Notizie e curiosità sul caneEducazione cinofila e relazione con il canePHILOSOPHY ART ATTACK: Filosofia per cinofili

Filosofia per cinofili: La prima rubrica dedicata al cane dove non si danno risposte, ma si fanno domande.

Un dialogo sui cani

Chiunque viva con un cane quasi certamente penserà che il rapporto col proprio amico sia unico e diverso da tutti gli altri. Questo è assolutamente vero e potremmo definirlo come l’aspetto miracoloso di ogni essere vivente, ovvero il possedere un mix particolare di caratteristiche assolutamente unico e irripetibile che renderanno altrettanto unico e irripetibile il nostro rapporto con lui.

Ma cosa possiamo dire invece di noi e delle nostre idee sui cani ?

Anche in questo caso ognuno di noi penserà probabilmente di avere un proprio pensiero e un proprio modo di fare e anche in questo caso ciò è sicuramente vero.

Le nostre idee e i nostri comportamenti individuali saranno infatti anch’essi il frutto di un mix particolare e unico di esperienze personali, cose sentite dire o viste da qualcun altro, oppure frutto di studi e ricerche.

L’insieme di questi tre aspetti sarà fondamentale nel condizionare il nostro modo di comportarci, coi cani in generale e col nostro amico in particolare.

Soprattutto quel che avrà maggiore impatto sul nostro comportamento sarà ciò che da noi verrà reputato come GIUSTO. Non faremmo mai infatti qualcosa col nostro amico se, in qualche modo, non lo reputassimo giusto.

Diverse interpretazioni di ciò che è ‘eticamente ingiusto’

Ma cosa vuol dire GIUSTO ?

Questa è una parola estremamente ambigua perché rischia di mischiare tra loro piani diversi, come quello etico, del giusto e dell’ingiusto, e quello più pratico del corretto e dello scorretto.

E così, ad esempio, potrebbe essere considerato giusto non picchiare un cane perché picchiarlo è eticamente sbagliato.

D’altro canto, invece, l’esecuzione di un certo esercizio sarà considerata giusta perché rispetta certi canoni di corretta esecuzione ma, se compiuta in modo sbagliato, questo non verrà considerato come eticamente sbagliato.

Semplicemente si parlerà di esecuzione non corretta, non di un’azione ingiusta o immorale.

Da questi aspetti contraddittori, poi, possono nascere ulteriori questioni che si moltiplicano all’infinito.

Vengono infatti a mischiarsi aspetti etici, ossia che riguardano i nostri valori, con quelli che si definiscono aspetti pragmatici, ossia concernenti le nostre scelte nella vita di tutti i giorni e dunque il come quei valori proviamo ad applicarli in pratica.

Ad esempio tutti noi sappiamo che per imparare a eseguire correttamente un certo esercizio sono spesso necessari molti sacrifici, ma quali sacrifici saremmo disposti a chiedere al nostro cane perché impari un certo esercizio?

E se per fargli imparare qualcosa in maniera corretta dovessimo usare un modo che reputiamo eticamente ingiusto?

Quale aspetto dovrebbe avere maggiore importanza?

Questo dilemma ci insegue nella nostra vita di tutti i giorni e ci condiziona, pur se non ce ne rendiamo sempre perfettamente conto, in tantissime nostre scelte quotidiane.

Potremmo chiamarlo il DILEMMA DELLA PUNIZIONE.

Una punizione infatti è un atto che verrebbe considerato come eticamente ingiusto in qualunque circostanza possibile, salvo che IN UN UNICO CASO: che serva a insegnare qualcosa di giusto.

Parliamo di dilemma perché molti sono i piani che si intrecciano tra loro e spesso è difficile anche solo distinguerli.

Quando parliamo di ETICAMENTE INGIUSTO già questo potrebbe non trovarci tutti d’accordo.

Qualcuno ad esempio potrebbe pensare che sia sbagliato soltanto uccidere un animale, ma ritenere accettabili alcune forme di violenza fisica come le punizioni corporee; altri potrebbero rifiutare anche queste, ma ricorrere a certe forme di minaccia o rimprovero verbale; altri infine ritenere che anche una sgridata sia in qualche modo una violenza psicologica e dunque eticamente sbagliata.

Vi è poi un’ulteriore questione.

Quando diciamo che qualcosa è ETICAMENTE GIUSTO parliamo di qualcosa che riguarda solo ed esclusivamente noi umani.

Se anche affermiamo che qualcosa è GIUSTO PER UN CANE, questo sarà frutto di una nostra opinione, che potrebbe essere corretta o meno. In altre parole potremmo non renderci conto di avere un’opinione errata e dunque sbagliare, anche in buona fede, come ad esempio se somministriamo un farmaco tossico a seguito di una diagnosi sbagliata, o se diamo per vera una teoria che poi verrà contraddetta alla prova dei fatti.

Insomma ogni nostro comportamento è influenzato dalle nostre idee e dalle nostre concezioni, ovvero da ciò che nella vita PENSIAMO DI AVER IMPARATO.

Origini delle nostre idee sui cani: la nostra cultura e società

Ma da dove vengono le nostre idee sui cani? Quanto siamo condizionati dalla nostra cultura e dalla nostra società? E come fare a capire se esse sono corrette o sbagliate, o come sono nate?

In questa rubrica di filosofia per cinofili proveremo ad analizzare come alcune delle nostre idee più comuni sui cani sono in realtà il frutto di un lungo percorso culturale, che in alcuni casi affonda le sue radici in epoche remote, ma che ancora oggi influenzano il nostro pensiero.

Proveremo a sollevare alcune domande su queste idee a cui ognuno sarà libero di rispondere come meglio crede.

Pensiamo solamente che, prima di dar credito a un’ipotesi o a una teoria, sia necessario provare quanto meno a metterla in discussione, perché solo alla prova dei fatti una teoria può mostrare il suo valore. Parole strane, queste, per una rubrica di filosofia, ma in fondo anche la filosofia non è altro che una pratica. E questa pratica la possiamo definire anche come il tentativo di descrivere in maniera quanto più possibile oggettiva e distaccata la realtà e i suoi fenomeni. Non solo dunque descrivere il mondo, ma descrivere anche noi stessi attraverso ciò che del mondo pensiamo o abbiamo pensato durante la nostra storia.

Cosa rivelano le nostre idee sui cani sulla nostra cultura?

Una premessa tuttavia è d’obbligo.

Vivendo noi in quel che si definisce MONDO OCCIDENTALE ed essendo permeati della sua cultura fin dalla nostra nascita e fin nelle nostre ossa, sarà alla cultura sviluppata in questa parte di mondo che si farà principalmente riferimento.

Questo assolutamente non vuol dire che si consideri la nostra cultura come l’unica o come superiore ad altre, come verrà sicuramente chiarito meglio in futuro, ma solo che essa caratterizza in molti casi il nostro punto di vista sul mondo e sulle cose.

Sono ad esempio strettamente connessi con la religione cristiana molte delle nostre idee su ciò che è eticamente giusto o ingiusto, così come si connette direttamente alla filosofia greca la nostra idea dell’uomo come animale razionale e diverso da tutti gli altri. Sono poi da riferire al Rinascimento i nostri concetti di scienza e di conoscenza scientifica, e di come gli animali possono diventare oggetto di ricerca e di indagine; vi è infine il grande passaggio rappresentato dalla teoria di Darwin. Da quel momento in poi è partita non solo la “caccia” all’antenato, al progenitore, ma si è venuta a profilare anche la prospettiva di una possibile “programmazione” dell’evoluzione. Sono i sinistri spettri dell’eugenetica (dal greco èu=buono e ghènos=razza), ovvero delle teorie sul miglioramento della razza, che ancora oggi permeano parte del cosiddetto mondo cinofilo.

In questo viaggio proveremo ad indagare come sono nate e da dove vengono alcune delle nostre idee più comuni sui cani, da una parte in quanto animali in generale e dunque simili o diversi rispetto a noi, dall’altra anche come animali domestici e dunque soggetti a noi non solo nel decidere delle loro vite, ma anche nel trasformarli in un PRODOTTO CULTURALE, dove la nostra azione per plasmarli a nostro piacimento viene teorizzata e sperimentata attivamente da ormai molto tempo.

Filosofia per cinofili

Filosofia per cinofili vuole dunque essere uno strumento per capire come molte delle nostre idee sui cani e dunque su ciò che riteniamo lecito, o addirittura consigliabile fare con loro si basano in realtà su concezioni che abbiamo ereditato dal nostro passato, su costruzioni teoriche complesse e che si sono sovrapposte e stratificate nel corso della storia. Esse ci caratterizzano come appartenenti ad una particolare cultura e speso ci condizionano nei nostri comportamenti di tutti i giorni.

Ciò è vero sia che siamo semplici compagni umani di un cane, ma soprattutto se siamo professionisti e dunque attingiamo anche a studi e ricerche più o meno scientifici.

Resta solo una domanda: che immagine uscirà del mondo occidentale e del suo modo di approcciarsi agli altri animali? Rispondiamo subito che ne uscirà un quadro a luci e ombre, dove accanto alle più straordinarie scoperte vi saranno anche le più aberranti crudeltà. Perché questa è la natura umana che sa affiancare i più alti propositi alle azioni più abbiette. Non sarà dunque un inno alla superiorità dell’occidente, ma un invito al dialogo non soltanto tra noi occidentali, ma anche con le altre culture dove, altrettanto che da noi, le contraddizioni sono presenti e importanti. Solo che diversi saranno i punti di vista e dunque anche le idee.

Il primo appuntamento di questa rubrica sarà dunque con l’analisi di un antico mito greco, quello di Prometeo (dal greco=colui che riflette prima), di suo fratello Epimeteo (dal greco=colui che riflette dopo) e della creazione dell’uomo e degli altri animali.

Cosa c’entra questo antico mito con ciò che oggi pensiamo dei cani? Seguici per scoprirlo!

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Francesco Cerquetti

Laureato in filosofia, educatore cinofilo e esperto in etologia applicata e benessere animale. Mi occupo anche di divulgazione e sono autore del libro #IOSONOACASA, storie di cani di canile e di piccole magie quotidiane

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