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La mia vita con un Pointer

Nel 2021 i Libri Genealogici dell’Enci hanno registrato 14535 setter inglesi, 2643 kurzhaar, 3444 epagneul breton e 1988 pointer.

Di Lorena Quarta – Giornalista pubblicista dal 15 novembre 1993, scrive di cinofilia e di razze dal 1991 in numerose riviste dedicate al canefoto in copertina di Nadia Cacioppo

Quasi duemila pointer ogni anno non sono pochi, eppure, se ci fate caso, per le strade delle città vi sarà capitato di vedere un buon numero di setter inglesi, qualche esemplare di Setter irlandese, di Weimaraner (razza molto di moda), di Breton e di Kurzhaar, persino di Bracco ungherese, ma di Pointer proprio nulla.

Lui, che è stato definito il signore del vento, il re dell’aria, il masticatore di effluvio, veloce come una Formula Uno, è una delle razze da ferma più diffuse e amate nel nostro Paese.

Razza da ferma, appunto, con molti estimatori tra i cacciatori e tra chi frequenta le prove di caccia, ma poco considerato come semplice compagno di vita.

Un fisico potente e scattante, con muscoli lunghi e guizzanti: un vero atleta che il grande cinologo Solaro descrisse:

“dalle linee degli efebi combattenti e dei discoboli antichi, è l’atleta agile in cui ogni parte rivela la massima potenza unita alla massima facilità di movimenti”.

Una descrizione che gli rende pienamente giustizia, perché vederlo, sia piazzato sia in pieno galoppo, è una gioia per gli occhi. È il galoppatore per antonomasia, in cui ogni singola parte del corpo sembra fatta apposta per consentirgli questa andatura. 

Alcuni cacciatori lo snobbano perché lo ritengono poco adatto con il suo pelo raso a cacciare nello sporco, in mezzo ai rovi e ai cespugli oppure in montagna, ma la sua passione è bruciante e se è vero che forse un Pointer è un po’ più delicato di quanto può essere un Setter, lui non si sente affatto tale.

Lui in fondo è nato per cacciare nelle grandi distese dei moors inglesi, anche se ha saputo adattarsi alle caratteristiche dei terreni di casa nostra, mettendo in mostra, oltre a un galoppo impetuoso e velocissimo, un olfatto molto sviluppato e uno stile che appaga pienamente il cacciatore esteta.

Il meglio di sé lo dà su ampi terreni aperti, ma anche in montagna, dove può dimostrare le sue doti di fondo e di velocità.

Ho fatto questa premessa perché tutte queste qualità sono nel suo DNA e di questo ne deve tener conto chi adotta un pointer anche senza essere un cacciatore o un frequentatore di terreni di gara.

Le associazioni rescue che si occupano di cani da caccia sono numerose in Italia, io ho adottato la mia Scarlett più di un anno fa da “I bracchi di Piera”,

Un’associazione che ha in Piera Colombi, la sua fondatrice, una persona che con grande passione si dedica al recupero di bracchi tedeschi, setter, pointer, segugi e altre razze da caccia, in maggioranza provenienti dal Sud Italia ma anche da altre aree del Paese, che poi vengono ospitati al rifugio “Ti affido Fido” di Gorgonzola (MI). 

Cani che non sono bravi a caccia o hanno paura dello sparo, cani ormai troppo anziani per reggere una giornata di caccia, fattrici troppo sfruttate, cucciolate troppo numerose, a tutti loro Piera cerca di trovare una nuova famiglia e ci riesce praticamente sempre. 

Scarlett era stata trovata a nemmeno venti giorni nelle campagne dell’agrigentino con due fratellini (Kobe e Chris, anche loro felicemente adottati), probabilmente frutto di una cucciolata troppo numerosa. 

L’ho chiamata così in ricordo di Red, il mio indimenticato breton adottato presso la stessa associazione e morto due anni fa a nemmeno due anni per un brutto tumore.

Del pointer Scarlett non ha solo l’aspetto ma anche le attitudini naturali

Fin da piccola ha cominciato a provare interesse per merli, piccioni, cornacchie ma anche per scoiattoli e lucertole.

Per lei tutto ciò che si muove stimola il suo istinto venatorio e io cerco di assecondarla anche perché lei non cerca mai di aggredire la “preda”, ma vi si avvicina mettendo in mostra uno stile da manuale, senza che nessuno glielo abbia insegnato

Foto di Nadia Cacioppo


Inutile pretendere da lei che cammini composta al guinzaglio se sa che si va al parco o nell’area cani dove gioca con tutti i cani che trova (da buon cane da caccia va praticamente d’accordo con tutti i suoi simili), l’andatura composta ed elegante la riserva alle passeggiate in centro città, dove sa che comunque si va a trovare il negoziante che non le fa mai mancare un bel biscotto, si possono fermare un bel po’ di piccioni (tra gli sguardi ammirati dei passanti) o si cercano gli snack che nascondo nei posti più strani.

Quando ferma piccioni, merli e cornacchie mette in mostra uno stile quasi perfetto:

Ferma di scatto, un arto anteriore flesso, una lenta accostata fino a far frullare il volatile a tiro di fucile, di cui io sono ovviamente sprovvista.
E il bello che lo fa anche con le lucertole, mentre quando vede scoiattoli, conigli o gatti si dimentica di essere un cane da ferma e tira peggio di un cane da slitta!

La ricerca olfattiva le piace molto e la pratichiamo con oggetti vari: con la pallina (che lancio in mezzo all’erba senza farmi vedere da lei), con i suoi bocconcini preferiti o con oggetti impregnati dell’odore mio o di mio marito.

Quando è in modalità di cerca è concentratissima, perlustra la zona con diagonali incrociate e trova sempre quello che sta cercando.

Ho in mente di frequentare con lei un centro cinofilo per farle fare altre attività che mettano alla prova il suo naso come discriminazione olfattiva, piste e recupero oggetti smarriti.

Ovviamente è un cane attivissimo, la mattina almeno un’ora tra corse, cerca e passeggiate, il pomeriggio le ore diventano due e non pensiate che arrivi a casa distrutta!

È molto curiosa e non ha problemi a camminare in mezzo alla gente, anzi si avvicina sempre per annusare le persone che incontra, ma è molto riservata e non accetta di essere accarezzata. Le coccole preferisce averle da me e da mio marito, con noi è un vero cane francobollo che più sta appiccicato e meglio è, ovviamente le cucce sono diventate un optional, letti e divani sono molto più comodi!

Scarlett è felice e appagata anche se non ferma starne o fagiani, anche se l’azione non si conclude con il riporto del selvatico in bocca come dovrebbe fare un buon cane da caccia?

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Io penso proprio di sì, anche se so che per un purista della razza vederla fermare un “volgare” piccione è forse un’eresia. 

Pointer cane impegnativo? Lo è se non lo si conosce. Sapevo perfettamente che cane stavo portando a casa, un cane che non si accontenta certo della passeggiatina igienica sotto casa e che ha bisogno costantemente di sentirsi stimolato e impegnato, fisicamente e mentalmente. Un pointer ha bisogno di un partner umano estremamente attivo e disposto a passare un bel po’ di tempo ogni giorno all’aria aperta, e questo ogni giorno dell’anno. Amo definirla il mio personal trainer, con lei corro e macino chilometri, non ho bisogno di andare in palestra.

Certo, Scarlett è un bel po’ testarda quando c’è una pista olfattiva da seguire o qualche animale attira la sua attenzione e ogni tanto mette a dura prova la mia pazienza, ma vederla in ferma, vederla galoppare, ammirare le sue linee perfette o incrociare il suo dolcissimo sguardo quando si accuccia sul divano accanto a me, mi fanno dimenticare tutto il resto. 

Lorena Quarta

Da sempre appassionata di cani, ha un’esperienza ultra trentennale nel mondo del giornalismo cinofilo in cui si è occupata di ogni settore, dal mondo dell’allevamento a quello dell’agonismo, dagli aspetti caratteriali e comportamentali del cane al suo impiego sportivo e in campo sociale. Ha collaborato con le più importanti riviste del settore e pubblicato cinque libri di argomento cinofilo: "Fido e Dintorni", "Il dizionario della cinofilia", "Il rottweiler", "Il Pinscher" e "La terza vita di Jasmine", la storia della sua cagnolina anziana adottata in un canile, scritto per sostenere la sezione ENPA in cui è dal 2011 volontaria e dove si occupa dell’ufficio stampa e del Progetto Famiglia a Distanza.

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