Fuori dai DentiNotizie e curiosità sul cane

Se è giorno di caccia non liberate il cane, neanche dietro casa

Domenica 11 novembre 2023, ore 16,30, Parco del Roccolo di Parabiago, un paesone della periferia di Milano. Un parco dove prati, villette e campi si alternano. Un’area semiurbana come ce ne sono tante intorno alla metropoli lombarda. Ma lì si può cacciare.

Nota di redazione: i fatti raccontati sono quelli noti nel momento della pubblicazione dell’articolo.

Perché in questo Paese si spara anche dove un cacciatore degno di questo nome si vergognerebbe a farsi vedere.

Si spara a animali ormai abituati all’uomo, che si fanno vedere facilmente perché vivono accanto a noi e ci temono poco.

Altri animali li liberano dalle gabbie poco prima dell’apertura della caccia: non sanno neanche cosa fare in natura e ti vengono incontro.

Ma il pericolo è che si spara dove la gente va a spasso. E infatti, quella domenica pomeriggio Uma, cucciolona di Rottweiler di 12 mesi, buonissima a detta della sua proprietaria, era uscita a fare un giretto con il suo padroncino di 13 anni e la mamma .

LEGGI COMUNICATO DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE

Era libera, non si sa se sfuggita al guinzaglio o sganciata volontariamente per una corsa, ma dietro casa, non nel mezzo di un bosco di montagna.

Fatto sta che Uma si dirige verso un cespuglio.

Nascosto nel cespuglio, a 160 metri dalle case, c’è un cacciatore, invisibile.

Non ha neanche il giubbino catarifrangente.

Uma si avvicina al suo nascondiglio e lui le spara direttamente in testa, a bruciapelo, testa che esplode sotto gli occhi terrorizzati del bimbo di 13 anni che la amava, Uma.

Un incubo da film dell’orrore.

Chi ha sparato è un 44 enne che, secondo la padrona di Uma, è ben noto in zona: pare che ci siano state decine di segnalazioni delle sue battute di caccia vicino alle case ma… inutili, come sempre quando si tratta di cacciatori.

La prima versione che sfodera il killer è questa, riferisce la padrona di Uma: “L’ho scambiata per un animale” (quale? Un cinghiale? Un rinoceronte? Spara a qualsiasi animale veda? Temo di sì).

Poi, forse resosi conto di essersi inguaiato da solo, la versione diventa ovviamente un’altra: “Aveva la bocca aperta e mi sono difeso”.

In effetti i cani tendono a avere spesso la bocca aperta, sì.

Un cacciatore con un fucile con il colpo in canna, nascosto dentro a  un cespuglio. Dietro le case di Parabiago. Tutto normale? Sì, nel Paese dove i cacciatori sono liberi di fare sostanzialmente tutto ciò che gli pare e piace.

I Carabinieri hanno denunciato l’uccisore di Uma e, come da prassi, gli hanno sequestrato il fucile.

Anzi i fucili, perché a casa ne aveva sette.

Del resto si sa, per andare a caccia tra le case serve un arsenale… La padrona di Uma è furiosa e distrutta, e il povero bambino avrà gli incubi per tutta la vita.

La signora farà causa al killer, ovviamente. E le auguro di vincere almeno sul piano del risarcimento civile, chissà tra quanti anni però, perché sul fronte penale, per aver ucciso Uma il cacciatore rischia da 4 mesi a 2 anni (Art. 544-bis del Codice Penale), se verrà dimostrato che ha sparato senza una reale ragione.

Se invece crederanno alla seconda versione, cioè Uma che gli si avvicina minacciosa, potrebbe pure cavarsela tranquillamente e tornare a nascondersi nei cespugli per sparare nei parchi vicino alle case.

Ma attenzione: se anche fosse condannato non andrebbe in galera, perché in Italia le pene inferiori ai 4 anni non conducono in cella, salvo forse i pregiudicati.

Questa vicenda terribile che segnerà per sempre la famiglia di Uma, perché non riesco neanche a immaginare il dolore e la rabbia che proverei se accadesse una cosa simile a uno dei miei cani, conferma una cosa che tanti vanno ripetendo inutilmente da anni: la presenza dei cacciatori vicino ai centri abitati è un pericolo grave.

A ogni stagione di caccia assistiamo impotenti a “incidenti” in cui cani, gatti e persino asini vengono scambiati per selvaggina e ammazzati, oppure si beccano una pallottola vagante sparata da chi va per cinghiali e, quindi, usa munizioni ultrapotenti che viaggiano per chilometri!

Ma la caccia è un’attività molto pericolosa anche per gli esseri umani, come dimostra il bollettino di morti e feriti che ogni anno viene stilato a fine stagione (24 morti e 66 feriti nel 2022, per esempio. Fonte: Associazione Vittime della Caccia – www.vittimedellacaccia.org) e per questo andrebbe limitata strettamente alle aree disabitate.

Invece, in questo Paese dove la caccia gode di grande protezione politica, incontrare gente armata anche nel proprio giardino è cosa assai comune e chi prova a ribellarsi, non di rado si ritrova un fucile puntato in faccia.

Ma le denunce finiscono nel cestino nove volte su dieci.

In attesa che le cose cambino, ma perché accada è necessario agire come cittadini, l’amara conclusione è questa: se è giorno di caccia, non andate a spasso con il cane se non al guinzaglio e restate dentro i confini urbani.

Perché altrimenti rischiate che qualcuno, per scelta, per errore o perché è un vigliacco col fucile nascosto in un cespuglio dietro casa vostra, vi ammazzi il cane.

Tra l’altro, chi ha sparato a Uma poteva uccidere tranquillamente anche il bambino, visto che era vicino al cane; ma si sa, i vigliacchi pensano solo a se stessi

Andrea Comini

Educatore e istruttore cinofilo fisc da oltre vent'anni, consulente sui problemi comportamentali, si è formato con Carlo Marzoli, Inki Sjosten, David Appleby, Roger Abrantes, Joel Dehasse. Studioso di etologia del cane e del lupo, docente in diversi corsi di formazione per educatori. Giornalista professionista.

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