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Silvio Berlusconi e il populismo animalista oltre Dudù!

Non entro nel dettaglio del Berlusconi “politico” né del Berlusconi “imprenditore”, che poi a mio avviso sono la stessa cosa, perché questo è Dogsportal.it e ci occupiamo di cani.

Ma tra tante celebrazioni vergognosamente osannanti e poche voci che ricordano quanto contraddittoria, a dir poco, sia stata la figura di questo “arci-italiano”, come è stato giustamente definito, vorrei ricordare un suo aspetto un po’ trascurato dai media e correttamente individuato, invece, dal nostro acuto caporedattore Poldo, non per niente un segugio: il Berlusconi populista-animalista.

Dudù non fu il primo il primo cane di Berlusconi

Le cronache narrano come spesso l’onnipotente Silvio da Arcore si sia rivelato uomo sensibile e, tra queste sue manifestazioni di umanità, è annoverato l’amore per gli animali, i cani in particolare.

Quasi tutti pensano che la cinofilia berlusconiana sia nata durante la storia d’amore con Francesca Pascale (poi divenuta felicemente lesbica… forse lo smacco più atroce per uno come lui), che ha portato nella vita dell’ex premier il famosissimo Dudù, barbone bianco toy, seguito poi dalla compagna Dudina, della stessa razza, e dai loro cuccioli.

In realtà, i primi cani a far compagnia a Berlusconi nella tenuta di Arcore sono stati i Rhodesian Ridgeback con i quali, tra l’altro, faceva jogging nel parco della villa.

Ma all’epoca non se ne parlava praticamente mai.

Poi…

Un’arma micidiale: la cinofilia

… Poi, grazie al successo e al clamore dei servizi dedicati a Dudù (memorabile quello su “Chi” con Putin che lancia la pallina al cane!) sui suoi settimanali popolari, Silvio capì che anche quell’aspetto poteva essere funzionale a un maggior apprezzamento da parte degli italiani, che di cani in casa ne hanno davvero tanti.

Come il calcio con il Milan stellare, quindi, anche la cinofilia divenne un’arma del vasto arsenale populista di questo genio assoluto dell’autopromozione.

Infatti, persino l’antiberlusconiano più feroce, se dotato di cane, non poté esimersi dall’apprezzare le parole di Berlusconi sui cani: «Sono creature a metà tra gli angeli e i bambini», definizione ripresa dal grande Totò, tanto amico dei quattrozampe al punto da fare accudire a sue spese 220 trovatelli.

Con quelle parole, insieme alle innumerevoli foto con i cagnolini in braccio o al seguito persino durante gli incontri politici nelle sue magioni, Silvio Berlusconi aggiunse un altro micidiale ingrediente al cocktail che propinava agli italiani, e tanti se lo bevvero avidamente.

Ma era tutta scena?

“Ma sarà vero?”

Un’altra notevole particolarità del defunto premier è sempre stata la sua abilità nel lasciare chiunque con un dubbio amletico circa le sue passioni, tolta quella per il corpo femminile, certamente verissima.

Il dubbio è questo: “Ma sarà vero o finge?”, e vale per tutto ciò che lo riguarda.

Vale per il Milan, per esempio. Lo acquistò praticamente fallito e lo portò sul tetto del mondo, spendendo davvero tanto e apparendo come il presidente-tifoso perfetto; il fatto è, però, che prima di quella squadra… tentò di acquistare l’Inter!

Vale per la sua storia di grande imprenditore “fatto da sé”, che molti ritengono invece sia iniziata diversamente e in effetti Berlusconi si portò a casa, ufficialmente come “stalliere”, un noto mafioso pluriomicida di nome Vittorio Mangano, ma lui lo ha sempre difeso, definendolo addirittura “un eroe” in un’intervista, e sembrava convinto.

Si potrebbe continuare ma, come detto, ci occupiamo di cani.

E allora, ecco a voi l’ultimo tassello del fenomenale intreccio di dubbi seducenti che Silvio Berlusconi ci lascia in eredità (oltre al devasto della cultura televisiva e della decenza, politica e non solo).

Ventun cani ad Arcore

Complice anche Maria Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Berlusconi ha aperto i cancelli della sua residenza in Brianza a molti altri cani: ci sono Shih-Tzu, Volpini, altri Barboncini e anche trovatelli, inclusi a quanto pare tre Maremmani recuperati dopo un abbandono in Sardegna, per un totale, si dice, di ventun cani.

E non è tutto, perché anche caprette e agnelli salvati da un triste destino hanno trovato casa da Silvio, che a suo tempo promosse campagne contro l’abitudine di mangiare agnello per Pasqua (e che ci crediate o no, le vendite calarono…) e a favore dei diritti degli animali.

Ci credeva davvero o era anche questo un modo per accalappiare consensi?

Perché se avesse davvero voluto fare leggi a tutela degli animali avrebbe potuto riuscirci senz’altro quando è stato capo del Governo, e lo è stato a lungo.

Tuttavia non le fece… quindi era tutta scena?

Non lo saprò mai.

Ciò che so, però, è che questo è l’unico Berlusconi che mi mancherà. Ah no, non è vero: anche quello che ingaggiò Sacchi, Van Basten, Gullit e tutti gli altri campioni incredibili del grande Milan mi manca… anche se forse era interista!

Andrea Comini

Educatore e istruttore cinofilo fisc da oltre vent'anni, consulente sui problemi comportamentali, si è formato con Carlo Marzoli, Inki Sjosten, David Appleby, Roger Abrantes, Joel Dehasse. Studioso di etologia del cane e del lupo, docente in diversi corsi di formazione per educatori. Giornalista professionista.

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