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Idratazione del cane: cosa è importante sapere

Si parla praticamente sempre di disidratazione; oggi abbiamo ribaltato la prospettiva, perché, anche in veterinaria, “prevenire, è meglio che curare!”.

In questo articolo analizziamo dunque diversi aspetti importanti inerenti l’idratazione del cane

L’acqua costituisce il 60% del peso corporeo e si trova distribuita in tutti i tessuti (in maggiore quantità nel sangue e nel sistema nervoso centrale, nei muscoli, ma anche nelle ossa e nelle articolazioni).

L’acqua presente nell’organismo elimina le scorie prodotte, è parte fondamentale di tutti i metabolismi e, in particolare nel cane, ha un’importanza fondamentale nel raffreddamento del corpo e per l’efficienza dell’olfatto. 

Lo studio americano sull’idratazione nei cani da lavoro

In questo mio scritto, vorrei riportarvi l’esperienza di un gruppo di ricercatori americani che hanno pubblicato un articolo in merito all’idratazione nei cani da lavoro: è un argomento molto importante, ma con poca letteratura (per i curiosi lo cito, si trova su Internet: EVALUATION OF THREE HYDRATION STRATEGIES IN DETECTION DOGS WORKING IN A HOT ENVIRONMENT – Cynthia M. Otto et al. Fron Vet Sci 2017).

Osservazione dei cani impiegati in eventi come l’11 settembre 2001 e Haiti 2010

L’interesse dei ricercatori, che lavorano al Working Dog Center della Penn State University, è scaturito da degli eventi che hanno coinvolto cani da soccorso in alcune tra le più grandi tragedie che hanno colpito gli USA e non solo, negli ultimi anni, in particolare l’11 settembre 2001 a New York e il terremoto di Haiti nel 2010.

Dai cani da lavoro, in particolare da quelli da soccorso, ci si aspettano performance elevate, sia fisiche che mentali, anche se ci si trova in condizioni ambientali molto critiche.

Quasi tutti i cani da lavoro sono molto motivati rispetto al compito che devono svolgere e, se il conduttore non interviene, possono arrivare al punto di essere seriamente disidratati, di collassare, di avere stress da caldo, fino ad arrivare al colpo di calore; quest’ultimo è considerato l’evento che potenzialmente può causare più decessi in questi cani.


Nota della redazione: fate molta attenzione a questo aspetto indicato dall’autrice anche in attività come trekking improvvisati e sport con il cane durante le vacanze


Il rischio di colpo di calore nel cane aumenta con l’aumentare della disidratazione.

Bisogna fare attenzione non solo alle temperature molto elevate, ma anche a quelle moderate in rapporto al grado di attività; infatti, nella tragedia dell’11 settembre i conduttori hanno riportato che i loro cani presentavano un elevato grado di disidratazione.

Idratazione del cane
Idratazione del cane

La stessa cosa è successa ad Haiti, dove in aggiunta alla temperatura c’era un elevato tasso di umidità.

I cani, come sappiamo, non sudano come noi o come sono in grado di fare altri animali, come, ad esempio, i cavalli.

La loro termoregolazione avviene tramite un meccanismo di evaporazione tramite il cosiddetto panting (bocca aperta e lingua fuori con respiro accelerato).

Il caldo, l’umidità ambientale e l’idratazione influenzano la capacità del cane di termoregolare.

Sul caldo e l’umidità non c’è nulla da aggiungere, anche noi sappiamo quanto ci facciano sudare.

A proposito di sudore, anche noi, se siamo idratati sudiamo di più per cercare di raffreddare il corpo, ma se non lo siamo possiamo avere dei problemi.

Per il cane l’idratazione è pure molto importante, perché la maggior parte del raffreddamento avviene con la saliva che bagna la bocca.

Se il cane è disidratato c’è meno saliva, che risulta anche più densa e dissipa meno il calore.

Tanto più aumenta la disidratazione tanto più diminuisce la disponibilità di acqua nell’organismo per la salivazione, il circolo e l’evaporazione; di conseguenza, diminuisce la tolleranza al caldo e le performance fisiche, mentali ed olfattorie calano.

Lo studio dei colleghi americani ha preso in considerazione dei cani che lavorano in condizioni molto particolari in Texas al confine con il Messico: sono cani da detection per droghe e rilevazione dei clandestini.

Lavorano sotto una pensilina sotto la quale si fermano le auto e a distanza fiutano sostanze o esseri umani nei bagagliai, quindi, le performance psicofisiche ed olfattorie devono avere standard elevati.

Lo studio è abbastanza articolato, con anche valutazione di parametri ematici, in relazione a tre metodi utilizzati per far sì che i cani assumessero quantità adeguate di liquidi per evitare problemi clinici.

I metodi utilizzati per l’idratazione del cane sono stati:

  1. offrire in modo tradizionale acqua da una ciotola
  2. somministrare liquidi sottocute
  3. offrire da bere una soluzione reidratante orale contenente sali minerali e glucosio – simile a quella che beviamo noi quando facciamo sport – aromatizzata al pollo.

In sintesi, si è osservato che il terzo metodo è stato quello più efficace in termini di quantità di assunzione di liquido (non si sa se per via del gusto di pollo o per la presenza di Sali e glucosio), ma che anche con gli altri due metodi, a livello di parametri del sangue non c’erano differenze significative. 

Abbiamo visto quanto è importante l’idratazione del cane

Il “take home message”, come si usa dire ai congressi, è cercare di non esporre il proprio cane a condizioni estreme, ma se proprio è necessario farlo, cercare di stimolare al massimo l’assunzione di acqua.

Durante i periodi caldi o, comunque, quando l’attività fisica è intensa e, quindi, il cane ha perdite di liquidi per via orale per termoregolare, bisogna, con qualche piccola strategia, cercare di farlo bere di più.

Vi do qualche piccolo suggerimento per l’idratazione del cane, ma fatevi aiutare anche dalla vostra fantasia:

  • Mettere a disposizione del cane più ciotole
  • Utilizzare ciotole con fontanella che tengono in movimento l’acqua
  • Pulire le ciotole quotidianamente e sostituire spesso l’acqua
  • Aggiungere acqua al cibo (ma non troppa)
  • Usare per l’acqua delle ciotole con un diametro superiore a quelle usate per il cibo
  • Se si ha un giardino provare a farli bere dalla canna dell’acqua o da una fontanella (in casa c’è chi non disdegna l’acqua del bidet).

Come dicevamo in partenza…prevenire è meglio che curare.

Annalisa Ferri

Mi chiamo Annalisa Ferri e sono un Medico Veterinario. La mia storia professionale in questo campo parte da lontano… ero ancora all’università e mi appassionava molto la neurologia ed un professore mi disse “per essere un bravo neurologo devi essere un bravo ortopedico!”. Purtroppo l’ortopedia, per come mi era stata presentata era sostanzialmente chirurgia e questo lato non mi piaceva. Per conto mio ho incominciato a fare ricerche e ho scoperto che negli USA esisteva una branca della Medicina Veterinaria che si occupava di animali sportivi e di riabilitazione post trauma o post intervento. Mi si era aperto un mondo, sapevo che lì volevo andare a parare, a costo di essere un pioniere; ma da noi, in università, non se ne era mai parlato.

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