCI per addestratori sezione 1 Ospite in radio e trasmissioni televisive regionali Preparatore/Conduttore IPO e Mondioring Autore del libro “Addestramento con il premio” edizioni De Vecchi Curatore del libro “Io e il mio Bullgod” edizioni De Vecchi

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