Sport cinofiliEducazione cinofila e relazione con il cane

Addestramento classico e problematiche

Addestramento classico e problematiche: solitamente per classico si intende un’esperienza originale e ideale che mette le basi per tutto il resto.

Non è questo il caso.


Di Graziano Gentileschi

Nel cosiddetto “addestramento classico” la punizione potrebbe non essere il peggiore dei mali.

Addestramento classico

Esiste l’addestramento classico?

Consapevole di rischiare il linciaggio per un’affermazione del genere, andiamo ad analizzare cosa è percepito come addestramento classico, se esiste o meno e quali sono state le evoluzioni che hanno permesso un avanzamento nelle tecniche addestrative.

Nonostante alcune persone rifiutino l’esistenza di un addestramento classico, il fatto stesso che ne esista il concetto lo pone in essere.

Quello su cui si può essere discordanti e l’idea che nasce quando si sente la parola “classico” in altri contesti.

Genericamente parlando, il “classico” dovrebbe essere una sorta di idea estremamente significativa e condivisa, in cui si è raggiunto l’apice dell’espressione e della perfezione, da cui si trae ispirazione per nuove idee.

Per esempio è così per l’arte e la musica.

Se lo descriviamo in questi termini, sicuramente quello che si intende oggi per addestramento classico non rispecchia la perfezione.

Il termine “classico” è piuttosto utilizzato in questo caso come sinonimo di

“ma si è sempre fatto così”.

In ogni caso che piaccia o no il termine, questo addestramento è esistito ed esiste ancora.

Addestramento classico

Cosa c’è di peggio della punizione?

Torniamo però all’argomento principale ovvero, che cosa in questo tipo di addestramento può essere ancora peggiore della punizione?

La risposta a questa domanda sta in qualcosa che l’addestramento moderno ha studiato e superato.

Ma in cui purtroppo tutti inciampiamo prima o poi:

mettere il cane nelle condizioni di essere punito senza saperne il motivo.

Una punizione immotivata

Quello che il cane può percepire come peggiore di una punizione, è una punizione immotivata, che non sa da cosa è stata causata e a cui non sa come porre rimedio.

Nella maggior parte dei casi il cane non conosce il motivo della punizione semplicemente perché non ha le basi adeguate per comprenderla.

Una delle grandi innovazioni in campo cinofilo è stata proprio quella di non partire più dell’esercizio completo, per andare a togliere attraverso la punizione tutti i comportamenti diversi da quello desiderato.

Dare al cane una serie di competenze di base, attraverso le quali poter costruire situazioni più complesse.

La domanda corretta e lecita che ci poniamo spesso è:

perché dovrei far fare qualcosa al cane tramite la punizione, se posso insegnargli la stessa cosa con il premio?

Questo pensiero ha portato alla nascita di tecniche basate sul premio, ma non alla risoluzione di problemi più complessi.

L’esecuzione di determinati esercizi o la richiesta di comportamenti piuttosto complessi, anche se basata sul premio, può portare in mancanza di solide basi, a una punizione.

Demotivare il cane con la punizione

Che sia positiva o negativa, sempre di punizione si tratta, e in fase di apprendimento non può che risultare demotivante per il cane.

L’addestramento moderno non è solo una disciplina che lavora sul premio, ma che tramite il premio va a costruire tante micro-competenze basilari, talvolta anche apparentemente inutili, ma che messe insieme fanno in modo che il cane capisca e conosca alla perfezione l’esecuzione di quanto gli viene richiesto, senza fraintendimenti.

Ragioniamo oltre gli sport cinofili

Questi concetti non vanno intesi esclusivamente come legati al mondo sportivo.

La normalità per noi e per i nostri cani

Nella vita di tutti i giorni abbiamo la necessità di chiedere comportamenti molto complicati ai nostri cani e spesso ci aspettiamo che vengano eseguiti perché per noi rientrano nella normalità.

Addestramento classico o addestramento moderno

L’abilità addestrativa sta nel riconoscere la problematica che ci si trova davanti e saperla scomporre nelle sue parti più piccole

per andarle a risolvere singolarmente creando piccoli traguardi raggiungibili che sommati portano al comportamento finale.

Usiamo due esempi per chiarire meglio il concetto, uno in ambito sportivo e uno domestico.

Sport

La condotta formale è forse uno degli esercizi più complessi, in sport come l’utilità e difesa.

Quello che si vuole ottenere è un cane che, con o senza guinzaglio, stia praticamente attaccato alla gamba sinistra, non intralci, rimanga sempre nella stessa posizione rispetto al conduttore e si sieda quando si arresta la marcia.

fonte

Intanto il conduttore deve camminare con naturalezza.

A prima vista l’esercizio non richiede molte cose, ma scavando più a fondo troviamo tutte le difficoltà della costruzione della condotta.

Il cane deve saper guardare il conduttore e camminare senza distrarsi

deve saper rimanere nella stessa posizione senza avanzare o indietreggiare durante la marcia

deve ignorare la mano sinistra che ondeggia di fianco al muso

non intralciare durante la curva a sinistra

non distaccarsi nella curva a destra

e molto altro.

Per saper fare ognuna di queste cose deve avere però ulteriori capacità.

Per esempio avrà dovuto imparare ad andare al piede posizionando il muso tra l’anca e la mano sinistra del proprietario, venendo premiato ma ignorando il premio fino a quando il conduttore non lo permetta.

Al cane viene insegnato tutto questo perché, anche se non ce ne accorgiamo a prima vista, sono tutte le azioni che noi compiamo e che andiamo a chiedere al cane.

Di conseguenza perché possa essere in grado di non sbagliare, deve conoscerle tutte.

Nel caso in cui il cane non conoscesse tutta questa serie di comportamenti e ne sbagliasse uno, di sicuro non potremmo premiarlo.

Basterebbe però già questa negazione del premio per punire il cane, il quale non conoscendo ancora alla perfezione il comportamento, sarebbe demotivato e risponderebbe in maniera sempre peggiore.

Ambito domestico

Spostandoci su di un esempio quotidiano, possiamo pensare a un cane che viene punito perché quando entra qualcuno in casa, salta addosso per fare le feste e diventa incontrollabile.

Per prima cosa dovremo chiederci se abbiamo mai insegnato al nostro cane un comportamento alternativo al saltare addosso alla gente.

Quindi il cane dovrà conoscere una serie di comandi perché gli possa essere spiegato cosa fare in alternativa.

Dovrà probabilmente saper sopportare il suono del campanello di casa senza cominciare ad agitarsi in vista della persona che entrarà.

Una volta entrata, il cane dovrà sapere che anche se era stato calmo fino a quel momento e ora è entrato in casa un estraneo, il suo comportameto non dovrà cambiare.

Nel caso in cui mancasse uno di questi passaggi nella creazione dell’esercizio, se il cane sbagliasse non potrebbe capire dove non ha eseguito correttamente quanto richiesto, vanificando qualunque tipo di punizione.

Anzi, il cane verrebbe punito senza sapere il perchè.

Quindi, tanto in addestramento quanto nella vita di tutti i giorni, punire (con una punizione che può essere sia positiva che negativa) il cane per qualcosa che non conosce, sarebbe molto più deleterio che punirlo per una mancanza che sapeva di non dover avere.

Parliamo di addestramento moderno e non classico perchè?

L’addestramento moderno si prefigge proprio lo scopo di fornire al cane tutte le conoscenze di base necessarie alla creazione di comportamenti complessi, non limitandosi a non punire il cane, ma facendo in modo che non ci siano situazioni che il cane non è pronto ad affrontare tramite l’acquisizione di micro-conoscenze.