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Cosa si aspetta da noi il nostro cane? Una riflessione tra etica e benessere

Riusciamo a soddisfare i suoi bisogni e desideri? Noi ci sentiamo felici con lui, ma cosa facciamo per assicurarci che il sentimento sia reciproco? Procediamo in punta di piedi tra etica e benessere.

Quante volte ci diciamo che l’andamento delle nostre relazioni non dipende solo da noi, ma da tutti quelli che ci sono dentro?

E quante volte abbiamo usato questo paradigma come scusa per giustificare scelte difficili nei rapporti più complicati?

In fondo sappiamo bene che è così.

Alla costruzione di un rapporto contribuiscono tutte le parti in causa.

Anche il legame con il nostro cane può essere considerato da due punti di vista, il nostro e quello del nostro compagno non umano.

Chissà come ci vede, ci percepisce, cosa si aspetta da noi. Riusciamo a soddisfare i suoi bisogni e desideri?

Noi ci sentiamo felici con lui, ma cosa facciamo per assicurarci che il sentimento sia reciproco? Procediamo in punta di piedi in questo campo complesso che si colloca tra etica e benessere.

Il legame unico tra essere umano e cane

Quella dell’origine e l’evoluzione del legame tra noi e i cani è probabilmente una delle storie che più ci coinvolgono, sia perché ne siamo i diretti testimoni, sia per il modo in cui questa relazione ci ha cambiati e continuerà a farlo.

Qui, tra le pagine di Dogsportal, abbiamo già raccontato della genesi e delle dinamiche della domesticazione, che ha trasformato un feroce predatore in compagno di vita (Da feroce predatore a migliore amico dell’uomo: il progetto FIDO indaga sulla storia della domesticazione del cane in Italia – dogsportal.it Blog cinofilo) dalle incredibili abilità come la cooperazione, la capacità di leggere i nostri gesti, le nostre espressioni facciali e persino il suono della nostra voce.

Quella tra essere umano e cane può essere definita come una vera e propria relazione sociale (Cani in famiglia: membri a tutti gli effetti? Parliamo di famiglie multispecie. – dogsportal.it Blog cinofilo) tuttavia, malgrado il modo in cui spesso ci ritroviamo a dipingere in maniera romantica questa connessione, è importante riconoscere che purtroppo i rapporti di potere in questo binomio sono sbilanciati.

In un articolo intitolato How Dogs Perceive Humans and How Humans Should Treat Their Pet Dogs: Linking Cognition With Ethics (Frontiers | How Dogs Perceive Humans and How Humans Should Treat Their Pet Dogs: Linking Cognition With Ethics (frontiersin.org)) e pubblicato su Frontiers in Psychology, gli autori pongono l’accento su come la consapevolezza della capacità dei cani di capirci e interagire con noi e dello squilibrio su cui poggia la nostra relazione sia fondamentale per migliorare realmente le condizioni del nostro compagno animale.

Chiedimi se sono felice

La questione etica si intreccia inevitabilmente con il benessere dei nostri cani.

Quello che ci viene chiesto, da compagni umani consapevoli, è di non lasciarci andare alle nostre convinzioni, ai nostri pregiudizi, ma di analizzare le condizioni di vita dei nostri animali e operare la scelta più corretta, perché quasi sempre loro non potranno essere liberi di scegliere per se stessi.

Un esempio descritto in un’altra pubblicazione scientifica, How happy is your pet? The problem of subjectivity in the assessment of companion animal welfare (How happy is your pet? The problem of subjectivity in the assessment of companion animal welfare | Animal Welfare | Cambridge Core) e già affrontato nei nostri articoli (Quando i cani mordono: tra equilibrio, genetica e relazione – dogsportal.it Blog cinofilo), è quello dell’attaccamento eccessivo: noi Homo sapiens amiamo prenderci cura di altri esseri viventi e questo può portarci a essere felici di occuparci di cani che sono completamente dipendenti da noi, a causa di problemi sia psicologici (animali che hanno subito abusi), sia fisici, come nel triste caso dei cani brachicefali o disabili.

Quando questo accade, dalla nostra prospettiva, ci sentiamo soddisfatti perché ci stiamo dedicando al nostro cane e lui — sempre secondo noi — “ricambia”, restando sempre con noi e chiedendo perennemente la nostra attenzione.

Ma un cane che non sa affrontare da solo le situazioni più difficili oppure, semplicemente, un po’ di solitudine, o un cane che non può vivere un’esistenza fatta di giochi e corse a causa di problemi respiratori e cardiaci, è un cane felice?

Cercare con un educatore o un istruttore cinofilo la strada migliore per far acquisire al nostro compagno a quattro zampe sicurezza e indipendenza e comprendere che un cane brachicefalo è un cane che soffre (non è bello né tenero che un essere vivente non riesca a respirare) sarebbero le risposte opportune per garantire il ben-essere del nostro animale.

Siamo pronti a mettere da parte il nostro egoismo per la felicità dell’altro?

Per di più di un animale non umano?

Il dovere di non tradire la fiducia del nostro cane

Da un grande potere derivano grandi responsabilità.

Questa celebre frase, che risuona nell’universo immaginario del fumetto dell’Uomo Ragno, potrebbe benissimo essere un monito per tutti coloro che condividono la propria vita con uno o più cani.

Immagine generata con IA GENERATIVA dal prompt designer di Redazione

Il potere che possediamo ed esercitiamo in questa relazione ci deve spingere ogni giorno a domandarci se stiamo scegliendo ciò che è meglio per il nostro amico animale e a cercare le risposte più adeguate e non quelle più facili. Come concludono gli autori della pubblicazione su Frontiers in Psychology:

“[…] un’interazione sociale significativa tra i cani e i caregiver rimane un costrutto fragile. Per prenderci cura dei cani nel modo in cui la moralità ci richiede, è fondamentale tenere presente lo spettro di doveri positivi che questa relazione genera, compreso il dovere di essere all’altezza della fiducia che i cani ripongono in noi”.

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Alessia Colaianni

Dottoressa di ricerca in Geomorfologia e Dinamica ambientale, sono poi approdata sulle rive della comunicazione e divulgazione scientifica. Sono diventata giornalista e, un articolo dopo l’altro, mi sono ritrovata a raccontare le storie di animali umani e non umani e dell’ambiente in cui vivono. Sul mio cammino ho incontrato lo sguardo di molti cani e questo mi ha convinta a suonare ai cancelli di Dogsportal per poter curiosare nella loro storia e nel loro comportamento insieme a voi.

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