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Come scegliere una pensione per cani? Ecco la guida per evitare problemi.

Come orientarsi nella scelta di una pensione per cani a norma?

Affinché una pensione per cani sia a norma sotto ogni profilo, ha l’obbligo di possedere la partiva Iva e l’autorizzazione sanitaria rilasciata dalle ASL veterinarie.

Senza questi due requisiti non può essere considerata a norma. E sono collegati una con l’altra.

Cosa serve per aprire una pensione per cani

Ad esempio, un possessore di partita iva non può, anche se può capitare che lo faccia, rilasciare una ricevuta fiscale per la custodia cani senza possedere anche l’autorizzazione sanitaria. Inoltre, non esistono titoli o esperienze, anche se in campo cinofilo, che permettono di esercitare l’attività di pensione per cani sprovvisti di autorizzazione sanitaria. Per meglio comprendere questo concetto, basta sapere che perfino un veterinario qualora volesse esercitare l’attività di pensione per cani, ha questa obbligatorietà.

Ma se scelgo una “pensione casalinga a gestione familiare”?

L’autorizzazione sanitaria è obbligatoria anche per chi intende accudire pochissimi cani all’interno della propria abitazione privata, proprio perché potrà utilizzare ciò che le normative vigenti prevendono in caso di bisogno o di necessità.

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Viene quindi spontaneo pensare che chi gestisce cani in pensione senza mettersi in regola, lo faccia esclusivamente per non voler affrontare nessun investimento economico.

Essere a norma può essere considerata una forma di rispetto sia per il cliente, perché gli si può realmente offrire quelle tutele legali e assicurative che andremo a vedere. Nonché per i cani perché la struttura sarebbe soggetta a controlli a sorpresa o a campione e il numero dei cani che è consentito accudire verrebbe stabilito dalle autorità sanitarie e non in proprio.

Si potrebbero anche attuare dei protocolli per il semplice fatto che il gruppo di cani casalingo smetta di andare d’accordo e bisogna dividerli, o un cane che impiega molto più tempo degli altri a mangiare, un problema sanitario anche lieve come una diarrea ecc.

Precauzioni indispensabili soprattutto in una pensione dove c’è l’incognita del cane che torna a casa e uno nuovo che arriva.

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Guardiamo ora punto per punto e in 10 consigli, cosa prevede una autorizzazione sanitaria con una breve spiegazione del perché di queste normative.

1) Box con interno ed esterno comunicanti provvisti di coibentazione, riscaldamento, luce, acqua e superfici lavabili.

Consente al cane di avere uno spazio in esclusiva (come per noi in albergo) che può condividere con un altro cane compatibile come taglia, età, sesso e carattere. Questo gli consente di non entrare in competizione quotidianamente con altri cani nella gestione di risorse come cibo, giochi, cucce e quant’altro. Evitando così forme di stress che possono anche mettere in pericolo i cani, se messi tutti assieme, da eventuali aggressioni. Un luogo in esclusiva e la possibilità di marcare liberamente gli consente, quindi, di identificare con più facilità un territorio che non è la sua casa.

2) Aree verdi recintate in sicurezza per lo sgambamento che permettono che un cane non esca e si perda con i conseguenti pericoli.

Evita anche che un altro cane o qualsiasi altro animale che passa di lì possa entrare a scapito dei cani in area di sgambamento presenti in quel momento. La manutenzione dei prati viene contemplata in autorizzazione e visionata durante le ispezioni con l’obiettivo che non ci siano pericoli di ferri sporgenti e forasacchi. Un problema, quello dell’erba alta nei prati, presente in molti centri urbani.

3) Distanze di centinaia di metri dalle prime abitazioni.

Questa normativa è molto importante per tutelare i cani dai famigerati botti di fine anno. Inoltre, non viene disturbato il vicinato e questa è una delle prime prerogative per poter lavorare serenamente. Come si sa, i cani sono soggetti che possono subire ritorsioni con facilità. Infastidire il vicinato con l’abbaiare dei cani o, in alcuni casi, con cattivi odori per l’impossibilità di fare un’adeguata prevenzione e pulizia può metterli in serio pericolo. Inoltre, un vicino di casa qualora faccia una segnalazione per la presenza di una pensione per cani abusiva, il proprietario verrà contattato dalle autorità e, anche se in vacanza, sarà obbligato al ritiro del proprio amico a quattro zampe nel più breve tempo possibile, spesso 24 ore.

4) Scarichi fognari dedicati ai cani per un corretto e veloce smaltimento delle deiezioni.

Possedere questi impianti fognari comporta che si evitino accumuli prima di essere lasciati in un cassonetto per essere portati via come rifiuto domestico che, tra l’altro, per motivi igienico sanitari, non è consentito dalla legge per chi ospita cani a fronte di un corrispettivo economico. Un’altra forma di smaltimento illegale, certamente peggiore, è quella di sotterrare le deiezioni a scapito dell’ambiente e in particolare delle falde acquifere.

5) obbligo di un direttore sanitario (veterinario) responsabile della parte sanitaria della struttura

6) Reparto infermeria per consentire al veterinario di poter visitare i cani in un ambiente pulito ed idoneo

7) Reparto toelettatura

8) Registro vidimato dalle ASL dove annotare la provenienza, le entrate e le uscite dei cani tenuti in pensione.

9) Ufficio con servizi igienici a disposizione dei clienti

10) Magazzino

Cosa può succedere se si lascia il cane in una pensione non autorizzata?

1) Chi esercita l’attività di pensione per cani senza autorizzazioni, non può ottenere una polizza assicurativa che copra in caso di incidente.

Non dubito che qualcuno in buona fede creda di essere assicurato, ma in caso di richiesta di indennizzo verrà chiesta dalla compagnia assicurativa visione dell’autorizzazione sanitaria. Per questa ragione, alcune compagnie chiedono visione dell’autorizzazione prima della stipula del contratto. Anche le piattaforme online nonostante vantano polizze milionarie in caratteri cubitali, tra le clausole assicurative troverete scritto in piccolo che non verranno rimborsati coloro che esercitano senza le dovute licenze e autorizzazioni.

Inoltre, la vostra polizza non coprirà eventuali danni se il cane è detenuto da terzi non autorizzato. La polizza assicurativa di un dog sitter, ad esempio, copre solo per ciò che riguarda eventuali passeggiate col vostro cane ma non per la sua custodia h.24. Chiedete al vostro assicuratore per averne conferma

2) Lasciando il proprio cane in pensione in una abitazione privata, si sta assumendo a tutti gli effetti un collaboratore domestico. Al pari di una colf o badante.

In caso di incidenti o denunce, può intervenire l’Ispettorato del Lavoro con sanzioni che si aggirano da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 9.000 Anche se si volesse regolamentare l’assunzione del collaboratore domestico, non può ad ogni modo ospitare cani a pagamento presso la propria abitazione.

Quali malizie si possono adottare per individuare una pensione non a norma senza dover chiedere visione della autorizzazione sanitaria

Ottenere l’autorizzazione sanitaria per la gestione di una pensione per cani comporta un iter burocratico molto lungo e costi ingenti. Questo fa sì che chi la possiede la metta in ufficio in bella mostra al pari di un centro estetico, campi estivi per bambini e tutte le altre attività dove vi è l’obbligo dell’autorizzazione sanitaria. Se non la vedete guardandovi in giro, non è un bell’inizio.

Ecco alcune strategie che permettono di capire anticipatamente se una pensione è a norma.

1) Diffidate di chi utilizza lo slogan “no gabbie”, “senza gabbie” e tutto ciò che riguarda le gabbie.

Le gabbie sono proibite per legge per la pensione per cani.

Si può forse definire una gabbia il trasportino da viaggio ma viene, invece, abitualmente chiamato kennel. Inoltre, una pensione per cani autorizzata è soggetta ad ispezioni a campione o a sorpresa, che sono una garanzia anche per il cliente, e difficilmente utilizzerà delle “gabbie”, visto che dispone di box a norma. Non a caso la villetta che ha preso fuoco la scorsa estate, dove sono stati rinvenuti undici cani morti carbonizzati nei kennel non era autorizzata.

La malafede la si capisce perché, in un periodo storico dove la lingua inglese viene utilizzata per tradurre tutto ciò che riguarda l’ambiente cinofilo, c’è chi sente il bisogno di tradurre in “gabbia” il termine globalizzato box: così globalizzato che compare perfino in autorizzazione sanitaria.

2) Guardate con attenzione dove vive chi vi terrà il cane: se si tratta di un condominio o gruppo di villette a schiera è palese che non è autorizzato.

Qualora fosse una villa indipendente o ad ogni modo una casa in campagna e vedete delle abitazioni subito in prossimità, non può essere a norma. In altre parole, immaginate di parlare ad alta voce e se credete che riescano a sentirvi, significa che potrebbero venire disturbati dai cani.

scegliere pensioni per cani

Qualora l’abitazione fosse isolata, è fortemente consigliato chiedere visione dell’autorizzazione sanitaria.

3) Diffidate di chi vi chiede di incontrarvi in un parco o comunque in strada sia per la conoscenza del cane e successivamente per la sua consegna e il suo ritiro una volta rientrati dalle vacanze.

4) Attenzione quindi anche a come si promuovono sui social e sul web queste strutture. Dall’approccio comunicativo sarà possibile intuire alcuni aspetti importanti da valutare e chiarire immediatamente in fase conoscitiva.

Riflessioni

  • Qualora doveste vivere con un cane che crediate che una pensione autorizzata non sia adatta e, per questa ragione non volete fargli cambiare le sue abitudini, lasciatelo a casa sua e fate venire qualcuno che stia con lui.
  • Non bisogna essere esperti cinofili per capire che il cane non è un animale così stupido da non distinguere la sua casa con i suoi odori da quella di un altro.
  • Disporre solo ed esclusivamente di una casa per gestire una pensione per cani, non è certo un valore aggiunto.
  • Anche se banale, una casa ce l’hanno tutti o quasi tutti, anche i gestori di una pensione autorizzata che possono utilizzarla qualora dovesse servire per ospitare un cane. Al contrario, chi mette a disposizione solo una casa, non dispone di tutto quello che invece è previsto in autorizzazione.

Considerando che il buono e il cattivo lo si può trovare ovunque, vi invito a fare sempre molta attenzione su dove lasciare il vostro cane.

Cosimo Lentini
Presidente – Anpca
(associazione nazionale pensioni per cani autorizzata)

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In conclusione, cari lettori di Dogsportal.it, è fondamentale comprendere l’importanza di affidare i vostri amati cani a professionisti qualificati e a norma. Seppure possa sembrare più comodo o economico rivolgersi ad opzioni non professionali, sappiate che la cura e la custodia dei vostri amici a quattro zampe è un compito delicato che richiede competenze specifiche.

Quando si tratta della sicurezza e del benessere dei vostri animali, non dovreste mai compromettere. Rivolgendovi a strutture affidabili, avrete la certezza che il vostro cane riceverà la cura di cui ha bisogno in ogni momento.

Non dimenticate che prevenire è sempre meglio che curare. Assicurandovi di lasciare il vostro cane in mani esperte, prevenirete moltissimi problemi, risparmiando tempo, denaro e, soprattutto, evitando stress inutile al vostro amico peloso. Ricordate, il vostro cane è un membro della vostra famiglia e merita il meglio. Affidatevi sempre a professionisti a norma per la custodia dei vostri cani. Loro, e anche voi, ne trarrete grande beneficio.

Cosimo Lentini

Cosimo Lentini inizia la sua esperienza con i cani fin da bambino, in un paesino vicino Taranto, dove raccoglie i cani randagi lasciati al mare a fine stagione. Trasferitosi a Milano molti anni dopo decide che il suo amore per questi animali diventerà anche il suo lavoro. Nel 1983 inizia il suo percorso professionale che lo porterà nel 1985 a diventare istruttore di cani-guida per ciechi presso il “Servizio Cani-guida dei Lions” di Limbiate. Il metodo di addestramento dei cani-guida è di fondamentale importanza nella formazione di Cosimo Lentini ed è la base di partenza dell’approccio Cane Spontaneo che egli propone. Il suo lavoro si divide oggi tra la formazione di cani guida, la gestione di una pensione per cani sulle colline di Pecorara in provincia di Piacenza e il supporto a proprietari di cani in difficoltà con il proprio animale. La trentennale esperienza e le capacità professionali di relazione con il cane, hanno portato Cosimo Lentini a decidere di condividere le proprie conoscenze attraverso l’organizzazione di corsi e conferenze dedicate al Cane Spontaneo. Nel 2016 collabora con l’Associazione “Vado Con Fido” Onlus, nata con l’obiettivo di selezionare e preparare, insieme al cieco, il cane che lo accompagnerà nella sua vita quotidiana prestando particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi non vedenti.

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