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Pensioni per cani a norma: tutto quello che devi sapere

Mi è stato chiesto di spiegare le differenze riguardo la gestione di una pensione per cani a norma e una casalinga.

Inoltre, come orientarsi nella scelta di una pensione per cani per il proprio cane.

Alla prima domanda è impossibile rispondere.

Sono ormai sette anni che chiediamo un confronto con i gestori delle pensioni casalinghe.

Nessuno ci ha mai risposto, neanche tra i tanti colleghi educatori cinofili, dog sitter o ad ogni modo personale appartenente all’ambito cinofilo che gestisce pensioni casalinghe.

Neanche tra i grandi nomi della cinofilia, quelli che vengono definiti guru e la promuovono apertamente abbiamo avuto risposte o un confronto.

Sono così tanti che se lavori con i cani non puoi non saperlo…Eppure niente.

Rimane un segreto in che modo lavorano nel settore delle pensioni per cani, anche se decidono da soli e senza regole dove, come e quanti tenere.

Quindi non posso fare delle differenze perché non dicono nulla sulla loro organizzazione.

Posso fare solo delle ipotesi o esempi, per quello che vedo .

Cosa serve per aprire una pensione per cani

Come quello degli undici cani trovati morti carbonizzati dentro i kennel (trasportino da viaggio).

Mi ha fatto capire che può esserci chi fa pensione per cani utilizzando lo slogan “no gabbie” e gestirli come se fossero criceti, conigli, porcellini d’India. In batteria… E se erano tutti chiusi di notte, viene spontaneo pensare che li tenessero chiusi anche di giorno dove i cani sono più attivi e competitivi.

Non ci resta, quindi, che fidarci sulla parola e che siano tutti buoni e sensibili e non attaccati al denaro.

Anche se è proprio il lucro (il denaro) a far scattare meccanismi che impongono l’obbligatorietà dell’autorizzazione sanitaria e Partita Iva. In altre parole, se lo fai per soldi, devi rispettare delle regole fiscali e sanitarie e diventare soggetto a ispezioni. Giusto, o sbagliato che sia!

Ora cercherò di essere più esaustivo per quanto riguarda la scelta di una pensione per il vostro cane.

Capendo che il buono e il cattivo lo si trova ovunque, è sempre di fondamentale importanza che la struttura sia in possesso dell’autorizzazione sanitaria.

L’autorizzazione sanitaria è obbligatoria per chiunque svolga l’attività di pensione per cani e indipendentemente dal numero e dal titolo (anche un veterinario, educatore cinofilo e dog sitter devono possederla).

E non riguarda solo il benessere animale, ma comprende anche fattori che interessano direttamente il proprietario e che in pochi conoscono.

Ad esempio, bisogna tenere conto che se la pensione non è a norma, quindi sprovvista dei permessi ASL e partita Iva, non potrà avere reali coperture assicurative e la vostra non risponderà se il cane è detenuto da terzi non autorizzato.

Chiedete al vostro assicuratore per avere conferma.

Inoltre, si assume a tutti gli effetti un collaboratore domestico in nero, al pari di una colf o badante.

Cosa succede in caso di incidente?

… non solo dovrete risarcire i danni causati dal vostro cane, ma anche il gestore della pensione casalinga qualora si fosse fatto male, e l’Ispettorato del Lavoro potrà sanzionare con cifre a tre zeri.

Vediamo ora punto per punto quali sono i requisiti tecnici obbligatori di una pensione per cani a norma.

Potrà servirvi per fare delle ipotesi o delle differenze fai da te, cercando di capire quali strategie o alternative vengono adottate dalle pensioni casalinghe per sopperire alla mancanza di ciò che le autorità sanitarie impongono.

E non crediate che basti gridare lo slogan “no gabbie” per avere da una parte una gestione idilliaca e dall’altra dei cattivoni che vi chiudono il cane in una gabbia e buttano via la chiave.

Già tradurre il termine globalizzato box (compare anche in autorizzazione) in gabbia, può servire per creare una pubblicità ingannevole.

Soprattutto se poi traduci il trasportino in kennel.

Per questa ragione diventa importante ottenere un confronto, al di là delle parole o traduzioni denigratorie.

Proprio per sapere come fanno a gestire un branco casalingo tenuto tutto assieme in un appartamento, con l’incognita del cane che va e quello nuovo che arriva. Confesso che io non ne sarei capace e come me tanti altri colleghi.

Lo chiediamo anche a te, che stai leggendo l’articolo: ti fideresti mai a lasciare il tuo cane in mezzo ad altri animali, praticamente sconosciuti fino a qualche giorno prima? Al netto di un incontro di preparazione?

Forse è per questo che una pensione a norma non può utilizzare i kennel e non può fare di testa propria, ma vengono prescritti i box e un numero massimo di ospiti.

Ecco quindi, cosa prevede l’autorizzazione sanitaria per una pensione per cani:

  1. Box con esterno ed interno comunicanti, provvisti di superfici lavabili e collegati a un impianto fognario. Utili per fare prevenzione e poter lavare e disinfettare con facilità. Sono provvisti di riscaldamento. Si possono gestire i cani insieme, ad esempio a coppie, in funzione dei loro bisogni tenendo conto dell’età, del carattere, del sesso ecc. Permette di dargli uno spazio in esclusiva per tutto il periodo di custodia. Al pari di noi in albergo.
  2. Aree cani recintate a norma definite anti intrusione. Consente che le uscite nei prati avvengano in sicurezza con la certezza che nessun cane può uscire e nessun altro animale possa entrare nella proprietà.
  3. Distanze di centinaia di metri dalle prime abitazioni. Utili per non creare disturbo della quiete pubblica con le possibili liti di vicinato e ritorsioni verso i cani, coinvolgendo anche i cani che a pieno titolo vivono in un condominio o quartiere. Inoltre, la distanza dalle case previene dai rumori molesti come i famigerati botti di fine anno.
  4. Reparto infermeria con box di isolamento per far visitare un cane dal veterinario in un ambiente consono e la possibilità, se serve, di poter aspettare a inserirlo assieme agli altri prima di una diagnosi. Per questi casi sono previste aree cani più piccole dedicate.
  5. Impianto fognario dedicato ai cani. Utile per uno smaltimento corretto delle deiezioni in quanto ritenute dalle autorità rifiuto speciale.
  6. Ufficio con servizio igienico a disposizione dei clienti.
  7. Registro di carico e scarico per annotare tutti i cani in entrata ed uscita. Come in albergo per noi.

In più, un po’ come tutti, anche i gestori di una pensione a norma hanno una casa.

Qualora dovesse servire, può ospitare un cane che richiede maggiori attenzioni.

In altre parole, nella sua banalità, chi è a norma può fare esattamente quello che fa una pensione casalinga, al contrario, una pensione casalinga non può fare tutto quello che fa una pensione a norma.

Concludo con un ulteriore invito per ottenere un confronto con i gestori delle pensioni casalinghe o quantomeno, uscire allo scoperto e dire in che modo gestiscono i cani rinunciando a ciò che prevede l’autorizzazione.

Cosimo Lentini

PRESIDENTE ASSOCIAZIONE NAZIONALE PENSIONI PER CANI – ANPCA.IT

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