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“Non rischiare di perdere il tuo amico a quattro zampe: la campagna per il controllo del microchip promossa da FNOVI e OIPA”

La Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (Fnovi) e l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) hanno lanciato una nuova campagna per il controllo del corretto funzionamento dei microchip dei cani e dei gatti. L’iniziativa, denominata “Non rischiare di perdere un amico”, coinvolgerà i medici veterinari, che saranno invitati a controllare il corretto funzionamento dei microchip dei loro pazienti.

Il microchip, che viene iniettato sotto la pelle dell’animale dal veterinario, contiene un codice numerico che identifica il pet ed è collegato al proprietario nella banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione, con indirizzo e numero di telefono. In caso di smarrimento dell’animale, la lettura del microchip consente di risalire al proprietario e di far tornare il pet a casa.

Il microchip è obbligatorio per i cani, ma i proprietari di gatti e furetti possono decidere volontariamente di identificare i propri animali attraverso tale dispositivo. Tuttavia, i dati della banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione evidenziano che i gatti microchippati sono poco più di un milione, rispetto ai quasi 14 milioni di cani, senza considerare i furetti, per i quali non esiste alcun obbligo d’iscrizione alle Anagrafi territoriali.

Secondo il presidente della Fnovi, Gaetano Penocchio, il controllo del corretto funzionamento del microchip è un importante gesto di responsabilità che i proprietari di animali domestici dovrebbero compiere per evitare ogni malfunzionamento del dispositivo. Inoltre, la campagna “Non rischiare di perdere un amico” mira a sensibilizzare i proprietari di gatti e furetti sull’importanza della microchippatura come strumento per combattere il randagismo.

Il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, ha dichiarato che la microchippatura dovrebbe diventare obbligatoria anche per i gatti e i furetti, al fine di aumentare la percentuale di animali registrati nella banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione e di combattere il randagismo. La campagna promossa da Fnovi e Oipa rappresenta quindi un’importante iniziativa per la tutela degli animali domestici e per la prevenzione dello smarrimento degli stessi.

Come funziona l’anagrafe

L’Anagrafe degli Animali d’Affezione è realizzata dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le amministrazioni regionali che inviano, oltre al codice dell’identificativo (microchip o tatuaggio), informazioni relative alla specie animale (cane, gatto, furetto), alla razza e al sesso degli animali.

Perché è importante la registrazione

Oltre a rendere più facile la restituzione dell’animale al proprietario, il sistema delle anagrafi, nazionale e territoriali, istituito con l’accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003, garantisce la certezza dell’identificazione, rappresenta un efficace strumento di dissuasione dagli abbandoni degli animali, favorisce studi e interventi per la prevenzione e cura delle malattie degli animali. 

La registrazione dei cani 

La registrazione dei cani nelle banche dati regionali, che confluiscono in quella nazionale, è obbligatoria, come previsto dalla legge n. 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) e successivamente ribadito e più dettagliatamente chiarito nella sua procedura da ordinanze ministeriali. L’obbligo è stato poi sancito dall’Accordo 24 gennaio 2013.

Come Redazione di Dogsportal.it, riteniamo queste iniziative davvero importanti. Sperando però che l’anagrafe canina possa migliorare sempre di più, superando quelle regionali e andando verso una vera ed efficace anagrafe canina nazionale

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