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Cani vittime di maltrattamenti, possono essere affidati a privati?

Sequestro preventivo a causa di maltrattamenti può portare ad una adozione?

No, per la Cassazione, dopo il sequestro dei cani maltrattati, non può stabilirsi l’affido definitivo solo in base al giudicato cautelare

Lo spiega bene il portale studiocataldi.it dalla quale estrapoliamo questa notizia.

Spesso ci si chiede cosa si possa fare e cosa no.

Sopratutto è molto difficile arrivare ad un sequestro preventivo.

Chi si occupa di politiche animaliste nei Comuni, o gli operatori dei canili lo sanno bene.

La cosa che fa più riflettere è che quando finalmente si arriva ad un sequestro dei cani, in quanto evidentemente maltrattati e mal governati

Non esiste ad oggi una sorta di black listi che impedisca di vivere nuovamente con un animale.

Tanto è vero che può capitare come affermato dall’ Ufficio Tutela Animali della Città di Nichelino, che seguiamo spesso con interesse, può capitare dunque di sequestrare dei cani e di ritrovare pochi giorno dopo, la stessa persona con altri cani.

Purtroppo questa è una delle tante mancanze giuridiche sui nostri cani e sui nostri animali.

Ma tornando alla domanda dell’articolo.

Cani vittime di maltrattamenti, possono essere affidati a privati?

“La Corte spiega che finché l’accertamento sulla responsabilità degli imputati (che, nel caso di specie, neppure risultano ancora indagati) non diventi irrevocabile, non è possibile disporre definitivamente degli animali di loro proprietà, in assenza di una eventuale statuizione di confisca, trattandosi di operazione non legittima alla luce della presunzione di non colpevolezza di cui all’art. 23, comma 2, della Costituzione.Infatti, non può affatto escludersi che il soggetto accusato di determinate condotte in danno degli animali sia assolto all’esito del giudizio, risultando pertanto pienamente legittimato a ottenere la restituzione degli animali sequestrati. Tale effetto non sarebbe possibile qualora, in una fase interlocutoria del procedimento penale, si disponesse l’affidamento definitivo degli animali solo in presenza di un cd. “giudicato cautelare”, non certo equiparabile alla nozione tecnica di irrevocabilità dell’affermazione di colpevolezza dell’imputato, ex art. 648 del codice di rito.”

In sostanza il legislatore contesta anche l’interruzione del legame affettivo dopo il momentaneo affidamento, in quanto qualora l’accusato venisse scagionato potrebbe esservi lo stesso principio.

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