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Le pensioni per cani a norma sono gestite da incapaci!

Questo è il commento rilasciato da una persona in uno dei tanti post dedicati all’argomento “Pensioni per cani” su Dogsportal.it

La domanda che nasce spontanea è: perché ritenere incapaci coloro che hanno affrontato degli investimenti ingenti per ottenere i permessi e le autorizzazioni imposte dalle ASL veterinarie (obbligatori) per gestire una pensione per cani?

Cosa ci guadagni a dirlo?

O hai dei benefici o vantaggi, oppure sei solo un leone di tastiera che non sa quello che dice…

Per la categoria dei cinofili, sarebbe stata meglio la seconda. E invece no…

Dietro quel commento abbiamo trovato una educatrice cinofila proveniente da una delle più affermate scuole in Italia… E in generale, con facilità, si trovano educatori cinofili che utilizzano in modo ingannevole il logo delle scuole che li hanno formati, per promuoversi per la pensione casalinga.

Per capire la gravità di questo reato, basti pensare che un veterinario può essere sospeso se sorpreso durante la gestione di una pensione casalinga e senza autorizzazione sanitaria.

Questo, indipendentemente dal numero di cani in custodia. Quindi è ingannevole o no, far credere ai proprietari che il titolo di educatore cinofilo abiliti alla pensione per cani? Non dovrebbero per prime le scuole non permettere che ciò avvenga?

Quello che fa riflettere è constatare che l’ambito cinofilo spacca il capello in quattro per stabilire criteri di comportamento a beneficio del cane. Cerchiamo sempre più di capirlo…Ci siamo chiesti, e per fortuna,, quante volte portarlo a correre e per quanto tempo, l’importanza del gioco, il cibo, le marcature, la socializzazione, se è felice. L’isolamento sociale, la pettorina o il collare, la paura dei botti, le fobie, le catene, i canili, i cagnari, la libertà…

Ci si confronta su tutto tanto da creare diverse scuole di pensiero. Entrando nei particolari sulle diversità tra un metodo o approccio e l’altro. Ci si sofferma sui termini, se ne parla e anche molto.

Come mai invece l’argomento pensioni per cani casalinghe è un tabù.. A nessuno tra tutti coloro che lavorano con i cani interessa approfondire questo argomento?

E così, mentre si ragiona sul cane, sul suo benessere, molti colleghi promuovono e strizzano l’occhio verso quell’esercito di abusivi che allo slogan di “no gabbie”, decidono in proprio dove, come e quanti cani tenere a scopo di lucro.

Non può esserci dietro del maltrattamento o sfruttamento visto che lo fanno per denaro?

Se qualcuno dice di non avere le gabbie (i box), storpiandone di proposito il senso con una traduzione denigratoria e non necessaria, dovrebbe anche spiegare quale alterativa utilizza per sopperire a questa carenza.

E ricordiamoci che l’autorizzazione sanitaria non sono solo i box e non riguarda solo il benessere animale. Infatti sono obbligatorie anche distanze minime dalle case per non disturbare e proteggere l’incolumità del vicinato e non creare problemi di igiene pubblica. Inoltre aree verdi private e recintate per non limitare l’uso delle aree cani o parchi ai residenti di un determinato quartiere. Reparto infermeria con box di isolamento per poter eventualmente aspettare una diagnosi dal veterinario prima di mettere un cane assieme agli altri. Impianto fognario dedicato ai cani per uno smaltimento in sicurezza delle deiezioni.

Sono anni che chiediamo un confronto con i gestori delle pensioni casalinghe.

Glielo abbiamo chiesto anche ai grandi esperti, quelli conosciuti come i guru della cinofilia che la promuovono apertamente.

Quelli che organizzano corsi educatori e istruttori cinofili, per poi farli lavorare nell’ambito di una professione abusiva come la pensione casalinga perché altrimenti non guadagnerebbero nulla come educatori.

Già il fatto che succeda questo, può essere visto come un fallimento dell’educazione cinofila. Almeno fino a quando tutti insieme non ci ribelleremo a questi soprusi. E invece niente, nessuno ha mai risposto neanche a semplici domande tipo:

1)dove butti la cacca dei cani?

2)Cosa fai se qualche vicino si lamenta?

3)Come tuteli gli altri cani in pensione e quelli del vicinato, se ti entra un cane apparentemente sano ma con qualche malattia infettiva in incubazione?

4)Cosa fai se a un certo punto il branco casalingo non dovesse andare più d’accordo e i loro proprietari sono al mare?

5)Usi i kennel invece dei box a norma?

6)Come gestisci le marcature di un branco casalingo in un appartamento dove c’è l’incognita del cane che va, e quello nuovo che arriva?

7)Come fai a gestire le risorse del branco casalingo, soprattutto quella del cibo, quando sappiamo che ci sono cani che mangiano velocemente e altri che impiegano invece tutto il giorno?

E’ stato ridotto il tutto a sette semplici domande per facilitare gli interlocutori nonostante non dovrebbe essercene il bisogno vista la loro conclamata esperienza. Eppure niente, nessuno risponde o accetta un confronto e nessuno chiede loro spiegazioni in merito.

Sinceramente questo atteggiamento, il non spiegare quali alternative adottano i gestori delle pensioni casalinghe, lascia pensare che abbiano qualcosa da nascondere. Altrimenti perché non dire apertamente come fanno? Perché comportarsi diversamente rispetto ai tormentoni, ad esempio, della pettorina e il collare?

Vista poi la tendenza nell’ambito cinofilo di voler essere i primi ad aver fatto qualcosa, rispondere a queste sette semplici domande può davvero permettere di raggiungere questo obiettivo senza dire, così come succede, delle ovvietà facendole passare come scoperte personali.

Quindi può essere un occasione in più per farsi avanti.

Cosimo Lentini

Cosimo Lentini

Cosimo Lentini inizia la sua esperienza con i cani fin da bambino, in un paesino vicino Taranto, dove raccoglie i cani randagi lasciati al mare a fine stagione. Trasferitosi a Milano molti anni dopo decide che il suo amore per questi animali diventerà anche il suo lavoro. Nel 1983 inizia il suo percorso professionale che lo porterà nel 1985 a diventare istruttore di cani-guida per ciechi presso il “Servizio Cani-guida dei Lions” di Limbiate. Il metodo di addestramento dei cani-guida è di fondamentale importanza nella formazione di Cosimo Lentini ed è la base di partenza dell’approccio Cane Spontaneo che egli propone. Il suo lavoro si divide oggi tra la formazione di cani guida, la gestione di una pensione per cani sulle colline di Pecorara in provincia di Piacenza e il supporto a proprietari di cani in difficoltà con il proprio animale. La trentennale esperienza e le capacità professionali di relazione con il cane, hanno portato Cosimo Lentini a decidere di condividere le proprie conoscenze attraverso l’organizzazione di corsi e conferenze dedicate al Cane Spontaneo. Nel 2016 collabora con l’Associazione “Vado Con Fido” Onlus, nata con l’obiettivo di selezionare e preparare, insieme al cieco, il cane che lo accompagnerà nella sua vita quotidiana prestando particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi non vedenti.

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