La Regione Toscana diventa la quarta regione italiana a vietare completamente l’uso delle catene per cani
La Toscana si unisce all’Umbria, alle Marche e alla Campania come quarta regione italiana a proibire totalmente l’uso delle catene per i cani, senza eccezioni né deroghe. Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo di Forza Italia, Marco Stella.
Secondo il provvedimento precedente, il dpgr 38/R/2011, la detenzione dei cani alla catena era consentita in via eccezionale per un tempo massimo di 6 ore giornaliere, ma questa regola lasciava ampio margine di discrezione ai singoli proprietari. Con la nuova mozione, la Toscana elimina completamente questa pratica crudele e pericolosa per gli animali.
Tenere i cani legati alla catena comporta numerosi rischi e problemi per il benessere degli animali.
Durante la stagione calda, i cani legati possono soffrire di disidratazione e insolazione, poiché non hanno la possibilità di cercare ombra o acqua fresca.
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Inoltre, legare un cane alla catena limita la sua libertà di movimento e la sua possibilità di interagire con ambiente, persone e altri animali, compromettendo il suo benessere psicologico ed emotivo.
I cani legati alla catena sono maggiormente esposti a rischi e pericoli esterni, come ha sottolineato Stella.
In caso di eventi catastrofici naturali come frane, alluvioni o incendi, i cani non hanno alcuna possibilità di fuggire, andando incontro a morte sicura. Sono anche più vulnerabili alla rara seppur possibile predazione da parte di animali selvatici come i lupi, fenomeno in aumento nella regione.
Con l’approvazione unanime di questa mozione, la Toscana dimostra la sua sensibilità nei confronti del benessere animale e si impegna a proteggere i cani dalla sofferenza e dai pericoli causati dalla pratica di legarli alla catena.
Questo provvedimento rappresenta un passo significativo verso il miglioramento della vita dei cani nella regione e un esempio per altre regioni italiane nel considerare l’abolizione di questa pratica barbara.
