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Cani soldato eroi dimenticati della Grande Guerra

RECENSIONE DEL LIBRO “CANI SOLDATO EROI DIMENTICATI DELLA GRANDE GUERRA”

Si stimano in almeno 100.000 i cani impiegati nella prima guerra mondiale, direttamente o indirettamente coinvolti dagli eventi bellici.

Un dato necessariamente approssimativo e destinato a rimanere tale per sempre.                                                                                                   

Per almeno metà di essi non vi fu salvezza, e per tutti quasi nessun riconoscimento, con l’unico destino comune di essere dimenticati in breve tempo al termine della guerra.

Un debito di memoria che oggi il saggio storico dal titolo “CANI SOLDATO, EROI DIMENTICATI DELLA GRANDE GUERRA – Storia e immagini del cane militare nella Prima Guerra Mondiale” cerca almeno in parte di saldare.                                              

Pubblicato nel corso dello scorso anno da Federico Torresan, è edito dalla casa editrice “Antonio Crepaldi Editore” di Rovigo.
Acquistabile sulle principali librerie online o direttamente dalla casa editrice.

L’autore del volume si dedica a ricerche storiche, in modo particolare relative al periodo della grande guerra, nonché all’addestramento e allo studio del comportamento animale da più di un ventennio.
Pluripremiato autore, collabora con alcune riviste online, e si occupa attualmente della valorizzazione e del recupero del Pastore della Lessinia e del Lagorai, antica etnia di cani conduttori del gregge del Triveneto.

CANI SOLDATO

…rappresenta, nella pur immensa bibliografia nazionale e internazionale specializzata nel primo conflitto mondiale, l’unico libro dedicato in via esclusiva al cane, accreditandosi dunque come un esauriente e particolareggiato approfondimento, validato nei dati e nelle informazioni tramite fonti documentali dell’epoca accuratamente ricercate e analizzate.

Le oltre 300 pagine sono inoltre corredate da una rilevante documentazione fotografica originale, in buona parte inedita perché proveniente da collezioni private, il cui valore storico e testimoniale può considerarsi unico e inestimabile. 

E’ un’opera che si rivolge dunque non solo agli appassionati cinofili in genere, a quelli del cane da utilità in particolare, ma anche a chi si interessa con curiosità alla storia, risultando il cane spesso inscindibile dagli accadimenti militari, in grado con le sue prerogative di animale utile, a volte anche di condizionare il risultato di intere battaglie. 

La cinofilia prima delle grandi guerre

Nella prima parte del volume viene analizzato il contesto pre-bellico, la situazione delle diverse nazioni alla vigilia dello scoppio della guerra, conseguenza diretta delle tradizioni cinofili presenti nelle rispettive culture e società.

Alcuni Paesi, primo fra tutti l’Impero germanico, si trovano all’avanguardia nelle conoscenze e nella preparazione dei reparti cinofili con funzioni militari, in grado addirittura di far scuola e di diffondere tramite la stampa di specifici manuali le loro conoscenze nel resto d’Europa, gettando le basi dello studio del comportamento canino e dando un impulso moderno alle tecniche di addestramento e al progredire della medicina veterinaria.

Per contro altre nazioni si troveranno anche a guerra inoltrata completamente impreparate, cogliendo con forte ritardo l’importanza del cane militare.

Saranno costrette a rimediare ricorrendo sistematicamente e con urgenza alla leva canina obbligatoria. Un caso a parte sarà quello rappresentato dall’Italia, forte dell’esperienza delle guerre in terra d’Africa, ma che lascerà di fatto l’iniziativa sul campo ai singoli ufficiali, pionieri dell’arte militare applicata al cane.

Utilità del cane in guerra

In una seconda parte del testo vengono illustrate con completezza le funzioni specifiche del cane militare: si va dal cane staffetta addestrato con tecnica sopraffina a scansare i pericoli del fronte per consegnare messaggi urgenti dalle prime linee o stendere cavi telefonici, al cane della sanità per l’individuazione e segnalazione dei feriti sul campo di battaglia. Da quello destinato ai compiti di guardi e sentinella a quelli per il traino pesante di vettovaglie o rapido di mitragliatrici e piccoli calibri o munizioni.

E, accanto a questi, le illustri personalità che rappresentano le pietre miliari dell’addestramento e dell’etologia applicata al cane, come il famoso colonnello inglese Richardson.                                                  

Dai cani da topi ai cani mascotte

Non mancano poi i cani da topi e quelli detti da sigarette, i cani mascotte utili sostenitori del morale delle truppe e altri destinati alla propaganda o alla raccolta fondi tra la società civile, o addirittura sostituti degli animali da soma e da traino nei campi o nelle città.

Conclude il volume una biografia dei cani simbolo dell’eroismo militare, i pochi per i quali si conserva un nome e una memoria, alcuni di quei 29 soldati a quattro zampe che si guadagnarono una decorazione al valore, tra i molti che con coraggio non comune e sprezzanti del pericolo salvarono i loro compagni umani, fino anche interi battaglioni, o che condizionarono l’esito degli scontri.                                                             

O che per una singolare combinazioni di circostanze divennero poi famosi in tutto il mondo come il celeberrimo Rin Tin Tin, che, ancora cucciolo, proprio sulle rovine di un bombardamento venne casualmente rinvenuto e raccolto facendo poi le fortune del suo nuovo proprietario. 

Non mancano inoltre numerose curiosità, come la descrizione delle maschere antigas a uso canino, delle diverse tecniche adottate per la segnalazione dei feriti, o degli hundelazarett, gli ospedali veterinari tedeschi per cani al fronte.

Ovunque c’è una comunità umana c’è anche un cane, e il cane accompagna da sempre l’uomo anche negli accadimenti più tristi e drammatici come fu la prima guerra mondiale.

Un sacrificio che però non venne mai ripagato e che, anzi, divenne ancor più gravoso, perché un futuro drammatico sarebbe stato riservato ai cani reduci al termine del conflitto, dal destino ma soprattutto dall’ingratitudine dell’uomo.

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