Chi ha ucciso Aron rischia al massimo 2 anni e 3 mesi.
L’atroce episodio di maltrattamento e uccisione del cane Aron a Palermo ha sollevato un’ondata di indignazione e richieste di giustizia.
Secondo quanto riportato, l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo per maltrattamento e uccisione di animali.
Il responsabile di questo crudele atto, che ha legato il suo cane pitbull a un palo per poi incendiarlo, rischia fino a 27 mesi di reclusione.
Il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, esprime preoccupazione per la leggerezza della pena prevista per un atto così efferato, sottolineando la necessità di inasprire le pene per i reati contro gli animali.
Questa richiesta rispecchia un sentimento condiviso a livello nazionale, come testimoniato dalle oltre 38 mila firme raccolte in una petizione che chiede leggi più severe in questi casi. La violenza contro gli animali non è soltanto un atto di crudeltà verso gli esseri senzienti, ma rappresenta anche un potenziale segnale di pericolo sociale, dato che coloro che maltrattano gli animali possono estendere la loro violenza agli esseri umani.
L’Oipa, inoltre, ha richiesto al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, di emettere un’ordinanza che vieti al responsabile e ai suoi familiari o conviventi di detenere animali. È fondamentale che lo Stato riconosca e affronti seriamente il problema della violenza contro gli animali, soprattutto in un’era dominata dai mass media, dove la pubblicazione di notizie del genere può incitare all’emulazione.
La tutela degli animali, ora riconosciuti come esseri senzienti anche dalla Costituzione all’articolo 9, richiede un impegno costante e deciso da parte di tutte le istituzioni e della società civile.
