Educazione cinofila e relazione con il cane

Impotenza Appresa

Piccolo Lessico Cinofilo Famigliare 7

La L.H. si presenta ogni volta che il cane viene punito senza che comprenda il motivo e senza che, di conseguenza, abbia una via di fuga, fisica o comportamentale, per sottrarsi allo stimolo negativo.

In uno scenario di questo tipo il cane sceglie di non scegliere, ovvero smette qualsiasi azione perché considerata vana al fine di sottrarsi dallo stimolo.

La cosa più significativa sta nel fatto che se per caso il cane compie l’azione corretta che porta alla cessazione del dolore, con la L.H. non c’è apprendimento nel senso che il cane non capisce che quello è il modo per togliersi dai guai e quindi non apprende i concetti di fuga ed evitamento.

Martin Seligman, psicologo americano, volle riprodurre lo stato depressivo in laboratorio utilizzando dei cani come cavie dell’esperimento.

Divise i cani in tre gruppi e l’esperimento in due parti.

Nella prima parte dell’esperimento un gruppo di cani subiva degli shock elettrici senza la possibilità di sottrarsi ad essi.

Nella seconda parte dell’esperimento i due gruppi che avevano imparato una via di fuga, applicavano quanto appreso.

Anche il gruppo che invece aveva imparato l’impossibilità di sottrarsi al dolore, applicava quanto appresso, ma in questo caso si trattava dell’impossibilità della fuga. E se accidentalmente qualche soggetto del gruppo riusciva a sottrarsi al dolore, non associava l’azione fatta alla cessazione del dolore stesso: in quell’azione non vi era nessuna forma di apprendimento. Seligman e i suoi collaboratori definirono questo stato come L.H.

Nel quotidiano cosa ci insegnano i risultati di questo esperimento?

Sappiamo che la punizione è parte integrante della vita, o meglio, il NO aiuta l’essere vivente ad affrontare e superare il Principio di Realtà, anche in un sistema educativo/addestrativo come il nostro che è basato sul premio.

Quando dobbiamo intervenire perché il cane sappia quali sono le conseguenze di un suo comportamento però, dobbiamo essere sicuri che l’allievo conosca il motivo della correzione.

Dobbiamo essere certi che conosca alla perfezione il comportamento corretto e che lo abbia generalizzato.

E ancora, prima di un eventuale intervento, fatto salvo quanto scritto prima, dobbiamo provare a motivare maggiormente il nostro cane.

Se tutto questo non basta, si interviene con la correzione, facendo attenzione che il cane abbia le competenze per sapere come uscirne o evitarla.

Davide Cardia

addestratore ENCI Sezione 1° Dog Trainer Professional riconosciuto FCC Direttore Tecnico del centro cinofilo Gruppo Cinofilo Debù Docente in diversi stage con argomenti legati alla cinofilia e alla sua diffusione Docente corsi di formazione ENCI per addestratori sezione 1 Ospite in radio e trasmissioni televisive regionali Preparatore/Conduttore IPO e Mondioring Autore del libro “Addestramento con il premio” edizioni De Vecchi Curatore del libro “Io e il mio Bullgod” edizioni De Vecchi

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