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La vera storia di Fido: una storia italiana

Oggi vi voglio raccontare di una storia di amore e fedeltà, di un uomo e di un cane, una storia tutta Italiana vissuta in un periodo in cui l’Italia scriveva uno dei suoi capitoli più bui.

Era l’anno 1941, quando Carlo Soriani, che abitava con la sua famiglia a Luco del Mugello, senti provenire da un fossato dei lamenti.

Era un cucciolo, era ferito e aveva bisogno di aiuto. E Carlo non esitò: lo raccolse, lo portò a casa e gli dedico tutte le cure e le attenzioni necessarie.

Quello che nacque da qui in avanti è una storia di devozione e amore.

In breve, infatti, Carlo e il cucciolo, che decise di chiamare Fido, diventarono inseparabili.

Carlo Soriani all’epoca lavorava presso le Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo. Per recarsi al lavoro, tutte le mattine alle 5:30 Carlo prendeva la corriera dalla piazza del paese dove tornava ogni sera con la corriera delle 19.

Ogni mattina Fido lo accompagnava in piazza a prendere la corriera e ogni sera, alle 19, aspettava Carlo alla fermata. Se non lo vedeva scendere subito, saliva e ispezionava la corriera finché non lo trovava e poi feste, coccole, scondinzolii fino a casa. Ogni giorno.

Una sera però, da quella corriera Carlo non scese. 

Era il 30 dicembre del 1943, giorno in cui Borgo San Lorenzo fu colpito da un bombardamento alleato. In quel giorno furono colpite anche le Fornaci Brunori e molti operai persero la vita. Tra questi anche Carlo Soriani.

La vera storia di Fido
La vera storia di Fido

Quella sera Fido lo cercò tra quelli che scesero, ma non lo vide, salì sulla corriera a controllare, ma non lo trovò. Quella sera Fido tornò a casa da solo.

Ma l’indomani, alle 19, Fido si recò nuovamente nella piazzetta ad aspettare la corriera, è così il giorno successivo e così tutti i giorni successivi. Per 5000 giorni di vita che ebbe ancora, Fido torno sempre alla piazzetta ad aspettare la corriera nella speranza di rivedere scendere il suo amato amico e compagno.

La commozione di un intero paese

La vera storia di Fido

Erano gli anni ‘50, e in quel periodo le istituzioni e la cultura e sensibilità dell’epoca non erano solite a episodi di empatia nei confronti degli animali, eppure il paese si commosse, e il sindaco di Luco volle riconoscere un valore alla fedeltà di questo cane.

Prima tolse alla vedova Soriani le tasse sulla detenzione di cani, poi permise all’animale di circolare libero senza museruola, era un animale buono e mansueto e in paese lo conoscevano tutti. 

Il 9 novembre del 1957 il sindaco gli conferì, in una cerimonia ufficiale alla presenza della cittadinanza, una medaglia d’oro, consegnata alla commossa vedova.

Fu sempre nel ’57 che il comune decise di commissionare all’artista siciliano Salvatore Cipolla, una statua raffigurante il cane, che sarebbe stata posizionata di fianco al palazzo comunale di Luco.

La statua era costituita da un basamento in pietra su cui era posizionata la scultura fatta interamente di maiolica. Sul basamento la targa “A FIDO, ESEMPIO DI FEDELTÀ”. 

La vera storia di Fido
La vera storia di Fido

Poco dopo qualcuno distrusse la maiolica e si decise di rifare la statua in bronzo, e oggi è ancora lì in Piazza Dante a ricordare a tutti questa splendida storia.

All’inaugurazione Fido era lì, in braccio alla vedova di Carlo, circondato da cittadini, curiosi, scolaresche, giornalisti e autorità. Chissà cosa avrà pensato davanti a tutti questi clamori.

Morì il 9 giugno del 1958, lo trovarono lungo la strada del cimitero mentre si recava alla piazzetta ad aspettare il suo padrone, quel giorno come per tutta la sua vita.

Lo seppellirono davanti al cimitero dove era sepolto Carlo, un omaggio e un modo  per poterli immaginare vicini per sempre. 

Se questa storia è giunta a noi e al mondo è grazie ad Amilcare Giovannini, scrittore e giornalista, che nel 1953 decise di raccontare di questo cane e di Carlo sul giornale “La Nazione”.

Il clamore che ebbe poi la cerimonia di inaugurazione della statua fece rimbalzare la notizia su tutti i giornali italiani ed esteri. Grandi scrittori in Olanda e Francia scrissero la storia sulle più importanti testate giornalistiche del loro paese. Persino in Giappone, patria di Hachiko, se ne parlò e la storia finì persino in televisione.

Ho voluto raccontarvi la storia di Fido per poter omaggiare questo cane e la sua devozione, per omaggiare tutti i cani e gli animali che, insieme agli italiani, negli anni della guerra hanno perso affetti e patito sofferenze. 

Perché è una storia talmente bella che non può non essere raccontata. 

Alessandra Vacchiero

Il mio nome è Alessandra Vacchiero, istruttore cinofilo. La passione per il cane è nata con me, insieme a quella per molti altri animali, con cui ho vissuto, lavorato e condiviso la mia vita. Sono entrata in cinofilia nel 2001 attraverso il mondo delle Expo, finché un giorno di febbraio del 2006, mentre osservavo la mia cucciolona di sette mesi giocare con me, mi dissi “questo cane può fare moltissime cose….” E così cominciarono le lezioni in campo, le discipline, gli stage e chi più ne ha più ne metta. Ma tra tutte le esperienze che abbiamo fatto c’è stata un’unica vera grande scintilla che ha segnato tutto il percorso: era nata senza accorgersene la mia immensa passione per l’obedience. E così pratico Obedience da 12 anni, ho preparato e portato tre miei cani fino alla classe più alta. Gare, stage e allenamenti in giro per l’Italia mi hanno dato un bagaglio di conoscenze ed esperienze che oggi vorrei condividere con voi per far conoscere a più persone possibili questa meravigliosa disciplina. “

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